lunedì 23 giugno 2008

UNA LUNGA GIORNATA ROMANA

Pubblico il mio personale resoconto dell'assemblea nazionale del PD, alla quale ho partecipato venerdì scorso. Mi scuso per la lunghezza.. ma le cose da dire sono molte.

Mirko Tutino















Alle 4,20 mi suona la sveglia.. dopo una serata passata ad Alta Fermentazione ed una difficoltosa digestione di un'ottima grigliata. Alle 5,00 appuntamento a Reggio con tutti gli altri eletti all'assemblea nazionale votata con le primarie del 14 ottobre per dare il via ad un corteo di automobili diretto alle Nuove Fiere di Roma. Alle 10,00 circa arriviamo in questo faraoinico centro congressi... Tutti i delegati prendono posto. Sarà per la delusione post-elettorale, sarà per la torrida giornata estiva che invita tutti a proseguire la superstrada e a raggiugere il mare di Fregene, sarà per la pessima comunicazione dell'evento, comunque sia la sala non è stipata come le altre volte. Tra l'altro l'assemblea, inizialmente prevista per venerdì e sabato, pare si è ridotta alla sola giornata di venerdì, ufficialmente per un problema legato allo sciopero dei controllori di volo. La scusa ufficiale non convince molti, me compreso.

Tutti i big che siamo abituati a vedere in televisione prendono posto intorno a noi. Rutelli, con uno stentato sorriso post-sconfitta, la Bindi, che trasmette sincerità e simpatia, Fassino, sempre più magro ma comunque instancabile, D'Alema, che si mette in prima fila... e tutti gli altri. Anna Finocchiaro presiede, con piglio severo.

Apre Veltroni, che propone una lunga relazione di analisi sulla sconfitta elettorale e sulla fase successiva. Direi che i punti salienti sono sostanzialmente 3: la linea intrapresa con la campagna elettorale (andare sa soli e rompere con il passato) è quella che ci ha consentito di non affondare, bisogna "ascoltare il paese e smetterla di giudicarlo" ("farci popolo", dice, stando in mezzo alla gente e comprendendone i bisogni reali), il dialogo con Berlusconi non ha futuro perchè si sta comportando come ha sempre fatto. Lancia una grande manifestazione di Piazza in autunno. L'intervento di Walter è pronunciato con passione, anche se la difficoltà nel parlare di fronte all'assemblea dopo le sconfitte elettorali di questi due mesi è palpabile.

Subito dopo si propongono le modalità di voto della Direzione Nazionale, che in pratica è proposta con lista chiusa (elaborata dal Segretario) a voto palese (a meno che altri non decidano di raccogliere 250 firme tra i presenti e presentarne una alternativa). La soglia di firme e la tempistica rendono impossibile questa eventualità.. cosa che fa imbestialire Parisi e tanti altri delegati, che si sono sentiti un pò presi in giro.

Si da il via al dibattito. Intervengono molti esponenti della cosìddetta "società civile", la terza gamba del PD. Sono tutti estremamente franchi e critici per come sono andate le cose. Alcuni criticano le candidature (in particolare al sud), altri criticano la scarsa attenzione al sud, altri dicono che non si è ascoltato il nord ecc..ecc.. Due ore di mazzate al Segretario, che incassa in silenzio, seduto a pochi metri dal Palco. Moltissime critiche erano condivisibili (lo scarso rinnovamento del gruppo dirigente, la fretta con cui si è costruito il Partito), anche se rivolgerle a Veltroni, che guida il Partito da sei mesi, è un pò fuori luogo.

Nei vari interventi "politici" che si sono susseguiti nel dibattito ne cito 3, che penso siano i più significativi della giornata. Pierluigi Bersani interviene sul tema dell'identità del nuovo Partito: "Il fatto che le ideologie non contano più è una sciocchezza: prima delle politiche, prima dei programmi e prima ancora dei risultati, l'ideologia è ciò che da un senso di appartenenza alla gente".
A questo punto dovremo consolidare e far crescere il Partito dall'opposizione, dice Bersani, costruendo una reale alternativa alla destra nel paese. Il suo intervento, come quello di Enrico Letta, indicano la strada di un grande dibattito che definisca lo spazio che intende occupare il PD nella politica italiana. La critica rivolta a Veltroni, per quanto profonda, è molto costruttiva ed orientata a lavorare insieme per completare un percorso troncato troppo rapidamente per colpa della campagna elettorale. Letta ha affermato: "l'analisi del voto, da oggi, è completa: il Segretario ci ha detto che abbiamo perso e ci ha detto perchè, ora bisogna rimboccarsi le maniche". Entrambi sottolineano l'importanza del tesseramento e della costruzione di un partito "reale" e solido.

