mercoledì 30 aprile 2008

LA FESTA DEL LAVORO

Arriva la Festa dei Lavoratori e quest'anno abbiamo molto motivi seri per festeggiarla. Domani saremo in Piazza Zanti con un banchetto e per l'occasione abbiamo preparato una cartolina che ricorda il Lavoro come protagonista della nostra Costituzione, che compie, proprio nel 2008, i suoi primi 60 anni. Ma la Festa dei Lavoratori sarà per noi solo l'inizio di un mese dedicato al Lavoro in cui abbiamo in programma tre iniziative: una proiezione, uno spettacolo teatrale ed un'iniziativa con i gli eletti nazionali sul tema del Lavoro.




martedì 29 aprile 2008

442 KM DA NOI


La capitale è lontana.. (442 km di macchina, 40 euro di eurostar), ma la sconfitta fa male, anzi, malissimo. A Roma vince la destra, con un risultato che nessuno si aspettava.
E qui sta il primo problema: perché nessuno se lo aspettava?

Il successo di Alemanno (per noi osservatori lontani), sembra essere riassumibile in tre elementi: la candidatura del centro-sinistra (Rutelli ri-candidato per la terza volta), la debolezza del programma su punti che sono sentiti dai cittadini (sicurezza, riqualificazione delle periferie), l’onda lunga delle elezioni politiche. Nicola Zingaretti ha vinto le elezioni per la Provincia di Roma e le ha vinte anche in città. Questo dato ci segnala che anche alcuni elettori di centro-sinistra hanno votato Alemanno e che un candidato più giovane come Zingaretti e innovativo può vincere anche in condizioni avverse.

Ci serva di lezione. Chi vive e fa politica in un territorio deve essere capace di percepirne le aspettative e dare risposte ai problemi delle persone, anche con l’individuazione di un candidato, di un’alleanza e di un programma adeguati. Anche per questo si devono fare sempre le primarie..

Non è vero che la gente vota sempre e solo per ideologia e tradizione, anzi, è sempre meno così.
Ed è per questa ragione che stamattina i vicentini o gli udinesi (che votano regolarmente a destra ad ogni turno elettorale) si sono svegliati con un Sindaco del PD, ed i romani con un Sindaco di destra.

Parma e Bologna ci hanno insegnato che anche in Emilia gli elettori ci possono punire. Facendo politica con le persone, raccogliendone le aspettative e facendo proposte che diano risposta ai problemi della gente, si possono ancora mantenere i livelli di consenso che ci sono dalle nostre parti... che sempre meno sono il frutto della tradizione e sempre più del buon governo.

Il risultato di Roma non cambia le carte in tavola, anzi, ci indica che è ancora più oneroso il lavoro da fare, ma sapevamo già di doverlo fare. Ora non c’è da avviare una lunga “fase di riflessione”, o i soliti dibattiti interni (sui giornali ed in TV) sul nostro futuro, c’è da proseguire una linea politica che ancora non è credibile per molti italiani, ma è l’unica che può esserlo. Rimboccarsi le maniche, radicarsi e fare tanto lavoro in mezzo alla gente, anche da noi, a 442 km da Roma.


lunedì 28 aprile 2008

LE PRIMARIE INFINITE

Il 22 aprile si sono tenute le primarie democratiche in Pennsylvania.

Dovevano essere decisive, ma il risultato è stato il solito: ha vinto, ma ha anche perso, Hillary Rotham Clinton, che prende più voti ma rimane sotto nella conta dei delegati. Da circa 5 settimane non si parlava più di elezioni americane e noi ne abbiamo approfittato per tenere aperto, sul nostro blog, un sondaggio sulle preferenze dei nostri lettori rispetto ai candidati democratici alla presidenza.

Tra di noi, con 21 voti su 28 (75%) ha vinto Barack Obama. Onestamente si può dire che questo era un risultato assolutamente scontato: Obama è il candidato più innovativo e più apprezzato da tutta l’area progressista europea. Al di là della sue origini afro-americane, la scelta dei temi nella sua campagna elettorale, ha portato alla luce un america molto diversa da quella che abbiamo visto negli anni di Bush. Non a caso Obama è stato scelto come fonte di ispirazione da molti candidati europei (da Zapatero a Veltroni) ed ha stravinto le elezioni tra gli americani all’estero.

Senza lanciarsi in un'approfondita riflessione sulle differenze tra i due candidati e senza prendere parte più di tanto nella competizione, ci permettiamo di fare una considerazione: è ora che emerga un candidato, queste eterne primarie devono finire.

Il Presidente degli Stati Uniti, che lo vogliamo o no, incide anche sulle nostre vite. Un cambio di rotta nella politica estera e nelle scelte economiche degli USA possono determinare grandi cambiamenti anche per noi.

I repubblicani al governo in america hanno fatto danni al mondo intero (le guerre, l’incapacità di gestire le crisi economiche e politiche) ed ogni giorno che passa senza un candidato riconosciuto da tutti i democratici, aumenta le possibilità che per i prossimi 4/8 anni ritorni un clone di Bush al potere negli Stati Uniti. I sondaggi di questi giorni lo confermano, il senatore conservatore dell’Arizona, John Mc Cain, è in rimonta e alcune rilevazioni lo danno addirittura in vantaggio. E’difficile pensare che un candidato che sale sul ring solo ad agosto (con la convention democratica) dopo esser uscito da primarie lunghissime e sfiancanti, possa battere un aspirante presidente che ha fatto le primarie in carrozza ed è in corsa da febbraio.

