venerdì 29 gennaio 2010

IL PD CON I LAVORATORI DEL GRUPPO BURANI

La Sala del Consiglio Comunale di Cavriago ieri sera era gremita. Il Partito Democratico ha incontrato i lavoratori del Gruppo Burani in un'assemblea pubblica alla quale hanno partecipato anche numerosi cittadini di Cavriago. A Cavriago il Gruppo Burani ha oltre 200 dipendenti, dei quali circa il 20% è residente nel nostro Comune.

Non è semplice discutere dei problemi del Gruppo Burani: al momento non ci sono state ripercussioni della crisi finanziaria sul piano occupazionale, i salari vengono regolarmente liquidati ed ai lavoratori non è stata data alcuna comunicazione.

Tuttavia sui giornali, a partire da quelli economici che seguono la borsa, sono trapelate molte indiscrezioni sull'aggravarsi della crisi finanziaria e sulle possibili evoluzioni giudiziarie (il 3 febbraio ci sarà una decisione definitiva sulla richiesta di fallimento che pende sulla holding olandese che controlla MBFG).

L'assemblea tuttavia è stata l'occasione percepire l'umore diffuso tra chi sta vivendo un momento di assoluta incertezza e per mettere a confronto tutti gli attori che hanno voce in capitolo. Il Pd ha voluto raccordare tutti i livelli istituzionali: oltre al Resp.le Lavoro provinciale e Segretario di Circolo di Cavriago Mirko Tutino erano presenti l'On. Maino Marchi (componente della commissione bilancio della Camera), il Consigliere Regionale Gianluca Rivi, il Segretario del PD Giulio Fantuzzi ed il Sindaco di Cavriago Vincenzo Delmonte. Inoltre, tra il pubblico, erano presenti numerosi consiglieri della maggioranza in Consiglio Comunale di Cavriago e diversi Consiglieri Provinciali.

Il Partito Democratico, al termine dell'incontro, ha definito la sua posizione rispetto a quanto potrà avvenire nei prossimi giorni:

1) si chiede alla proprietà di fare piena luce sulla situazione economica del Gruppo e fare ogni possibile sforzo per evitare il fallimento di un'azienda così importante per Cavriago e per tutto il territorio reggiano.

2) qualora non si riesca ad evitare il peggio, si chiede l'attivazione degli strumenti previsti con la Legge Marzano, che prevede l'attivazione di un'amministrazione controllata che si ponga come obiettivo primario (a differenza di quanto potrebbero fare le banche creditrici in caso di fallimento), la tutela dei posti di lavoro e della produzione, salvaguardando la condizione occupazionale ed la sopravvivenza del marchio.

3) i Parlamentari continueranno ad insistere presso il Ministero per l'attivazione di un tavolo ministeriale sulla crisi del MBFG, allo scopo di gestire la possibile crisi aziendale.

4) i rappresentanti del PD in Comune, in Provincia ed in Regione sono pronti ad attivarsi per garantire l'utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali necessari.


Il PD è solidale con i lavoratori del Gruppo e, attraverso i diversi livelli istituzionali, farà qualsiasi cosa per evitare la chiusura di un'azienda così importante per Cavriago.

Tutto quanto è avvenuto, inoltre, deve indurci ad ulteriori riflessioni di carattere generale. Si dice spesso che dalla crisi non usciremo così come siamo entrati. Crediamo, anche in senso autocritico, che si debba ripensare al modello economico nel quale viviamo.
Non è pensabile che un'azienda, senza particolari crisi di produzione, possa crollare come un gigante d'argilla sotto il peso di debiti finanziari spropositati.
La libertà lasciata a gestioni economico-finanziarie spericolate, alle banche e a chiunque voglia moltiplicare il denaro mettendo in gioco importanti realtà produttive e posti di lavoro, nel futuro non potrà essere la stessa di oggi. Lo ha detto Barack Obama al discorso pronunciato al Congresso americano in occasione del suo primo anno di mandato e crediamo che dovrà dirlo con chiarezza anche il Partito Democratico.

mercoledì 27 gennaio 2010

BANCOMAT


E alla fine Delbono si è dimesso. Ha fatto bene, al di là di quel pensa una delle nuove commentatrici politiche del nostro paese, Sabrina Ferilli (che ha dichiarato che il sindaco avrebbe dovuto rimanere al suo posto, perchè per cose ben più gravi Berlusconi non ha lasciato il suo incarico). Delbono dimettendosi, così come ha fatto Marrazzo nel 2009, ha dimostrato che il Partito Democratico è un Partito serio, dove quando qualcuno commette qualche grosso errore o antepone l'interesse proprio a quello pubblico, si dimette.