Gianni Cuperlo, molto vicino a D'Alema (che non interviene), invece va oltre. Segnala l'errore di avere semplificato le radici ideologiche del Partito, costruito in troppa fretta e solo in ragione di un programma di Governo. Cuperlo sostiene che questo appassionante percorso di costruzione non è stato immaginato e seguito e questo sarà il compito a breve termine del Segretario. Un Segretario che però dovrà lasciare spazio a nuove generazioni, per un rinnovo delle classi dirigenti radicali: un'intera geneazione ha fallito. L'intervento del deputato quarantenne è molto duro e rende evidente quanto sia radicale la critica che il gruppo vicino a D'Alema ha rivolto a Veltroni.

Veltroni replica facendo sue una parte delle critiche, ma rivendica, a mio parere giustamente, la differenza tra il risultato delle elezioni che ci sarebbe stato senza la sua svolta e quello che in realtà c'è stato. Dichiara tuttavia di aver compreso che parte del consenso del PD va conquistato e riconfermato, perchè è stato ottenuto più "contro" che "per" (contro la destra, contro la linea "di lotta e di governo", o meglio "di lotta contra il governo" della sinistra radicale). Promette l'avvio di una dibattito per la compiuta definizione del Partito. Nei temi che propone (solidarietà, lavoro, problemi economici) disegna un profilo progressista e sociale del Partito, attaccando duramente il Governo sulle sue prime azioni. Veltroni è pronto a scommettere su una rapida conclusione della luna di miele tra la destra ed il paese, segnalando che le promesse ed i proclami del Governo saranno presto messe alla prova dei fatti e che quella prova non sa superata.

Si vota quindi la Direzione, proposta con lista unica e voto palese. Il sottoscritto, ed un altro 10% dell'assemblea (circa), non ha condiviso il metodo con cui è stata proposta e vota contro. A questo punto si chiude l'assemblea e si torna tutti a casa... Altri 500 km di strada.

Che dire di questa assemblea?

In un momento duro come questo, dopo una batosta elettorale ed un Governo di destra all'apice del consenso, l'assemblea di venerdì non poteva essere diversa.
Le riflessioni che sono state fatte indicano che tutti hanno compreso cosa non è girato, e a questo punto è opportuno mettersi a testa china, non pensare (nè Veltroni, nè altri) di avere, da soli, le ricette giuste in tasca e fare una leale, seria, costruttiva, ma durissima opposizione. E' stata condivisa da tutti un'idea forte del Partito. Forte nel suo impianto ideale, su cui si deve lavorare ancora, e forte nella sua organizzazione capillare.
Per fortuna si sta mettendo da parte il dialogo: è vero che in ogni paese democratico maggioranza e opposizione discutono.. ma Berlusconi per primo ha escluso ogni possibilità di rendere l'Italia un paese come tutti gli altri: in quale altro paese il capo del governo fa una legge per se stesso come primo provvedimento del Governo?

Purtroppo, dico io, un bravissimo Segretario rischia di fare la fine di Gorbaciov, che dopo aver aperto il suo paese ad i fermenti democratici ne è stato travolto. La discussione democratica ed aperta di venerdì ha mostrato (in diversi congressi e assemblee nazionali DS non mi era mai capitato) un Partito capace di dibattire e fare autocritica, mantenendo tuttavia un'unità ideale e progettuale molto forte. Non so fino a che punto il Segretario nè uscirà bene da questa discussione.. e se, soprattutto, riuscirà a preservare il PD dalle correnti proponendo contestualmente un rinnovamento reale. A destra tutti i posti sono contendibili tranne uno, quello del Capo. Quanti ministri del primo governo Berlusconi ci siamo ritrovati nell'attuale esecutivo? Ben pochi. Il modello non è democratico, ma è sicuramente vincente. Nel PD, al momento, sembra che ci sia solo un posto che è costantemente contendibile, quello del Segretario: gli altri non si schiodano.
Sarebbe bene, forse, che si iniziasse a rendere più democratico e rinnovato il Partito proprio in quel livello intermedio, che oggi è dominio incontrastato dei feudatari del passato. Un progetto nuovo, con idee nuove e ambizioni più grandi, non può vivere con dirigenti che hanno l'ottica e la mentalità di un altra politica, fatta da funzionari, politici di lungo corso e tanta, tanta distanza dalla realtà.
I video da You Tube:

venerdì 20 giugno 2008

NASCE "CAVRIAGO INFANZIA"






Rifondazione Comunista mente sapendo di mentire: l'Azienda speciale è l'unica strada pubblica per consolidare e potenziare i servizi educativi. Nel centrodestra gli asili non interessano a nessuno.