Da lontano e nel nostro piccolo, ci permettiamo di dire questo: vinca Obama o la Clinton (noi speriamo il primo, ovviamente), prevalga nei democratici la novità o la continuità, ma il mondo non si può permettere un altro repubblicano alla Casa Bianca.

mercoledì 23 aprile 2008

25 APRILE

In foto: il 25 aprile 1945 su Via Cavour a Cavriago (sullo sfondo la chiesa di San Nicolò).

Quest'anno sarà un triste 25 aprile, perchè arriva meno di due settimane dopo l'affermazione della destra alle elezioni politiche nazionali. Ex (e neo) fascisti fanno parte della coalizione che tra pochi giorni prenderà le redini del paese e le prime conseguenze si stanno già vedendo.
Sono diversi i parlamentari e i sedicenti "pensatori" destrorsi che, con il vento elettorale in poppa, stanno chiedendo a gran voce l'eliminazione del 25 aprile come Festa Nazionale.
Invece, oggi come non mai, serve proprio il 25 aprile. Gustavo Zagrebelsky, Guido Neppi Modona e Carlo Federico Grosso, intellettuali torinesi, hanno redatto un appello rivolto ai loro concittadini per scendere in piazza in occasione delle celebrazioni del 25 aprile. L'appello richiama "il sacrificio della parte migliore di questo paese che permise alle generazioni che seguirono di vivere in una nazione libera e democratica".

Non è casuale che a scendere in piazza nello stesso giorno, sempre a Torino, ci sia Beppe Grillo con la sua seconda edizione del V-day. Si, perchè non c'è solo chi è dichiaratamente contro l'antifascismo, c'è anche chi utilizza i toni e la retorica squadrista illudendo le persone che basti mandare a quel paese gli eletti, le istituzioni e non votare, per cambiare le cose.
Molti cittadini, delusi dalla politica, hanno ascoltato anche nelle urne la voce dell'anti-politica di Grillo e con quale risultato? Chi non ha votato non ha comunicato nulla di utile al mondo politico e chi ha votato a regalato l'Italia alla parte politica che ritiene che Mangano sia un eroe, che conta più indagati e più condannati. Le Lega, il partito più lontano dalla Costituzione del Parlamento, pare abbia goduto anche lei dell'attività del migliardario show-man genovese.

L'appello torinese prosegue così: "Tre generazioni, tante ne sono passate da quando l'Italia è stata liberata dall'occupazione nazista e dal fascismo: sarebbe questa una ragione sufficiente per festeggiare il 25 Aprile, ma crediamo vi sia di più del semplice ricordo. Il 25 Aprile ci parla dell'oggi, della necessità di non dare mai per scontati quei valori per i quali combatterono i nostri padri e i nostri nonni."
Con questo stesso spirito celebreremo il 25 aprile, sicuri che i tempi più bui sono destinati a finire e le lotte per il progresso e per il cambiamento sono destinate ad essere vinte.

lunedì 21 aprile 2008

IL VOTO A CAVRIAGO.. ANALISI TECNICA

Pubblichiamo la nostra analisi tecnica dei dati del voto a Cavriago.
I VOTANTI

Per considerare gli spostamenti di voti a Cavriago consideriamo innanzitutto il dato dell’astensione. L’astensione nel 2008 è cresciuta a Cavriago del 3,5% circa e più precisamente sono rimasti a casa 965 cittadini invece dei 700 del 2006. Vedremo in seguito che questo incremento del non voto è interamente attribuibile all’elettorato dell’area culturale e politica del centrosinistra.

I VOTI

A differenza di quello che avviene a livello provinciale ed in tutti i comuni a noi confinanti, il Partito Democratico a Cavriago cresce di quasi un punto. Nel contempo l’Italia dei Valori avanza di 2,63 punti, portando la coalizione di Veltroni al 59,08%, con un avanzamento percentuale di oltre 3 punti rispetto al 2006. In quella tornata elettorale il PD era rappresentato dall’Ulivo (con la stessa composizione partitica ad eccezione dei Radicali, ma con i DS “interi” prima dell’uscita della Sinistra Democratica).

I socialisti scendono di un punto percentuale, ma va sottolineato che nel 2006 erano all’interno di un raggruppamento insieme ai Radicali di Pannella e Bonino, oggi nel PD. La Sinista Arcobaleno, che nel 2006 era composta da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi, scende di 9 punti, che solo per un sesto rientrano nei voti delle due neonate formazioni di estrema sinistra. L’Udc perde quasi un punto, mentre il Popolo delle Libertà di Berlusconi ne guadagna uno abbondante.

La Lega sale di quasi 3 punti, aumentando dell’83% il proprio consenso elettorale. In sostanza per ogni elettore leghista del 2006, se ne aggiunto un altro. Le schede bianche e nulle crescono di mezzo punto percentuale. Vediamo il Senato, dove non possono votare gli elettori con meno di 25 anni.

Il PD supera di poco il dato della camera e guadagna quasi 7 punti rispetto alla somma di DS e Margherita, che nel 2006 si erano presentati divisi. La coalizione di Veltroni, siccome l’Italia dei Valori raccoglie un po’ meno voti al Senato, si ferma al 58,93% e non raggiunge il dato della Camera.