Ma ora l'indagine su Delbono e le sue dimissioni comportano il commissariamento di una grande città come Bologna ed il rischio di consegnarla alla destra al momento del voto. Possibile che lui non ci avesse pensato nel momento in cui ha chiesto a mezzo Partito bolognese di sostenerlo alle primarie? Possibile che oggi, a differenza di quanto avveniva in altri anni, un Partito non sia in grado di venire a conoscenza di un problema del genere prima di candidare una persona?

Ci mettiamo nei panni di quei militanti e di quei volontari che a giugno, quando Cazzola aveva sollevato la questione, erano andati dalla gente a spiegare che erano tutte balle sollevate ad arte dalla destra. A loro va la nostra solidarietà.

A destra nessuno si pone problemi in questi casi. Da quelle parti si agita "il teorema delle toghe rosse" e tanto basta all'elettorato di centrodestra per non porsi più domande. Per fortuna i nostri elettori ed i nostri militanti non sono così.
Ci sarebbe molto altro da dire.. ma siccome lo ha detto con grande intelligenza Michele Serra sulla Repubblica di oggi, riportiamo il suo pezzo.

Da "l'Amaca" del 27 gennaio 2010.

“Quando ha capito che era finita con Delbono? Quando mi ha disattivato il bancomat.” Così rispose la signora Cinzia Cracchi, ex compagna dell’ex Sindaco dell’ex capitale dell’ex sinistra italiana, al giornalista di Repubblica Carlo Gulotta. Se fosse una battuta di Neil Simon sarebbe perfetta.

E’ invece – purtroppo – l’involontario riassunto di un pezzo (non piccolo) del nostro presente. Farne carico solo alla signora Cracchi, o al suo compagno di sventura, sarebbe ingiusto, e soprattutto troppo comodo. C’è una specie di sceneggiatura collettiva che ci piacerebbe poter riscrivere da cima a fondo. Non che si rimpiangano le gloriose scene di massa alla Novecento di Bertolucci, il torvo egoismo dei comunisti di Citto Maselli, la dura serietà del neorealismo: la storia è storia, il passato è passato eccetera. Però qualcosina di meglio, dico come generazione, come sinistra dei cinquantenni e quarantenni (alla nostra età, tra i padri e i nonni, c’era chi aveva già fatto la galera e l’esilio) magari la potremmo dire.

Provare ad alzare il livello, a marcare il territorio con segni un po’ più espressivi di un codice bancomat. La sinistra che non sa più parlare di politica non può permettersi di volare così basso anche quando parla d’amore.

lunedì 25 gennaio 2010

LA SCONFITTA DEGLI ALCHIMISTI


Ieri sera ho seguito con interesse lo spoglio delle primarie pugliesi. A molti amici nei giorni scorsi avevo espresso il mio parere: speravo che vincesse Vendola.

Dopo una campagna elettorale lampo hanno votato 200 mila persone (3 volte quelli che hanno votato alle primarie del 2005, più di quanti hanno votato a quelle del 25 ottobre) e ciò dimostra che la gente ha voluto correre ai seggi per esprimere il proprio parere. Dopo mesi di polemiche sui giornali, tattiche discusse nelle segreterie di Partito, assemblee regionali infuocate, finalmente il centrosinistra ha un candidato per le regionali anche in Puglia. Gli elettori sono venuti in massa a votare ed hanno dimostrato al gruppo dirigente del PD pugliese di essere stato fuori dal mondo per tutti questi mesi.

Ha perso Boccia, ha perso il gruppo dirigente locale del PD ed ha perso chi voleva anteporre a tutto il resto la necessità di costituire un'alleanza con l'UDC. E'innegabile che chi ha deciso di insistere, pur legittimamente, su questo disegno era anni luce dall'opinione del nostro elettorato. Non tanto per il fine di allargare l'alleanza, ma per la scelta di buttare a mare qualsiasi cosa per raggiungerlo.

Il mio parere è che con queste primarie abbiano perso gli alchimisti.

Quando la politica si riduce a tattiche, a logiche di corrente ed alla costruzione di operazioni politiche da laboratorio, il risultato non può essere che questo. Dobbiamo ringraziare che il problema sia emerso chiaramente nelle primarie, perchè se si fosse andati alle elezioni con due candidati di centrosinistra, il risultato sarebbe stato un vero Armageddon per il PD.

