giovedì 29 gennaio 2009

ALLEANZA DEL NO


Ieri sera è stato approvato l'ultimo bilancio previsionale del Comune di questa legislatura. E'un bilancio che parte della crisi economica in corso e, nei limiti delle competenze del Comune, promuove una politica indirizzata al sostegno alle famiglie. Vengono consolidati ed ampliati i servizi esistenti, mantenendo invariate le tariffe e l'imposizione fiscale locale.

Inoltre è stato previsto un fondo di circa 50.000 euro per la riduzione delle rette dei servizi educativi a coloro che hanno perso il posto di lavoro (licenziati, precari non rinnovati) o che sono in cassa integrazione. E'un intervento che si limita ai servizi comunali, ma che può supportare le molte famiglie che oggi si trovani in difficoltà. Una retta di asilo può costare ad una famiglia con reddito medio anche 200-250 euro al mese. La riduzione, per esempio, del 50% alle famiglie che si sono trovate senza lavoro potrebbe comportare un risparmio di circa 1000-1200 euro l'anno.

Oltre a questi importanti interventi sul fronte della spesa corrente, saranno realizzati importanti investimenti., quali la nuova scuola dell'infanzia del Roncaglio, la nuova rotatoria all'incrocio di San Remo e la risistemazione di Via Campofiori.

L'opposizione come sempre si è schierata contro, non presentando nemmeno un emendamento propositivo (per la quarta volta in 5 anni). I berlusconiani, al pari di Rifondazione Comunista, hanno criticato a priori le proposte della maggioranza. "L'alleanza dei no" ha sostenuto che le risorse sottratte agli investimenti per pagare la spesa corrente sono troppo alte (dopo aver detto, nel 2006 e nel 2007, esattamente l'opposto). Ha proposto di sostituire un opera pubblica con altra (la rotonda di San Remo con il nuovo ponte in Via E Arduini), senza considerare che nel cambio serve mezzo milione di euro e ovviamente non ci ha detto dove trovarlo.

Ha dichiarato che l'Azienda Speciale si è rivelata un fallimento. Su questo ci permettiamo un inciso: quale proposta alternativa propongono? Come avrebbero stabilizzato il personale delle scuole e garantito il miglioramento del servizio? Per un anno hanno dichiarato che il Comune stava privatizzando le scuole: cosa è stato privatizzato? A queste domande ieri non sono state date risposte di nessun genere.

L'opposizione ci ha detto che la maggioranza emenda il proprio bilancio (proponendo i sostegni alle famiglie colpite dalla crisi) e svolge il compito dell'opposizione, confermando "la propria arroganza". E'vero che la maggioranza ha svolto anche il compito dell'opposizione, forse perché non c’era nessun altro a fare seriamente opposizione. Ma questo, ormai, è un argomento in mano agli elettori.

mercoledì 21 gennaio 2009

QUALCOSA E' CAMBIATO


“E' venuto il momento di riaffermare il nostro spirito tenace, di scegliere la nostra storia migliore, di portare avanti quel dono prezioso, l'idea nobile, passata di generazione in generazione: la promessa divina che tutti siamo uguali, tutti siamo liberi e tutti meritiamo una possibilità di perseguire la felicità in tutta la sua pienezza.”
“E così, per tutti i popoli e i governi che ci guardano oggi, dalle più grandi capitali al piccolo villaggio dove è nato mio padre: sappiate che l'America è amica di ogni nazione e di ogni uomo, donna e bambino che sia alla ricerca di un futuro di pace e dignità, e che noi siamo pronti ad aprire la strada ancora una volta.”
“Ricordiamoci che le precedenti generazioni hanno sgominato il fascismo e il comunismo non solo con i missili e i carriarmati, ma con alleanze solide e convinzioni tenaci. Hanno capito che il nostro potere da solo non può proteggerci, né ci autorizza a fare come più ci aggrada.”

“Perché noi sappiamo che il nostro retaggio "a patchwork" è una forza e non una debolezza. Noi siamo una nazione di cristiani e musulmani, ebrei e induisti e non credenti. Noi siamo formati da ciascun linguaggio e cultura disegnata in ogni angolo di questa Terra; e poiché abbiamo assaggiato l'amaro sapore della Guerra civile e della segregazione razziale e siamo emersi da quell'oscuro capitolo più forti e più uniti, noi non possiamo far altro che credere che i vecchi odi prima o poi passeranno, che le linee tribali saranno presto dissolte, che se il mondo si è rimpicciolito, la nostra comune umanità dovrà riscoprire se stessa; e che l'America deve giocare il suo ruolo nel far entrare il mondo in una nuova era di pace. Per il mondo musulmano noi indichiamo una nuova strada, basata sul reciproco interesse e sul mutuo rispetto. A quei leader in giro per il mondo che cercano di fomentare conflitti o scaricano sull'Occidente i mali delle loro società - sappiate che i vostri popoli vi giudicheranno su quello che sapete costruire, non su quello che distruggete.”