Tutti gli altri partiti registrano una variazione analoga a quella della Camera, anche se la Sinistra Arcobaleno ha avuto un calo più vistoso. Questo risultato, che vedremo nell’analisi dei voti assoluti, può essere imputabile al simbolo con cui si erano presentati Verdi e Comunisti Italiani nel 2006, “Insieme per l’Unione”. Quel simbolo generò non poca confusione (fu il frutto di un accordo legale che prevedeva la cessione del vecchio simbolo dell’Ulivo a DS e DL in cambio del diritto di utilizzare il logo dell’Unione per Verdi PDCI.) e raccolse molti voti attribuibili all’area DS-DL. Una parte di questi elettori era “fittizia” e quindi il calo del 2008 è stato più pesante al Senato per questa ragione. Il dato delle schede bianche non ha variazioni di rilievo.

A questo punto, per analizzare gli spostamenti reali dei voti, è opportuno chiamare in causa i voti assoluti ottenuti da ciascun partito nel 2006 e nel 2008. Iniziamo dal voto per la Camera dei Deputati.

Il dato più vistoso sono i 623 voti in meno della Sinistra Arcobaleno. Questo dato indica che il 62% degli elettori di Comunisti Italiani, Verdi e Rifondazione del 2006 hanno scelto altri partiti e che l’acquisizione della Sinistra Democratica non ha portato nemmeno un voto. Solamente 95 persone, quindi meno del 10% dei voti della SA nel 2006, hanno scelto di votare le formazioni dell’estrema sinistra di Ferrando e Turigliatto.

Analizzando i voti assoluti si può rilevare una perdita di voti del PD di 126 unità, compensato da una crescita dell’IDV di 162 consensi, con una crescita complessiva di Veltroni di 36 voti. Se ragioniamo partendo dalle coalizione del 2006 e sommando ogni voto (da Turigliatto al PD), l’Unione di Prodi perde a Cavriago 564 voti. I votanti in meno sono 287. Ipotizzando che costoro avessero tutti votato per l’Unione nel 2006 e che siano stati delusi dal Governo, i voti che sono andati altrove sono 280. In pratica a Cavriago un partito del 4% dei voti ha smesso di votare il centro-sinistra per votare altre forze.

Le forze che appartenevano alla Casa delle Libertà guadagnano 204 voti, 168 dei quali vanno alla Lega. Alcune decine di voti si spostano dall’UDC al PDL o dal PDL a Storace (che prende 88 voti), ed il saldo finale è di altri 36 voti in più per le forze di destra.
Oggettivamente sembra improbabile che, dati i piccoli numeri, ci sia un reale spostamento verso il PDL, ma è evidente che i 168 voti in più della Lega Nord provengono quasi esclusivamente dall’ex Unione.

In sintesi i 564 voti in meno dell’Unione potrebbero essersi così distribuiti:

§ più 300 tra astenuti e schede bianche
§ 30-40 alle liste minori
§ 200 circa al PDL-LN, di cui l’80% circa alla Lega.

Ma i 564 sono vengono tutti dalla Sinistra Arcobaleno?

Alcuni analisti nazionali, immediatamente dopo il voto, indicano che molti voti della Sinistra Arcobaleno si sono mossi verso il PD per rendere efficace il proprio voto alla Camera, mentre il PD ne ha persi tanti altri verso l’astensione, verso la Lega e, in piccolissima parte verso l’UDC, provocando il risultato di prosciugare la S.A. e di non aumentare i propri voti. Questa ipotesi è forse più plausibile di quella che ipotizza un passaggio diretto di voti da Sinistra Arcobaleno a Lega Nord, ma non può essere dimostrata con l’analisi dei voti né l’una né l’altra tesi.

Tuttavia nei giorni scorsi si è verificato, sondaggi alla mano, che la Lega Nord ha ricevuto voti un po’ da tutte le liste che appartenevano al centro-sinistra e che non c’è stato un unico flusso.

Al Senato ci sono alcune macroscopiche differenze, ma prevalgono le analogie.

Il PD al Senato guadagna 265 voti, mentre la Sinistra Arcobaleno ne perde 766. In piccola parte può esserci stato “l’effetto simbolo” di Verdi e PDCI già valutato, ma i numeri sono molto imponenti. Sicuramente il PD ha avuto molto più appeal di DS e Margherita sommati.

La Sinistra Arcobaleno perde anche al Senato il 62% dei propri voti, ma è l’unica lista che conquista più voti assoluti al Senato che alla Camera nonostante il ridotto numero di votanti. La spiegazione può essere ritrovata nella massiccia campagna sul voto disgiunto, da praticare nelle regioni rosse per ridurre i seggi destinati al PDL. Questo dato è riscontrabile infatti in tutta la regione.

In particolare i voti in più alla SA sono 50. Tuttavia, per una serie di ragioni che saranno spiegate dopo, si può quantificare il numero di elettori che ha praticato la scelta del voto disgiunto verso la Sinistra Arcobaleno tra 80 e 100.

Dato che il PD al Senato accresce comunque i propri voti sulla Camera ed ottiene una percentuale analoga, questo dato potrebbe mettere parzialmente in discussione la tesi secondo la quale i voti perduti della Sinistra Arcobaleno siano migrati solo verso il PD.