Mercoledì sera il Consiglio Comunale ha approvato lo Statuto di "Cavriago Infanzia", l'Azienda speciale comunale per la gestione dei servizi educativi. L'Azienda speciale, a detta di tutti i tecnici interpellati, è l'unica soluzione che può garantire un totale controllo pubblico delle nido e delle due scuole dell’infanzia di Cavriago oltre che un potenziamento dell'offerta educativa.

“Cavriago Infanzia” è stata approvata dalla sola maggioranza di Uniti per Cavriago (PD, Socialisti, Verdi). PDL, UDC e Rifondazione Comunista - Progetto Sociale, , hanno votato contro, senza discutere nessun aspetto dello Statuto e rifiutando pregiudizialmente la costituzione dell'Azienda.
Alle accuse formulate alla Giunta dal PRC di voler "privatizzare" i servizi, rispondiamo che la vera privatizzazione è avvenuta negli anni '90 sotto il loro naso mentre erano in maggioranza: nel 1997 Rifondazione votò a favore dell'ingresso delle cooperative nella gestione educative e nella scorsa legislatura (1999-2004) due attuali consiglieri del gruppo PRC - Progetto sociale erano assessori. In quel periodo la percentuale di personale in appalto è salito al 35%che c’è ancora oggi. La Giunta Delmonte, in carica solo dal 2004, si è trovata questa situazione e, leggi nazionali permettendo, ha intrapreso la strada per re-internalizzare le scuole. In altri comuni della nostra provincia, in alcuni dei quali il PRC è al governo, si affidano intere scuole alle cooperative private senza che Rifondazione si opponga. Serve la nomina di un loro assessore perché siano d'accordo? Il Comune di Cavriago, al contrario, costituisce un'Azienda pubblica pur di non andare sulla strada dell'esternalizzazione, che non sarebbe condivisa da genitori, sindacati e cittadini. L'accordo raggiunto tra Amministrazione, Sindacati ed RSU dei lavoratori, rende ancor più evidente che l'accusa di privatizzazione è, quindi, solamente una bugia propagandistica.

Le forze di centro-destra in due anni non hanno fatto nessuna proposta ed in Consiglio si sono limitate a votare contro. E' evidente che non c'è nessun interesse da parte loro verso un tema centrale quale è il consolidamento ed il rilancio dei servizi educativi.

Una anno di confronto politico con i gruppi consiliari, sei mesi di trattativa sindacale e 5 incontri con i genitori negli ultimi 6 mesi segnalano che il dialogo tra amministrazione, parti sociali e genitori c'è stato. Tuttavia qualcuno sapeva già da un due anni che non avrebbe condiviso nessuna proposta dell'amministrazione pensando che sia meglio lasciar sedimentare i problemi piuttosto che risolverli.
Concludiamo con un rammarico: la strumentalizzazione politica di un gruppo di genitori ha prodotto un pessimo risultato. Tanti genitori non si sentono più rappresentati dall'Intercomitato di gestione e si è creato un clima di divisione e di conflitto interno agli utenti più simile a quello che c'è in Consiglio Comunale che a quello che dovrebbe esserci in un servizio per l'infanzia.

Ci auguriamo che nel prossimo anno scolastico ci sia maggiore serenità.

mercoledì 18 giugno 2008

UN PARTITO CHE PESI


















Sulla Gazzetta di ieri è apparso un articolo sul presunto “calo” di iscritti del Partito Democratico, che nel comune di Reggio Emilia si fermerebbe a meno di un quarto del numero con cui i Democratici di Sinistra hanno concluso il tesseramento del 2007.

"Ma come!" - Si sono chiesti tutti - "Fondete due partiti, dite di esservi aperti alla società civile e perdete tessere?" Stamattina le effimere conclusioni del giornalista della Gazzetta sono state smentite da Silvana Cavalchi, organizzatrice provinciale del PD: il dato non è corretto, il vero numero di iscritti è già pari all’80% del dato del 2007 ed il tesseramento procederà fino all’autunno.

In realtà, chiarisce Cavalchi, nei diversi circoli non sono state omogenee le procedure per la consegna dei “tesserini” (che molti circoli non consideravano nemmeno come una tessera) e quindi i dati non sono da considerare corretti fino alla fine dell’anno, anche perché non è ancora stato approvato lo statuto che chiarisce se e come fare un tesseramento.