Abbiamo scelto alcuni passaggi del discorso di insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, perché pensiamo che qualcosa sia cambiato davvero. Chi ha letto la storia dell’America sa che la segregazione, le volontà imperialistiche e l’uso della forza nella politica internazionale, non rappresentano lo spirito di chi ha fondato quella nazione.
Non a caso Obama ha indicato in Abramo Lincoln il Presidente da prendere come punto di riferimento. Lincoln accettò la guerra civile pur di abbattere lo schiavismo e riportare gli Stati Uniti allo spirito di eguaglianza espresso dai padri fondatori. Non siamo americani (in questo momento ci verrebbe da dire, purtroppo), tuttavia il passaggio di potere di ieri potrà influire anche su di noi. Su chi guarda con preoccupazione alla crisi economica mondiale, su chi pensa che con la guerra non si risolva nulla e su chi chiede che le profonde disuguaglianze esistenti tra primo e terzo mondo scompaiano. In sostanza da ieri possiamo essere un po’ più ottimisti per il futuro dell’umanità.
Ogni tanto qualcosa va per il verso giusto.

martedì 13 gennaio 2009

L'UOMO DELL'ISOLA


«Si sono riviste persone che rappresentano il vecchio»
Intervista di RICCARDO BARENGHI (La Stampa) a Renato Soru.

Il Governatore della Sardegna Renato Soru non vorrebbe parlare di tutto quello che sta accadendo nel suo partito, il Pd. Vorrebbe parlare solo della sua campagna elettorale, «della sfida durissima che stiamo conducendo per riuscire a vincere le elezioni di metà febbraio, di fronte a una destra molto combattiva, con il suo leader che è sceso in campo direttamente qui da noi invece di occuparsi delle gravi emergenze internazionali che angosciano il mondo e che tengono impegnati tutti gli altri capi di governo...».

Però, Governatore, non esiste solo la Sardegna, il Partito democratico è al centro di un terremoto politico e giudiziario, qualcosa da dire ce l’avrà anche lei?
«Intanto sono un Governatore uscente, perché non è affatto detto che riusciremo a vincere. Come le spiegavo, qui il centrodestra sta mobilitando tutti i mezzi a sua disposizione, e sono tanti, per riuscire a ribaltare la situazione, a cominciare appunto dal premier che ha annunciato che sarà in Sardegna per nove volte: un record».

E secondo lei perché tutto questo interesse? «Perché vogliono dimostrare che il centrosinistra non è capace di governare, esattamente il contrario di quello che vogliamo dimostrare noi».

Nel frattempo però nel Continente, come chiamate voi l’Italia, il Partito democratico non gode di ottima salute. Prendiamo il caso Napoli, lei al posto di Bassolino o della Iervolino si sarebbe dimesso? «Posso risponderle solo così: io mi sono dimesso per molto meno. Dopo di che, ognuno decide per conto suo, non voglio giudicare gli altri».

Ma allora come spiega che Veltroni sta spedendo commissari in molte regioni, soprattutto quelle colpite dalla questione morale? «Perché dopo un inizio promettente, le primarie, la grande partecipazione di forze nuove, di giovani che si sono affacciati alla politica sull’onda della proposta e della speranza suscitata da Veltroni, abbiamo subito un rinculo, un contraccolpo, una vera e propria involuzione».

Cioè, che cosa è successo? «Che vecchie forze, vecchi personaggi, gente destinata ormai a uscire di scena è tornata alla ribalta e si è ripresa un pezzo di potere che non le spettava. E qui si sono riviste persone che rappresentano la parte meno nuova e meno proponibile del Pd. A livello nazionale e qui da noi».

Al di là dei nomi che Soru non vuole fare, nasce così la questione morale? «Certo, quando si rinuncia alla politica, quando non ci si impegna in un lavoro lungo e faticoso, ricompaiono le scorciatoie. Gli egoismi, le piccole furberie di chi lascia fare abusi edilizi, di chi inquina o lascia inquinare, di chi evade le tasse e favorisce l’evasione... Ma il nostro dovere è di contrastare questa deriva, questa involuzione».

Ma lei non ha l’impressione che l’intero progetto del Partito democratico rischi di fallire?
«Neanche per sogno, sarebbe un disastro per l’Italia».

Nelle scorse settimane è stato fatto anche il suo nome tra i possibili successori di Veltroni nel caso si decidesse di cambiare leader. Lei sarebbe disponibile? «Io mi sono appena ricandidato a guidare la Sardegna e spero di farlo per i prossimi cinque anni».

Neanche se la Patria chiama? «La mia piccola Patria è la Sardegna».

Ma secondo lei la leadership di Veltroni è salda? «Guardi, io non sono molto esperto di queste questioni. C’è stata un’importante riunione della Direzione del Partito che ha confermato la fiducia al segretario. Ci voglio credere».