IL VOTO DEI GIOVANISSIMI

Siccome alla Camera si vota dal compimento dei 18 anni, mentre al Senato il limite anagrafico minimo sale a 25 anni, le differenze tra voti assoluti della Camera e del Senato possono fornire uno spaccato del voto di chi ha meno di 25 anni.

Partiamo dalla partecipazione al voto.

I giovani con meno di 25 anni si astengono un po’ di più degli altri elettori (1,6% in più). Questo dato, in misura un po’ inferiore, si era registrato anche nel 2006.

Sono state calcolate le differenze numeriche tra i dati di ciascuna lista alla Camera e quelli del Senato, che presumibilmente dovrebbero rappresentare il voto di coloro che hanno tra i 18 e i 25 anni.

La Sinistra Arcobaleno a causa del voto disgiunto ha una percentuale negativa, in quanto ha ottenuto più voti al Senato che alla Camera nonostante il minor numero di elettori. Per annullare questo fenomeno che mette in discussione tutte le percentuali e tentare di comprendere il reale voto degli under 25, si è ipotizzato che tra i 18 ed i 25 anni la Sinistra Arcobaleno ottenga la stessa percentuale di voti che ottiene tra tutti gli elettori della Camera (dato probabilmente sottostimato). Questi ipotetici elettori (28), sommati ai 50 elettori in più al Senato alla SA, indicano che gli elettori che hanno praticato il voto disgiunto sono quasi 80 e, di questo stesso numero si deve ridurre il dato del PD, modificando sensibilmente tutte le percentuali.

Innanzitutto va rilevato il dato delle schede bianche e nulle: 7,6%. Questa percentuale è tre volte superiore a quella rilevata alla Camera tra tutto l’elettorato (2,58%).

Secondariamente va rilevato il fatto che il PD, nonostante sia il primo partito anche tra i giovani con il 35%, è di ben 20 punti sotto al dato che ottiene tra tutti gli elettori. L’Italia dei Valori, Sinistra Critica, i Socialisti e la Lega raddoppiano le proprie percentuali. Queste liste, con caratteristiche più populiste e radicali, sono quelle che hanno più appeal sui giovani. Calano, anche se in misura inferiore al PD, l’UDC, il PDL e la Destra. Non si può avere, come già detto, il dato della Sinistra Arcobaleno. Molti voti sono andati alle liste minori e può essere interpretato come un dato in sintonia con quello delle schede bianche e nulle, cioè come un voto disperso dovuto alla sfiducia verso i partiti.

Riassumendo quindi il voto giovanile per coalizioni risulta quanto segue (tra parentesi le percentuali su tutto l’elettorato e le differenze):


§ PD-IDV: 43,4% (59,1%, -15,7%)
§ PDL-LEGA: 28,9% (25,0% +3,9%)
§ SA- ALTRI SX: 10% (7,7% +2,7%)
§ ALTRI: 13,1% (8,2% +4,9%)

Se l’analisi è corretta siamo di fronte ad un voto giovanile molto più orientato sulle piccole forze e sui voti dispersi (nulli, o a piccole liste), e, in questa tornata, decisamente orientato sulle posizioni dei partiti più populisti: Italia dei Valori e Lega Nord.
Unendo le forze dell’ex Unione si raggiunge il 55% dei voti, contro il 35% delle forze della vecchia CDL, mentre circa il 10% dei voti si è disperso. In generale, nonostante l’orientamento politico culturale degli under 25 di Cavriago si confermi anche nel voto, è sicuramente più forte che tra gli altri elettori il richiamo della destra.

Nel 2006 non era possibile fare un’analisi del genere sul voto ai singoli partiti perché molti simboli erano diversi sulle due schede, si può tuttavia vedere il voto alle singole coalizioni.

UNIONE 389: 76%
CASA DELLE LIBERTA’ 123: 24%

Quest’ultimo dato indica sicuramente che i giovanissimi, entusiasti per l’Unione 2 anni fa, questa volta hanno segnalato la loro delusione per la politica portata avanti dal centro-sinistra.

DATI FUORI NORMA NEI VARI SEGGI

Di seguito sono elencate, a grandi linee, le zone coperte da ciascun seggio.

1 Centro – Via Aspromonte
2 Via Girondola
3 Via Rivasi-Sud
4 Via Quercioli – Via Rivasi Nord
5 Via E.Arduini
6 Centro – Via Repubblica
7 Zona Selene
8 Via Repubblica periferica
9 Pianella

Nei seggi di Cavriago non si segnalano anomalie particolari dovute a situazioni di disagio di zone del paese, ma ci sono delle tendenze storiche che si ripetono in queste elezioni.

Il Partito Democratico ottiene il suo miglio risultato nel seggio 7 (62,7%) che ha sempre espresso i migliori dati per i DS. Gli altri migliori risultati del PD sono nei seggi 4,5,6,8 e in alcuni di questi seggi pesa l’apporto della Margherita, che nel 2006 aveva percentuali superiori al 10-11%. Nella media il dato del 9 mentre sono sotto la media i risultati dell’1,2 e 3.

Il PDL ottiene il suo miglior risultato nel seggio 1, con il 23% dei voti e negli altri seggi è quasi sempre complementare al PD. Oltre all’1, il PDL supera il 20% solamente nel seggio 3. E’ curioso dato della Lega Nord, che ha risultati modestissimi nei seggi 3,6,7, nella media all’1 e al 5, mentre nel seggio 2, 4, 9, ha dati enormemente in crescita rispetto al 2006. Nel seggio 9 raggiunge il 9% dei voti.