Sono in troppi (e non solo in Puglia) che credono che il Partito Democratico debba costruirsi in laboratorio. I grandi saggi dotati di guanti e strumenti asettici, capaci di vedere la verità senza farsi coinvolgere dalle emozioni dei comuni mortali, smuovono fialette e mescolano il contenuto colorato delle ampolle allo scopo di produrre grandi scelte strategiche di lungo periodo (alla faccia di Keynes.. che diceva che nel lungo periodo saremo tutti morti). E chi non capisce è un cretino, perchè non ha chiaro il grande disegno, noto solo alle intelligenze superiori.

L'alleanza con l'UDC può essere una scelta strategica di lungo periodo? Io credo di no: una cosa sono le alleanze locali (o un'eventuale alleanza a livello nazionale per mandare a casa una destra disastrosa) ma ben diverso è pensare di condividere un profilo strategico con un Partito di centrodestra (cacciato nel 2008 da Berlusconi) temporaneamente collocato all'opposizione.

Soprattutto non credo che un'alchimia politica possa essere vincente se non emoziona, se non è capace di muovere la passione dei militanti e, non ultimo, degli elettori. A volte temo che il merito delle singole questioni e le scelte politiche diventino secondarie e si persegua un progetto di alleanza perchè l'unico obiettivo è vincere. Alla domanda: "Per fare cosa?", la risposta è "Ci penseremo dopo aver vinto".

E invece no. Non può sopravvivere un progetto, per quanto largo, che non ha alle spalle una visione di società alternativa a quella della destra.

Nel 1995 la scelta di unire PPI e PDS e dare vita all'Ulivo candidando Romano Prodi alla guida del paese è stata un'alchimia. Ma era un esperimento che fece nascere spontaneamente migliaia di comitati in tutta Italia (anche a Cavriago) mobilitando energie che sino a quel momento non avevano mai pensato di impegnarsi in politica.

E'buffo che l'artefice dell'operazione Prodi del 1995 sia lo stesso di quella di Boccia nel 2010. Forse i riflessi e la lucidità politica non sono più quelli di una volta..

Comunque sia credo che il PD, anche quello nostrano, ieri sera abbia avuto dagli elettori una bella lezione.


Mirko Tutino
Segretario del PD di Cavriago

lunedì 18 gennaio 2010

UNA CRISI DA AFFRONTARE ASSIEME



Nota del Responsabile Lavoro del PD provinciale, Mirko Tutino




Siamo molto amareggiati per lo stato in cui versa il marchio storico reggiano “Mariella Burani Fashion Group” e molto preoccupati per la sorte dei 2mila dipendenti, 200 solo a Cavriago, che rischiano seriamente di trovarsi senza lavoro. Per questo motivo siamo vicini ai lavoratori che, nei giorni scorsi, hanno dichiarato lo stato di agitazione.

Abbiamo quindi deciso di organizzare per giovedì 28 gennaio alle ore 21, presso la Sala Civica Arduini di Cavriago, un incontro con i lavoratori del gruppo Burani, allo scopo di ascoltarli e comprendere quali possano essere gli scenari futuri dell’azienda.
La crisi Burani, causata quasi esclusivamente da ragioni finanziarie, rischia di avere serie ripercussioni occupazionali. Crediamo si debba proporre un forte impegno delle istituzioni locali, Regione in primis, per l’eventuale attivazione degli ammortizzatori sociali. Attraverso i nostri rappresentanti in Parlamento, inoltre, ci muoveremo per favorire l’apertura di un tavolo di confronto con i sindacati presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

All’incontro di giovedì saranno presenti: il segretario provinciale del Partito Democratico Giulio Fantuzzi, esponenti delle istituzioni locali e, il consigliere regionale Gianluca Rivi.

IL PD INCONTRA I LAVORATORI DEL GRUPPO BURANI


Dopo l'incontro della scorsa settimana, che non ha chiarito nessuno degli aspetti più preoccupanti della crisi del Gruppo Burani, questa mattina i lavoratori dell'azienda hanno organizzato un presidio davanti alla sede cavriaghese.

