giovedì 26 febbraio 2009

NO ALLE RONDE



A Cavriago non ci saranno ronde. Siamo totalmente contrari alla scelta del Governo di consentire ai sindaci l’attivazione di squadroni di controllo composti da volontari. Innanzitutto crediamo che il controllo del territorio debba essere affidato esclusivamente alle forze dell’ordine. Solo le forze dell’ordine, infatti, hanno l’addestramento necessario ad affrontare i fenomeni di criminalità con gli strumenti adeguati.

Persino la stessa Polizia Municipale ha grandi difficoltà nei compiti di controllo. A Parma alcuni mesi fa è stato commesso uno scempio ai danni di un studente africano trattato come un pericoloso delinquente. Tutto perché il Comune aveva attribuito ad alcuni agenti della Municipale competenze che non erano in grado di gestire. Casi di questo genere sono dovute alle carenze nell’investigazione e nell’addestramento per trattare la criminalità. Cosa avverrebbe se dei volontari organizzassero pedinamenti o intervenissero senza alcun addestramento in situazioni delicate? La loro stessa incolumità sarebbe a rischio.

Inoltre ci spaventa l’idea che un Sindaco possa decidere di attivare ronde composte dagli invasati del suo partito o da aderenti a movimenti xenofobi, che considerano sospetto chiunque sia diverso da loro. Un provvedimento di questo genere non darà più sicurezza a nessuno, ma anzi metterà a rischio la sicurezza di tante persone. La sicurezza si crea animando spazi che ora sono lasciati a se stessi o rendendo fruibili le strade e le piazze delle città e dei paesi. Inoltre è opportuno investire sulle forze dell’ordine alle quali oggi, invece, il Governo ha tagliato le risorse.

lunedì 23 febbraio 2009

E ORA.. A FARE LA NOSTRA PARTE


La nostra linea non è passata. Nell'Assemblea Nazionale di sabato è prevalsa la paura di rimanere senza guida per ancora un mese. In linea con quasi tutta la delegazione reggiana (che si è espressa in un'appassionato dibattito nella Direzione Provinciale di giovedì sera) eravamo dell'idea che fosse necessario fare le primarie ed un congresso ora, per affrontare le europee con un Segretario forte ed una linea politica definita. Le battaglie politiche si vincono e si perdono (e noi questa l'abbiamo persa), ma dal giorno dopo si ritorna al lavoro. E ce n'è bisogno ancora più di prima.

Nonostante la linea che abbiamo espresso fosse diversa da quella che è passata, oggi Dario Franceschini è il nostro Segretario e gli auguriamo di fare un buon lavoro. Continueremo a lavorare per un nuovo gruppo dirigente e per dare gambe a quel progetto che ancora oggi stenta a realizzarsi. A questo punto non è più il tempo di parlare di noi stessi.

mercoledì 18 febbraio 2009

FARE IL PD DAVVERO



La reazione degli elettori e dei militanti del nostro Circolo che abbiamo avuto modo di raccogliere in queste ore, dopo le dimissioni di Walter Veltroni, è di grande preoccupazione. Veltroni ha fatto un gesto che è raro vedere in politica: si è assunto ogni responsabilità (anche quelle non sue) e si è fatto da parte. Il progetto in cui lui e altri 3 milioni di elettori alle primarie hanno creduto, è stato tradito. Un Partito che superasse le divisioni del ‘900, aperto a nuove esperienze, capace di raccogliere il consenso della maggioranza del paese. A Dicembre il nostro Circolo aveva urlato tutto il proprio dissenso, indicando nel totale rinnovamento della classe dirigente romana la strada per dare al PD la forza necessaria per rispondere davvero alle aspettative dei suoi elettori.

Le dimissioni di Veltroni non sono il segno di un progetto fallito: sono il segno di un progetto che non è stato realizzato. Ora si apre un dibattito sul futuro. Il Congresso è quanto mai necessario: c’è un problema di chiarezza della linea politica e serve che dal territorio emerga un chiaro progetto politico che risponda alle esigenze del paese. Su molti temi si è nascosto dietro il concetto di “pluralismo” l’immobilismo e questo non deve più avvenire. Anche se temporaneo serve un Segretario forte, che si ponga due principali obiettivi per i prossimi 6 mesi: fare la campagna delle elezioni amministrative ed europee e avviare quel rinnovamento che, partendo dal Congresso d’autunno, si ponga l’obiettivo di cambiare totalmente il volto del Partito.

Pier Luigi Bersani può essere quel Segretario forte per una transizione verso una nuova generazione. Anche se piuttosto isolati (nel vertice) la nostra battaglia per “chiudere i rubinetti” ha segnalato un tema sentito dalla base del Partito, che puntualmente si è espressa con queste sconfitte elettorali. La speranza a questo punto è che il gesto di Veltroni non sia isolato e che chi si è reso protagonista di progetti personalistici, della nascita di inutili fondazioni, di una politica fatta da veti e pugnalate alle spalle, vada a casa.

mercoledì 11 febbraio 2009

VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE


Il Circolo del PD di Cavriago sta lavorando alla propria proposta programmatica in vista delle elezioni amministrative del 6 e 7 giugno.
Nei mesi di novembre, dicembre e gennaio questo percorso ha coinvolto circa un centinaio di iscritti, simpatizzanti ed elettori che hanno partecipato a diverse assemblee. Prima di arrivare alla prima bozza programmatica, stiamo cercando di raccogliere ulteriori pareri.
In particolare ci interessa capire da ogni intervento quale esigenza sente come prioritaria per il paese. Cosa vorresti che la prossima amministrazione facesse?