In linea con il PDL, anche l’UDC ottiene il suo miglio risultato nel seggio 1.

La Sinistra Arcobaleno raggiunge quasi il 9%, che è il dato più alto del Comune, solo nel seggio 3 che è anche il seggio dove nel 2006 ottenne il suo miglio risultato Rifondazione Comunista che raggiunse il 12% (mentre le forze dell’attuale SA nel loro complesso non ebbero un gran risultato).

I Socialisti ottengono un risultato degno di attenzione solo nel seggio 6, dove ottengono 13 voti, pari all’1,7%. Nel seggio 4 ottengono addirittura un solo voto.

martedì 15 aprile 2008

UNA LUNGA STRADA..

L’Italia si affida nuovamente a Berlusconi. Al momento in cui era caduto il governo Prodi tutti lo prevedevano anche se il fermento e le speranze della campagna elettorale avevano allontanato questo incubo che invece si è puntualmente materializzato al momento della conta dei voti reali.

E’stata impressionante l’avanzata della Lega, che raddoppia i propri voti ovunque si sia presentata, ma che in particolare sfonda la soglia del 30% in tantissime province del Nord, affiancando e talvolta superando sia il PD che il PDL e contribuendo, in maniera sostanziale, al successo berlusconiano. La Lega nasceva 15 anni fa perché in molte province del Nord si chiedevano alcune cose: snellimento della burocrazia, miglior gestione dei flussi migratori, federalismo fiscale. Su questi punti in Italia non si è mosso niente e l’elettorato del Nord si è fatto pesantemente sentire. Un elettorato composto da imprenditori, artigiani, ma anche da tanti lavoratori dipendenti e operai, tant'è che non è da escludersi (lo diranno con maggior precisioni i politologi ed i sondaggisti) un consistente travaso di voti dai partiti della sinistra radicale dell'Unione proprio verso la Lega Nord.

L’Udc perde voti ovunque nonostante la scelta autonomista di Casini, ma si salva grazie ad alcune roccaforti sigillate dai notabili locali che raccolgono consensi nella maniera con cui li raccoglieva l'Armatore Achille Lauro nella Napoli d’altri tempi.

Scompare dal Parlamento la Sinistra Arcobaleno, che si riduce al 30% dei propri consensi e che vede solamente meno di un terzo dei propri voti “balzare” nella coalizione del PD, mentre un altro terzo si mischia con l’astensione o confluisce in altre forze. La scelta di Bertinotti di concentrare la propria campagna contro il PD non l’ha certamente aiutato. Tuttavia gli va riconosciuta la serietà di dimettersi immediatamente (scelta compiuta anche da Boselli, che ha portato l’unico simbolo socialista all’1% dei voti) perché non è molto praticata nel nostro paese in casi di questo genere.

Chiaramente sono stime e considerazioni fatte a caldo, non senza alcune valutazioni di pancia.

E poi ci siamo noi.. il Partito Democratico. Cresciamo di 2 punti alla Camera e 5 al Senato, raccogliendo circa il 34% dei consensi. Al momento in cui cadde Prodi ci attestavamo, nei sondaggi, al 25% e credo che questo possa indicare l’enormità del lavoro che abbiamo compiuto. Con la sorpresa dell’Italia dei Valori si può raggiungere quel 38% che si allinea esattamente con tutti i sondaggi delle ultime settimane. Tutto ciò rappresenta un grandissimo risultato, ma non sufficiente ad arginare l’avanzata della destra.

La delusioni per il biennio di governo dell’Unione era tanta: se si sommano le forze dell' ex Unione non si supera il 42%, mentre quella della ex CDL sfiorano il 55%. Questo dato dovrà stimolare molte riflessioni, anche perché è generalizzato su tutto il territorio nazionale. Se pensiamo a quale Italia ci restituisce il voto, verrebbe da dire “non ci resta che piangere” (citando un bellissimo film con Roberto Benigni e Massimo Troisi).

Tuttavia ora possiamo contare su un Partito riformista di centro-sinistra che rappresenta un terzo degli elettori e costituirà un gruppo unico sia alla Camera che al Senato con oltre 360 parlamentari. A loro spetterà il compito di fare opposizione, cercando di costruire nei prossimi mesi/anni il consenso necessario per far diventare il PD una forza di Governo credibile per chi in questi due mesi non si è convinto. Rimane da affrontare il tema del Nord, in cui non abbiamo sfondato perchè non abbiamo risposto credibilimente ai problemi che poneva questa parte del paese. Andrà costruito (o ricostruito) un rapporto di fiducia anche con il Sud che, nonostante Bossi, si è consegnato mani e piedi alla destra.

Per fare tutto ciò partiamo dell’entusiasmo delle piazze che hanno accolto Walter Veltroni e partiamo da quei 3 milioni e mezzo di elettori che hanno fondato il PD lo scorso ottobre e hanno costruito una grande forza riformista capace di raggiungere percentuali analoghe a quelle dei partiti omologhi in tutta Europa. Il nostro Partito si è arricchito di tante anime culturali e politiche, raccogliendo anche chi, su questo progetto, inizialmente era scettico. Non a caso importanti punti di riferimento del mondo sindacale erano nel PD (compreso Epifani, sul palco con Veltroni venerdì scorso). Quest'opera di apertura andrà proseguita nei prossimi mesi, così da rendere il PD un partito ancora più grande e plurale, così come lo sono i laburisti inglesi, i socialisti spagnoli o il socialdemocratici tedeschi.