Nulla si sa sui 50 milioni di euro che la proprietà dovrebbe mettere a disposizione per ricapitalizzare il gruppo e nessuna notizia anche sul nuovo advisor che dovrebbe sostituire Mediobanca nella trattativa con le banche creditrici. A questo punto abbiamo incontrato alcuni referenti sindacali ed alcune famiglie di lavoratori e, in sintonia con il Circolo di Reggio 3 (Codemondo-San Bartolomeo) organizzeremo un incontro.
IL PARTITO DEMOCRATICO INCONTRA IL LAVORATORI DEL GRUPPO BURANI
GIOVEDI' 28 GENNAIO ORE 21,00

PARTECIPERA' IL CONSIGLIERE REGIONALE GIANLUCA RIVI

In occasione del picchetto davanti all'azienda, Partito Democratico esprime la propria solidarietà ai lavoratori in stato di agitazione.

giovedì 14 gennaio 2010

ALESSANDRI DOV'E?


Pubblichiamo questa nota dell'esecutivo provinciale PD.

I dati emersi dalla “rilevazione sulla crisi – dicembre 2009” presentata nei giorni scorsi da CGIL impongono alla politica delle riflessioni. Il 2009 si è chiuso con questi dati: in Provincia di Reggio le imprese che stanno utilizzando gli ammortizzatori sociali sono circa 600, per un totale di circa 24 mila cassaintegrati (più di un terzo degli addetti dell’industria) e di 22 mila disoccupati (7 mila in più del 2008). Ciò conferma che la priorità dell’occupazione posta da Pierluigi Bersani nella conferenza stampa del 7 gennaio è ancora più sentita nella nostra provincia.

Cantieri bloccati dal Governo: Alessandri dov’è? - Inutile ripetere, inoltre, quanto denunciato in queste ore dal Comune di Reggio Emilia: il patto di stabilità di Tremonti blocca i pagamenti dei Comuni. Milioni di euro da investire in cantieri locali sono congelati per le scelte del Governo centrale. Tutto ciò ha un prezzo anche sul piano dell'occupazione. Tuttavia la Lega Nord di Angelo Alessandri sembra del tutto disinteressata alla questione.

La maggioranza pensa ai problemi del premier, non a quelli della gente - Di fronte a questo quadro ci chiediamo, e chiediamo ai parlamentari reggiani di centrodestra, che senso abbia la scelta della maggioranza di proporre al Parlamento come primo tema, al rientro dalla pausa natalizia, quello della giustizia e del processo breve. Servono misure urgenti in grado di ampliare le risorse destinate agli ammortizzatori sociali e servono alcuni interventi che vadano a ridurre l’impatto della crisi.

Le proposte del PD - il Partito Democratico propone di raddoppiare la durata della cassa integrazione per i dipendenti da 52 a 104 settimane ed estendere sia nella durata che nell'entità l’indennità di disoccupazione per i precari. Il PD ha proposto anche l’introduzione di una detrazione straordinaria per dipendenti e pensionati con reddito inferiore ai 55 mila euro. In questo senso la proposta del Governo di ridurre solamente a due le aliquote per i lavoratori dipendenti non aiuterà chi ha redditi medi e bassi ed aiuterà solamente i redditi più elevati. Crediamo inoltre che meritino maggiore attenzione i lavoratori a progetto, i lavoratori interinali i cui contratti sono scaduti e non rinnovati e tutti coloro che, pur appartenendo ad aziende che non hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, non percepiscono da mesi il salario.

Sostegno ai contratti di solidarietà - Esprimiamo totale apprezzamento per il lavoro svolto unitariamente dai sindacati nel proporre e concordare contratti di solidarietà capaci di ridurre l'impatto della crisi in termini occupazionali. Ad oggi sono 1500 i lavoratori coinvolti da questo strumento. In una fase difficile come questa la solidarietà tra i lavoratori è fondamentale.

Le scelte della Regione hanno fatto la differenza - Dove governa il PD la differenza si è vista: la Regione Emilia-Romagna (sempre dai dati della CGIL) ha chiuso il 2009 sostenendo la Cassa Integrazione per ulteriori 353 imprese, per un totale di oltre 2200 lavoratori. Inoltre, nell’ultima Giunta Regionale del 2009, è stata approvata per tutto il 2010 l’estensione dell’esenzione del ticket sanitario per i lavoratori colpiti dalla crisi. Nel complesso la Giunta Errani, coinvolgendo attivamente la rete delle istituzioni locali, ha stanziato 520 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali, estendendo la copertura ai lavoratori della cooperazione, delle piccole e medie imprese artigiane e al commercio.

mercoledì 13 gennaio 2010

UNA SERA DA LEONI..