Ci prendiamo l'impegno di valutare ogni proposta che verrà lanciata. Il/la/i proponente/i se vorranno saranno invitati ad un incontro al Circolo per presentare e sostenere le proprie proposte (ovviamente per le proposte non anonime). Nell'arco di qualche settimana, elaborata una prima bozza del programma, chiederemo commenti e valutazioni sul programma, così da poter proseguire il confronto anche dopo.

Si dice molto sul fatto di scrivere programmi in "linea" con quello che viene sentito dai cittadini. Posto che lo strumento che la democrazia ci assegna per ottenere questo risultato sono le elezioni, pensiamo che questa sia la fase in cui è possibile farsi avanti e provare a far emergere idee nuove o alternative.

Potete scrivere un commento a questo post o scriverci all'indirizzo pd.cavriago@gmail.com . Abbiamo attivato anche un gruppo su Facebook "Diciamo al PD cosa vogliamo per Cavriago" .

lunedì 9 febbraio 2009

TEOCRAZIA


La scelta del Capo dello Stato di non firmare il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, oltre a costituire esercizio di una sua attribuzione costituzionale, è da ritenersi totalmente condivisibile, in il decreto per proseguire l'alimentazione forzata al corpo di Eluana Englaro è palesemente anticostituzionale, andando contro un atto di un organo dello Stato, la Corte di Cassazione, che siera espressa in materia..

Denucciamo ancora una volta il tentativo di utilizzare la religione a fini politici e per dividere la coscienza del Paese, sia da parte della maggioranza di governo che della parte più conservatrice delle istituzioni vaticane, che si dimostrano ancora una volta distanti dai problemi reali delle persone.

L'attacco che è stato fatto alle istituzioni democratiche del nostro paese è inaccettabile e ricorda la politica della prima metà del novecento. La costituzione non è carta straccia che ogni qual volta si desideri si può ignorare, anche se questo governo non l'ha ancora capito, ma è la base della nostra democrazia.

Il PD può esprimere il più alto livello di pensiero politico nella proposta di formulazione di una legge che riguardi il testamento biologico, in cui, il pensiero cattolico trova le sue convergenze con quello non cattolico nell'espressione di un umanesimo comune di riferimento. Una legge sul testamento biologico avrebbe evitato lo strazio mediatico di questi giorni, lasciando alla volontà di Eluana e della sua famiglia, ogni scelta in merito all'accanimento terapeutico in corso. Vorremmo si rispettase la dignità umana di Eluana Englaro, vorremmo vivere in un paese che sostiene la sua famiglia e non in un pseudo teocrazia in cui il Governo e metà del Parlamento trattano dei genitori che da 17 anni patiscono l'inferno, come degli assassini.

Noi non riteniamo compatibile con il nostro Partito e con i valori costituzionali su cui si fonda l'appoggio al decreto proposto da Berlusconi. I parlamentari del PD che faranno questa scelta, per quanto ci riguarda, non ci rappresentano. Nessuno di loro si presenti fra 4 mesi a chiedere al nostro Circolo le preferenze per le elezioni europee.
Per questo l'idea folle di approvare, senza una discussione in parlamento, una legge in 5 giorni su un tema così delicato è una vera e propria violenza. Siamo stati in piazza sabato al presidio davanti alla prefettura e lo saremo anche stasera in Piazza Zanti a Cavriago.


venerdì 6 febbraio 2009

CI VERGOGNAMO DI ESSERE ITALIANI


"Ogni morte di uomo mi diminuisce, perché io partecipo dell’umanità. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana. Essa suona per te.” (John Donne 1573-1651)
Ci associamo ai Giovani democratici di Reggio Emilia che esprimono netta contrarietà e profondo dolore di fronte alle norme approvate dal Senato in materia d’immigrazione e contenute nel cosiddetto “decreto sicurezza”. Crediamo che con queste norme il nostro paese sia giunto al livello più basso della propria umanità.

In particolare, inserire nel nostro sistema giuridico la possibilità per i medici di segnalare la presenza di irregolari non è ammissibile, e può essere spiegato solo dalla stupidità, dalla cattiveria e dalla cattiva coscienza di chi oggi siede ai banchi del governo. Tale norma non va solo contro il buon senso, ma si contrappone anche all’art. 32 della Costituzione, garante del diritto alla salute per tutti, cittadini e non. Il rischio che si corre è quello di minare fortemente la vivibilità e la stabilità sociale, in quanto è facilmente prevedibile che molti immigrati irregolari, per paura, non si rivolgeranno più alle strutture sanitarie, affidandosi a rimedi fai da te e a pseudo medici senza scrupoli. Proviamo solo a pensare quante gravidanze finiranno in tragedia, quante ragazze saranno uccise o mutilate da macellai utilizzati al posto dei medici per la paura di andare all'ospedale ed esseri richiusi in carcere o riportati in mezzo alla guerra, la fame o la disperazione.

Questo paese non può dimenticarsi che un lavoratore immigrato non cessa di esistere quando non lavora. Ha una vita, una dignità, una famiglia.

Quel che è accaduto al Senato con l'approvazione delle nuove leggi per la sicurezza è elementare nella sua barbarie. Per un atto di ossequio politico ai desideri xenofobi della Lega, si sono dichiarati inattuali e fuori legge i diritti degli uomini, delle donne, dei bambini, italiani e non italiani. Dell’umanità tutta. Non ci sono parole, se non quelle di speranza per un’ampia mobilitazione della società civile, e per la richiesta di un passo indietro che ci restituisca la dignità che stiamo perdendo. Tutti quanti.
L'obiezione di coscienza secondo noi non solo è giusta, ma va sostenuta.