Tanti volontari si sono avvicinati e tante nuove energie hanno rafforzato i nostri Circoli, rendendo più forte il nostro progetto, che oggi ha una base di 12 milioni di voti.

A Cavriago... tutto ciò ci ha premiato. Abbiamo raggiunto il 55% dei voti, portando il raggruppamento di Veltroni a sfiorare il 60%. Cresciamo di 7 punti al Senato e di un punto alla Camera, a differenza di quanto avvenuto in quasi tutti i comuni della Val d’Enza e della provincia, dove alla Camera il PD ha ceduto voti a Di Pietro.

Questo risultato, che ci colloca tra i migliori della provincia, premia l’attività diretta fatta nel paese, condotta in queste settimane con iniziative e attività in mezzo alla gente. Credo ci sia un premio alle persone che hanno rappresentato il PD, facendo banchetti, cucinando torte o parlando con la gente al mercato e nelle strade di Cavriago.

Ora la campagna è finita e dobbiamo far crescere ulteriormente la fiducia che i cavriaghesi hanno dato al nostro progetto. Il nuovo Partito deve andare oltre i suoi primi passi e continuare sulla strada che ha intrapreso. L’attività politica nel paese, l’apertura al contributo di chi chiede uno spazio di confronto e di discussione, gli incontri tematici e con i vari settori sociali ed economici di Cavriago proseguiranno ed il nuovo Comitato di Circolo è chiamato a condurre questa sfida. La nostra attività campagna elettorale non deve essere un episodio e non lo sarà perché c’è molto lavoro da fare.

Cavriago ha premiato un grande partito che finalmente è tornato tra la gente a fare politica.

Attenzione però: il PdL si colloca quasi al 19% e la Lega raddoppia i propri voti anche a Cavriago, diventando la terza lista alla Camera e la quarta al Senato con oltre il 6% dei voti. Nonostante la scelta di premiare il PD, persino Cavriago non è immune da molti fenomeni nazionali. Perciò appare ridicolo, fuori luogo e del tutto fuori dal tempo ogni impegno nel concentrare la discussione politica del paese tutta a sinistra, perché il vero avversario culturale e politico oggi è la destra.

In quel 25% di voti (che si somma al 2% circa delle liste di estrema destra) ci sono molti nodi irrisolti e tante aspettative deluse di elettori che provenivano anche dal centro-sinistra. Anche il 13% di elettori di Cavriago che non si è recato alle urne (prima era il 10%) è un dato da non sottovalutare ed è necessario che la politica raccolga legittimazione anche tra queste persone. Tra poche settimane sarà visibile (di nuovo!) l'attività del governo di destra.. e il grillismo avrà modo di gioire dei risultati (elettorali) e del qualinquismo che ha diffuso in Italia.

Nonostante questa nerissima e burrascosa giornata di aprile, crediamo davvero che UN' ITALIA MIGLIORE SI PUO'FARE e proseguiremo il nostro lavoro dall'opposizione.

I numeri del voto ci fanno pensare che la strada è ancora lunga, ma partiamo ben attrezzati per arrivare alla meta. Intanto grazie agli oltre 3486 cittadini di Cavriago che hanno sostenuto il PD a Cavriago e agli oltre 3700 che hanno creduto in Veltroni.

Mirko Tutino
Segretario del PD di Cavriago

lunedì 14 aprile 2008

CAVRIAGO HA SCELTO IL PD, L'ITALIA SVOLTA A DESTRA

Nel mentre che lo spoglio nazionale procede lentamente, a Cavriago ci sono già i risultati.
Veltroni batte Berlusconi al Senato con il 58,93% contro il 24,73%. Alla Camera si ripete la situazione, con il 59,08% di Veltroni contro il 25,03% di Berlusconi. Il Partito Democratico raggiunge e supera il 55% a Cavriago sia per l'elezione della Camera che per il Senato. Cavriago si schiera col PD, l'Italia No. Ci sarà modo di parlare e di riflettere.

AFFLUENZA AL VOTO IN CALO.. ANCHE A CAVRIAGO


Ieri sera nei 9 seggi di Cavriago si erano recati al voto poco meno di 3 elettori su 4 (il 73% circa).
Affluenza più bassa nelle sezioni 1,2,5 e 4 del paese. Molto sopra la media i seggi 7,8,9.
La riduzione del numero dei votanti rispetto al 2006 è in linea con il dato provinciale e regionale.
Dalle 14,30 in avanti il Circolo PD sarà aperto a tutti i simpatizzanti ed elettori che vorranno
seguire lo spoglio nazionale e locale..