Ieri sera si è tenuto il Consiglio Comunale. Come avevamo anticipato, all’ordine del giorno era prevista anche una mozione si solidarietà al premier presentata dal gruppo Pdl - Lega Nord a seguito dell’aggressione del 13 dicembre 2010.

La maggioranza ha presentato una mozione che, confermando la solidarietà umana a Berlusconi come si farebbe verso chiunque è stato colpito da un gesto di violenza, condanna fermamente ogni tentativo di demonizzare i giornalisti e l’opposizione e chiede le dimissioni del Ministro Maroni, incapace di garantire la sicurezza del premier. Inoltre la maggioranza ha espresso preoccupazione per ogni tentativo di ridurre le libertà di stampa e di opinione.

Gli esponenti del PDL Casali e Leoni hanno risposto con le solite fregnacce da replicanti berlusconiani: è la sinistra a fomentare da 15 anni l’odio, Di Pietro e Travaglio sono i mandanti ecc.. Inoltre i due consiglieri di destra si sono lanciati in un attacco ad internet (i blog dell’odio) e di tutti coloro che criticano il premier.
Un vero anatema degno del regime teocratico iraniano. Nell’elencare gli esempi di odio espresso nei confronti di Berlusconi, il PDL ha citato l’intervento di Mirko Tutino che lo aveva definito un “frequentatore di prostitute”.

La replica è stata immediata: voi la chiamate “escort” e non prostituta solo perché si tratta di un politico (così come chiamate “persecuzione giudiziaria” quello che per noi comuni mortali viene definito “reato”), ma che cos’è la D’Addario se non una prostituta? Inoltre, ha ricordato Tutino, non si è saputo nulla della visita al Prefetto per denunciare il vile attacco a Berlusconi e non si è saputo più nulla della querela.

La risposta del Consigliere Leoni è da Zelig: “siete moralisti e vi dimenticati che Lenin è morto di sifilide. La questione morale dovreste sollevarla anche verso di lui.” Non è uno scherzo. Leoni ha davvero detto questa cosa.
Tra qualche giorno potrete consultare il sito del Comune (http://www.comune.cavriago.re.it/) e cercare nei verbali della seduta del 12 gennaio riscontro di quanto abbiamo scritto.

A ciò si aggiunge un fuori onda del Consigliere Casali fatto a Mirko Tutino. “Silvio Berlusconi in persona ha deciso di perdonarti”. Purtroppo di questo non esistono registrazioni..

lunedì 11 gennaio 2010

NON SIAMO DISPOSTI A FARE I SUOI COMODI

Il Partito Democratico di Cavriago e la maggioranza consigliare di "Insieme per Cavriago" non farà sponda al centrodestra nel sostenere leggi per limitare le libertà personali, di stampa e di opinione a causa del gesto dello pscicolabile Tartaglia. Nè tantomeno contribuiremo a mettere in secondo piano le responsabilità politiche di Silvio Berlusconi nella degenerazione del clima politico del nostro paese.

Il gruppo di maggioranza "Insieme per Cavriago" domani sera presenterà un proprio ordine del giorno in merito all'aggressione subita da Silvio Berlusconi lo scorso 13 dicembre. In tutta la provincia, ed anche a Cavriago, il Popolo della Libertà stà presentanto degli odg fotocopia il cui obiettivo è quello di avvalorare l'idea che il lancio del mini-Duomo in faccia al premier sia stato un gesto politico.

Nel nostro odg si dice invece che il "gravissimo di violenza nei confronti della persona del Presidente del Consiglio operato da parte di un soggetto con problemi psichici" e che il vero scandalo è che "uno squilibrato abbia potuto colpire da una distanza ravvicinata la persona del Presidente del Consiglio", perchè ciò "segnala una grave lacuna della scorta".

Insieme per Cavriago ritiene che "la violenza è sempre da condannare e che è dovere di tutti essere capaci di una visione della società in cui i violenti siano isolati e non imitati" e richiama le parole di Napolitano, che ha espresso ''il più netto, rinnovato appello perché ogni contrasto politico e istituzionale sia ricondotto entro limiti di responsabile autocontrollo e di civile confronto, prevenendo e stroncando ogni impulso e spirale di violenza".