Un Partito in fase di costituzione, che ha dovuto affrontare una campagna elettorale inattesa, non può che trovarsi in questa situazione.

A Cavriago abbiamo raggiunto e superato il dato dei DS del 2007 già dal mese di gennaio (+30%) e continuiamo ad avere nuove iscrizioni (o pre-iscrizioni). Al di là delle discussioni sui giornali questo breve resoconto della questione “tesseramento” ci porta ad una considerazione politica.

Il Partito leggero non è il modello giusto. Un Partito deve essere radicato, organizzato, fare attività politica nel territorio e raccogliere iscrizioni, che sono sia uno strumento per qualificare la partecipazione di chi non vuole limitarsi a votare alle primarie aperte agli elettori, sia uno strumento per finanziare l’attività politica.

Faremo la Festa Democratica e continueremo a fare iscritti ed iniziative politiche proprio perché crediamo in questo modello, che ha rappresentato uno degli aspetti positivi delle tradizioni politiche del ‘900.

giovedì 12 giugno 2008

VERSO LA FESTA..

Fervono i preparativi per la Festa Democratica, che si terrà al Parco dello Sport da venerdì 18 a lunedì 21 luglio. Ormai sicura è la composizione degli spazi: ci saranno due ristoranti (uno all'aperto ed uno al chiuso), uno stand del gnocco fritto, una ludoteca-libreria, uno spazio dedicato ai bambini, il bar gelateria, un piccolo commerciale di artigianato ed uno spazio per piccoli dibattiti ed esposizioni.
Ad inauguarare la festa e a partecipare alla prima iniziativa, al 90%, ci sarà ENRICO LETTA, che nei prossimi giorni ci darà conferma della sua presenza. Per l'area dibattiti ed esposizioni stiamo lavorando per una collaborazione con ISTORECO, che potrebbe presentare proprio alla nostra festa alcuni importanti iniziative.
Per quanto riguarda gli spettacoli cercheremo di dare qualcosa un pò a tutti i pubblici e per ora si può confermare lo spettacolo di lissssio col musicista cavriaghese Athos Bassissi, uno spettacolo di dialettale con il ben noto Antonio Guidetti ed uno spettacolo di Burattini della tradizione emiliana.. ma non mancherà anche uno spettacolo dedicato ai più giovani.
Politica, memoria, intrattenimento e spettacolo si incroceranno nella nostra 4 giorni, che già sta entusiasmando i volontari del PD cavriaghese, già allenati dalla bella campagna elettorale fatta di iniziative, feste ed incontri di vario genere nel corso della primavera appena conclusa.

martedì 10 giugno 2008

LE PRIMARIE, SEMPRE

Pubblichiamo un documento scritto da Simone Montermini, giovane segretario del PD di Castelnovo e sottoscritto da altri 8 segretari di Circolo.
















Tutte le analisi di queste settimane hanno evidenziato come nelle ultime elezioni politiche abbia avuto un peso determinante il ruolo del territorio. Occorre imparare la lezione. Dare la possibilità al territorio, ai cittadini di esprimersi nelle scelte fondamentali. Per questo le primarie sono importanti. Come metodo e come segno distintivo dell’identità di un nuovo modo di fare politica. Il Partito democratico può essere davvero uno shock positivo per la politica italiana. Può modificare le aspettative che i cittadini hanno nella politica, andando a creare un corto-circuito positivo di rilancio della fiducia.



Nelle ultime elezioni politiche non tutto certamente è stato fatto nel migliore dei modi. La fretta imposta dai tempi della caduta del governo, dello scioglimento delle camere e dell’inizio frenetico di campagna elettorale, non è stata – proverbialmente - buona consigliera e nessun parlamentare è stato selezionato con lo strumento delle primarie.


Ma occorre dimostrare di aver imparato dal passato. Per questo sono importanti e fondamentali le primarie, uno dei veri vantaggi competitivi che il Partito Democratico aveva finora messo in campo: la selezione delle candidature e della classe dirigente attraverso il voto democratico di platee molto ampie. Le primarie quindi, sempre. Perché sono il miglior modo di convincere i cittadini a dare fiducia al Partito Democratico, mostrando che siamo davvero un partito nuovo e diverso. A partire proprio dalla selezione delle candidature. I segretari di circolo sono stati eletti direttamente dalla base attraverso un metodo partecipativo aperto. Perché lo stesso non dovrebbe valere per i candidati alla guida degli enti locali del nostro territorio?