venerdì 11 aprile 2008

TAGLIO DEL NASTRO DELLA SEDE DEL PD



Abbiamo tagliato il nastro (materialmente lo ha fatto l'Assessore Regionale Lino Zanichelli, nella foto) della sede del Partito Democratico di Cavriago, in Piazza Zanti. Può fare un pò sorridere.. quello spazio è dedicato alla politica praticamente da sempre e nelle ultime settimane ha solamente rinnovato il proprio look. In quelle stanze si è mossa la storia del paese: campagne elettorali, dibattiti, discussioni, votazioni..
Anche per i prossimi anni continuerà a essere la sede di un Partito, il Partito Democratico. E'stata rinnovata la cartellonistica, sono state addobbate le pareti e si è messo tutto un pò in ordine. Il merito di questo riordino va tutto alle nostre ragazze, che hanno lavorato un sacco perchè tutto fosse in ordine ieri sera. Dopo l'inaugurazione ci siamo tutti trasferiti in Sala del Consiglio per l'iniziativa conclusiva della campagna elettorale.
La sala era pienissima nonostante l'annullamento del concerto di "Caccia e le Volpi" a causa del maltempo. Anche ieri sera Cavriago ha risposto benissimo, come in tutte le iniziative di questa campagna elettorale. C'è stato davvero grande entusiasmo in queste settimane. Questo entusiamo ce lo porteremo al voto.. e questa è già una grande vittoria.
UN GRAZIE DI CUORE A TUTTI COLORO CHE CI HANNO DATO UNA MANO..
Mirko Tutino
Segretario del PD di Cavriago

lunedì 7 aprile 2008

GRANDE FESTA ! ! !


Ed eccoci alla fine della campagna elettorale. Il Partito Democratico di Cavriago ha affrontato la sua prima prova: la campagna per le elezioni politiche.

Un mese di banchetti, volantinaggi, iniziative ed incontri per parlare con la gente. Cavriago ha risposto bene in tutte le occasioni: non poteva essere diversamente. A questo punto appuntamento a GIOVEDI' SERA, quando taglieremo ufficialmente il nastro della sede di Piazza Zanti (di cui abbiamo arricchito l'arredo per l'occasione) e concluderemo la campagna elettorale riempiendo il centro del paese del profumo di gnocco fritto e della musica di Caccia.

Da gennaio in avanti si è cementato un gruppo di persone disponibili a dare il proprio contributo per il progetto del PD. Questo gruppo ha fatto una bellissima campagna elettorale, superando molti limiti organizzativi che avevano i partiti pre-esistenti. In tanti sono entrati ed hanno iniziato a fare attività politica con il PD e si può dire forte che la prima sfida è già vinta.

A giovedì!

venerdì 4 aprile 2008

IL VOTO UTILE, CIOE' IL VOTO


Di seguito abbiamo riportato i fac-simili delle schede elettorali di CAMERA (rosa) e SENATO (giallo). Si vota barrando semplicemente il simbolo. Il nostro simbolo è ben riconoscibile: oltre al logo del PD è richiamato il nome di VELTRONI.




Vorremmo cogliere l'occasione per lanciare un messaggio e chiediamo a qualsiasi visitatore di questo sito che lo condividesse di riportarlo ad amici, parenti conoscenti nei restanti giorni che ci separano dal voto. Si sentono molti elettori delusi e stanchi della politica che non hanno più voglia di andare a votare. Chiunque può condividere l'idea che il dibattito politico in questi anni è sceso a livelli inimmaginabili.


Voglio dire che NON ANDARE A VOTARE NON HA ALCUN SENSO. Qualche giorno fa mi è capitato di parlare con un anziano signore che mi ha dichiarato che da 50 anni lui non va a votare. Nonostante alcune sue osservazioni sulla politica fossero oggettivamente condivisibili, la mia risposta è stata: ma è forse cambiato qualcosa non andando a votare? Ha replicato che comunque sarebbe meglio uno stato senza partiti. Ho risposto che l'abbiamo già vissuto un periodo senza partiti.. e non è stato molto positivo per l'Italia.

Ne abbiamo parlato per una mezzoretta. Il signore non ha cambiato opinione, ma lo scambio di battute è stato comunque interessante. Gli altri a votare ci vanno, soprattutto chi ha interessi particolari o personali. A votare, sempre e comunque, ci va la criminalità organizzata. Ha fatto bene Veltroni a dire che votino pure come vogliono, ma non per il PD.

Vogliamo far scegliere solo agli altri? 60 anni fa è stata introdotta una Costituzione proprio per consentirci di contribuire alla vita politica del paese.

La posta in gioco è troppo alta per rinunciare.

Mirko Tutino

giovedì 3 aprile 2008

UNA BUONA RAGIONE PER VOTARE PD...

"Penso che a noi ragazzi interessi ancora la politica, ma dovrebbe occuparsi di più dei nostri veri problemi."

Così Sara Iori, candidata nella lista emiliana del Partito Democratico per la Camera dei Deputati, si presenta sul suo neonato blog che potete trovare all'indirizzo internet http://saraiori.blogspot.com/.

Sara è una ragazza di 26 anni che tra i tanti interessi ha messo anche la politica. L'abbiamo chiamata a due delle nostre iniziative e ha dimostrato quello che vale, cioè tanto. Sara è al 25° posto della lista e questa posizione la rende eleggibile soltanto in caso di vittoria del Partito Democratico. Se ciò avverrà scatterà il fatidico premio di maggioranza alla Camera che determina chi ha vinto e chi ha perso la competizione elettorale del 13 e 14 (speriamo) Aprile.

La sua candidatura è una candidatura giovane e di rinnovamento, per davvero.