Concluse le premesse l'odg esprime:

1) solidarietà umana nei confronti di Silvio Berlusconi, barbaramente colpito da un gesto di violenza;

2) la condanna più completa di quanto accaduto e l’auspicio che tutte le forze politiche operino per emarginare e condannare ogni richiamo alla violenza;

3) forte preoccupazione per la strumentalizzazione del gesto isolato di un folle operata da taluni esponenti della maggioranza, che hanno direttamente collegato l’offesa violenta di cui è responsabile una unica persona all’azione di confronto e contrasto che i partiti di opposizione portano avanti in Parlamento accusando quest’ultimi insieme a diversi giornalisti e quotidiani di esserne i mandanti morali;

4) la propria contrarietà a tutte le proposte avanzate da esponenti del Governo, a partire dal Ministro degli Interni, tese a ridurre le libertà individuali, il diritto di manifestazione, la libertà di stampa, di opinione ed il libero accesso alla rete;

e nel contempo chiede

1) a tutte le forze politiche locali e nazionali, così come sollecitato dal Presidente della Repubblica, di adottare nel confronto politico e nei lavori delle assemblee elettive, una prassi rispettosa delle regole ed immune da episodi di prevaricazione o atteggiamenti offensivi tali da degenerare in sterili scontri personali che sviliscono il mandato popolare ricevuto dall’elettorato;

2) al Ministro degli Interni, responsabile dei servizi di sicurezza delle alte cariche dello Stato, di rassegnare le dimissioni per le lacune dimostrate nel corso dell’aggressione subita dal Presidente del Consiglio;

3) di trasmettere il presente Ordine del Giorno al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati.

venerdì 8 gennaio 2010

2010, DUE NUOVE VIE A CAVRIAGO

Innanzitutto buon anno a tutti i nostri lettori!
La nuova Giunta Comunale di Cavriago nelle scorse settimane ha dovuto effettuare le sue due prime intitolazioni di strade. Si tratta di due strade della nuova area industriale nella zona ovest Corte Tegge che prima non esistevano.

Le due nuove vie sono state intitolate a Luciano Lama ed a Adriano Olivetti.
Vogliamo esprimere tutto il nostro sostegno a questa scelta.

In prima analisi perchè si è scelto di intitolare le nuove vie di Corte Tegge a due figure di spicco del mondo del lavoro italiano. Si parla sempre meno di lavoro e delle condizioni di chi lavora ed è giusto che, anche attraverso l'intitolazione di luoghi del nostro territorio, si richiami la storia dello sviluppo industriale del nostro paese. Al di là della clamorosa crisi finanziaria del gruppo Burani (che ad oggi tuttavia non ha messo in discussione nessun posto di lavoro nè tantomeno è ricorsa alla cassa integrazione) sono decine le aziende di Corte Tegge che in questi mesi hanno dovuto ricorrere alla cassa integrazione o hanno operato drastiche riduzioni del personale interinale. Di loro si parla molto meno. Alcune di queste aziende sono a Cavriago da decenni ed hanno affrontato tutte le crisi a testa alta, ma ora sono in ginocchio. Mai come ora, dunque, era opportuno pensare al mondo del lavoro per intitolare due nuove strade.

Crediamo inoltre che si debba dire qualcosa anche sulle scelte di merito. Luciano Lama è stato un grande sindacalista. Una figura onesta sotto ogni profilo, capace di rappresentare gli interessi dei lavoratori in anni durissimi per le battaglie sindacali. Gran parte dei diritti di cui godiamo oggi sono il frutto del lavoro di persone come lui. Crediamo non si debba nemmeno sottovalutare che l'intitolazione a Lama arriva nel momento in cui il suo sindacato, la CGIL, è rimasta da sola nella difesa del ruolo del sindacato ed è l'unica organizzazione sindacale a dire parole chiare sull'insufficienza del Governo nel corso della crisi economica che stiamo vivendo.


Adriano Olivetti era un imprenditore,e specularmente a Lama ha saputo interpretare una visione del suo ruolo che oggi in molti dovrebbero prendere ad esempio. Dopo gli anni del suo impegno antifascista, con il progetto "comunità" ha promosso una visione etica dell'impresa, allo scopo di applicare concretamente il concetto della responsabilità sociale dell'imprenditore. Crediamo sia un'idea attualissima, soprattutto perchè in questi anni molti imprenditori trattano il lavoratore (specialmente se straniero) come mera forza lavoro, la cui presenza viene dimenticata un minuto dopo aver timbrato il cartellino.