Vi sentite spesso con Veltroni? «Mi ha chiamato anche stamattina (ieri, ndr), mi ha incoraggiato per la campagna elettorale: abbiamo parlato solo di questo. E mi è arrivato anche un gradito messaggio di Di Pietro».

Ultima domanda: la sua «Unità» come va?
«Me ne tengo lontano, la compro, la leggo ma non telefono mai al direttore e tantomeno agli amministratori».

Almeno le piace?
«Molto. Prima non la leggevo, adesso invece sì».



mercoledì 7 gennaio 2009

Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case…


Ciò che sta succedendo in questi giorni nella striscia di Gaza è uno spettacolo che tutti vorremmo perdere. Purtroppo non possiamo, per una duplice ragione: non possiamo non voler vedere, e non possiamo non essere bombardati dalle scelte mediatiche.
Lascia senza parole vedere le immagini dei bambini feriti, sofferenti, morti… A me personalmente lascia senza parole anche il fatto di averle scelte quelle immagini… La documentazione è intoccabile e fondamentale, ma la strumentalizzazione non si può giustificare.
E’ senza pudore, non si può pensare di poter trasmettere di tutto, cadendo nel voyorismo più spinto. Un conto sono le foto di Robert Capa, reportage che hanno contribuito a documentare un pezzo di storia; lui ha fatto una scelta di vita, e lo si legge nelle sue immagini, piene di una umanità senza pari. Un conto è la tv che a qualunque ora manda riproduzioni a stock, come se fossimo al supermercato quando ci sono le svendite a pacchi... Certo, comunicano l’idea della tragedia che si sta consumando tra i civili, ma in un modo becero e subdolo, ai limiti della morbosità. Mi ricorda un po’ quando succede un incidente e le persone si fermano per guardare. Rendiamoci conto poi che la cosa davvero tragica di questo modo di usare il medium è che a forza di trasmettere immagini di questo tipo, ininterrottamente, senza scrupoli si corre il rischio che la gente si abitui a vederle… Svilendo persino una cosa tanto atroce come il significato di quelle morti, e il dolore…
E intanto mentre guardiamo la tv ci chiediamo: il governo dov’è? Cosa fa? Questo vogliamo sapere. Si deve fare qualcosa. Sarebbe sensato mettersi in prima linea, mantenere una posizione il più possibile equidistante per favorire le operazioni di mediazione, e contribuire e dare forza al progetto di cessazione del conflitto… E invece no!! Dichiarazioni! Frattini fa le dichiarazioni…. E l’Italia, neanche a dirlo, si rivela anche in questo frangente, inadeguata, inetta ed inopportuna (proprio come le 3 I che un tempo furono care a Berlusconi…). E intanto la crisi continua e le vite perse ormai non si contano più…
L’esempio che il Governo italiano diede con il conflitto libanese non è lontano, eppure il nostro attuale Governo non si mette nella posizione di chi ha il dovere di mediare una crisi che non vedrà vincitori, ma solo vinti. Perché qualunque popolo che perda tante vite umane, che si de-umanizzi in questo modo truce, è vinto. Non esiste più. L’Italia può fare molto, l’ha dimostrato due anni fa in Libano, dove l’intervento dell’allora ministro Massimo D’Alema fu fondamentale per ripristinare un equilibrio che ancora oggi regge.
Fassino chiede al governo italiano di non limitarsi a dichiarazioni formali, ma di assumere in tutte le sedi internazionali iniziative immediate e concrete, ma la speranza che succeda è davvero debole... Nel frattempo quindi il PD non si ferma, e Pierluigi Bersani ha incontrato a Ramallah, Nemer Ammad, consigliere politico del presidente dell’Anp Abu Mazen, per cercare di contribuire nella ricerca di una tregua, e prosegue il suo giro nelle terre medio-orientali, perché non basta dire alcune parole davanti alle telecamere...
La tregua, la cessazione del massacro, è l’unico obiettivo da perseguire per trovare soluzioni al conflitto israelo-palestinese. Ed è la comunità internazionale che dovrà adoperarsi per trovare queste soluzioni. Ma se non si interrompe questo eccidio, di persone e di civiltà, non è possibile trovare la strada per il riconoscimento dei diritti di entrambi i popoli. Ed è quindi per una scelta di pace che noi ci schieriamo. Abbiamo visto che altri partiti di Cavriago si sono esposti e portano avanti azioni per la pace. Condividiamo qualunque iniziativa in favore di una soluzione pacifica, e pensiamo che ogni contributo che mostri solidarietà ai popoli devastati dalla guerra sia un modo per ricordare ai nostri vicini, ai nostri lontani, al nostro governo, che la vita è un diritto oltremodo inviolabile, e che nessuno può togliere.
Enrica Testa