In tutti, proprio tutti i partiti, sono apparsi nomi di giovani candidati solo per dare una ripulita alla polverosa immagine di vecchi gruppi dirigenti. Sara non è una velina o una giovane precaria messa in lista per far fare bella figura a chi l'ha candidata, né tantomeno è la figlia di un notabile di partito che non potendo essere ricandidato ha scelto di essere sostituito in famiglia. Sara Iori è responsabile di un circolo del PD (prima lo era di una sezione DS) e proviene da una solida tradizione politica. Ha lavorato su molti temi costruendosi da sola quella competenza che oggi, mancando la formazione politica, i partiti fanno fatica a dare ai propri attivisti e dirigenti.

Inoltre la candidatura di Sara raffigura anche un importante passo avanti per la rappresentatività delle donne nella politica. Come già sappiamo le donne non sono riuscite ad entrare a far parte in misura consistente delle istituzioni politiche rappresentative. Si tratta di un fenomeno trasversale, che coinvolge tutti i Paesi del mondo indistintamente, e che dipendono da più motivi, sociali e culturali. Candidare una giovane donna competente significa anche rispondere ad una necessità di cambiamento che investe la coscienza collettiva, significa valorizzare e fare in modo che le conquiste degli anni passati vengano interiorizzate. Anche per questo motivo la candidatura di Sara ha un valore per la nostra città e per il nostro Paese.

Sara potrebbe diventare deputata se vincessimo le elezioni. Mettiamo sul nostro blog questo post e la sua foto per dare una ragione concreta per votare il Partito Democratico.

In bocca al lupo Sara! Il Circolo di Cavriago è con te!

Enrica Testa - Mirko Tutino

Segreteria PD di Cavriago


mercoledì 2 aprile 2008

IL PLAYMOBIL

Ieri sera, dopo circa un mese di campagna elettorale battente, gli italiani hanno potuto assistere ad un confronto a distanza tra Walter Veltroni e Silvio Berlusconi, gli unici candidati che possono competere, con possibilità di successo, alla guida del Governo del nostro paese.

Devo ammettere che tra banchetti, iniziative politiche, riunioni ed interminabili discussioni, non ho retto anche due ore di tribuna politica. Alla stessa ora tra l’altro, c’erano una puntata di Dr.House ed una di CSI-Miami decisamente avvincenti. Mi sono concesso, quindi, solo qualche minuto di tribuna politica durante le pause pubblicitarie. Anche perché, nonostante l’estrema disponibilità alla discussione ed al confronto, non appartengo alla schiera degli elettori indecisi. Inoltre è al quanto fastidioso che, a differenza di ogni paese democratico e moderno, in Italia sembra non si possa assistere ad un solo dibattito tra i candidati alla guida del Governo.

Al mio primo contatto su Rai 2, verso le 21,30, è apparso sullo schermo di casa mia un PLAYMOBIL. Quando avevo l’età dell’asilo o delle elementari andavano molto di moda. Sono dei piccoli omini smontabili che avevano queste buffe capigliature monoblocco “sostituibili” di plastica lucida. Sono simili ai Lego e tantissimi della mia generazione erano appassionati di quei giocattoli. Non so dire se anche oggi siano così apprezzati.

Il playmobil era lo stesso che siamo abituati a vedere da 15 anni.
Era candidato alle elezioni quando andavo alle scuole elementari ed adesso, che sono dottore, è ancora candidato alla Presidenza del Consiglio. I suoi nemici sono sempre gli stessi: i comunisti marxisti che riempiono metà dell’emiciclo parlamentare e vogliono crocifiggere lui insieme all’intera borghesia italiana, Prodi e la sinistra che hanno distrutto l’Italia, le scuole, la televisione, i giornali e la magistratura che sono totalmente controllate dai suoi avversari. Il “poverino”, a suo dire, si trova quindi a combattere, da solo, contro questa onnipotente schiera di orribili nemici. Tuttavia, e questa è stata la parte che ho sentito bene, tra il 2001 ed il 2006 sembra che tutto in Italia sia andato meglio: quando il playmobil era Capo del Governo sono state aumentate le pensioni, realizzate le infrastrutture, garantita la sicurezza ecc.. ecc.. Il playmobil ha affermato, infine, che i precari non esistono e che è comprensibile la scelta di non pagare le tasse.
Finito il mini-comizio, il playmobil dichiara “avanti il prossimo, come dal dentista”. Un operatore Rai si affretta a togliere il cuscino sotto la sedia che aveva ospitato il fondoschiena del playmobil ed arriva Walter Veltroni.

A quel punto si è iniziato a parlare dell’Italia di oggi. Del precariato che affligge milioni di persone, della necessità di avere un grande università del Sud, della volontà di annientare la criminalità organizzata, di Alitalia e di tanti altri temi. Al di là delle opinioni politiche, penso che anche pochi minuti di visione del dibattito abbiano reso evidente che stiamo assistendo ad uno scontro che, come la tribuna tv di ieri sera, è in differita. Solo che invece che 50 minuti di differenza tra l’inizio dell’intervento di un candidato e quello dell’altro ci sono 15 anni di scarto. Questo aspetto è palese e sono convinto che tantissimi italiani se ne stiano rendendo conto.

Alla fine del dibattito Veltroni ha detto: “Per me vinciamo, ma vinciamo perché abbiamo un lavoro da fare e io mi fido degli italiani. Davvero: mi fido di loro. La cosa peggiore che può capitare a questo paese è di continuare così.”

Mirko Tutino

Segretario del PD di Cavriago