Le primarie non sono solo uno strumento per selezionare i candidati, ma un pezzo del DNA del nuovo Partito e per questo vogliamo che non siano utilizzate strumentalmente come argomento di polemica politica: il coinvolgimento dei circoli e degli elettori va sempre praticato, e non solo in vista delle occasioni elettorali. In conclusione preme ribadire la centralità dei circoli e del nostro radicamento territoriale. Il DNA, il segreto della vita del Partito Democratico, è racchiuso principalmente in quegli scrigni di sacrificio, militanza e passione che sono i circoli. Le scelte importanti, devono passare anche da lì. Attraverso il coinvolgimento dei cittadini, degli elettori e degli aderenti. Si comincia da qui a dimostrare di aver imparato la lezione del voto politico.


Simone Montermini – Segretario PD Castelnovo di Sotto
Andrea Capelli – Segretario PD Reggio Emilia 2
Sara Iori – Segretario PD Reggio Emilia 5
Paolo Croci – Segretario PD Sant’Ilario d’Enza
Daniele Panciroli – Segretario PD Novellara
Carlo Fiumicino – Segretario PD Guastalla


Mirko Tutino - Segretario PD Cavriago

mercoledì 4 giugno 2008

YOU CAN























John, George, Ronald, Bill sono nomi da Presidente! Ce lo immaginiamo un leader degli Stati Uniti d'America che si chiama Barack Hussein? Fino a ieri, per quanto i numeri potessero dare delle indicazioni diverse, Barack Obama era uno dei tanti candidati alle primarie che nella storia sono passati come l'acqua sotto i ponti. Da ieri appare certo che Obama sarà candidato alla Presidenza degli USA. Si è detto molto delle sue origini, del colore della sua pelle e ormai sembra retorico segnalare che un'uomo come lui non ha mai ottenuto la nomination come candidato di uno dei due principali partiti americani.


Gli USA sono riconosciuti da decenni come un grande paese aperto e democratico, dove tuttavia continuano a esserci la pena di morte, milioni di emarginati e tanta, tanta disuguaglianza sociale. 150 anni fa il paese si è spaccato a metà come una mela su una questione essenziale come lo schiavismo. La cultura ed il modello che hanno vinto non sempre hanno convinto, e non a caso continuano a esistere gruppi ed associazioni razziste, soprattutto negli stati conservatori del sud. Da ragazzino rimasi molto colpito da "Mississipi burning", un film ambientato negli anni '60 e tratto da una storia vera di razzismo istituzionalizzato: consiglio a tutti di vederlo.


Tutto faceva prevedere che dovesse vincere la Clinton, rappresentante di una famiglia potente e icona di un gruppo di potere analogo ai tanti che hanno eletto quasi tutti i presidenti del passato, repubblicani o democratici che fossero. Obama non era previsto, è stato il frutto di un voto popolare inatteso e non pilotato, che probabilmente sarebbe stato ancora più netto se dalla parte di Hillary non ci fosse stata la grande campagna mediatica che regolarmente orienta gli elettori dei grandi stati (New York, California).


Una persona che conosco che visita regolarmente gli USA a febbraio mi diceva che Obama sarebbe stato un fuoco di paglia e che l'America democratica (che vuole vincere) non si sarebbe affidata ad un candidato incapace di raccogliere il voto conservatore del sud. Bene, sono felice del fatto che si sia sbagliata, anche se la battaglia di Obama sarà sicuramente durissima.


Tantissimi giovani e tanti elettori che solitamente non si mobilitano hanno creduto allo slogan "YES, WE CAN" e hanno bocciato un progetto vecchio, che nonostante importanti progressi non ha mai scardinato le ragioni della disuguaglianza esistente nella società americana.


Ora Obama può presentare il suo programma e dimostrare che i suoi contenuti, e non solo la sua faccia, rappresentano una novità per l'America e per il mondo. Noi, da molto lontano, ci speriamo e ci crediamo per davvero. Un'America migliore è anche nel nostro interesse.


Mirko Tutino










martedì 3 giugno 2008

FESTA! BRAIN STORMING...

























Dal 18 al 21 luglio presso l'area delle feste del PARCO DELLO SPORT di Cavriago si terrà la prima Festa comunale del PD di Cavriago. Stiamo raccogliendo idee e proposte sul programma, sui ristoranti, sull'organizzazione... Ovviamente sono ben accetti anche i nuovi volontari.

Saremo molti di più degli scorsi anni.. e possiamo essere ancora di più. Vogliamo caratterizzare la nostra festa, rendendola qualcosa di speciale (anche perchè lo spazio è lo stesso che utilizzano tante associazioni, partiti o gruppi del paese).


Per info:




339-7817101