mercoledì 25 aprile 2012

Due parole, un pensiero. 25 aprile 2012

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione”. Sono celebri parole che Piero Calamandrei rivolgeva agli studenti milanesi nel 1955. Sono molti i modi per celebrare la Liberazione dal nazifascismo e per fornire alle persone strumenti ed elementi per riflettere sulla tragedia che si è abbattuta sul nostro Paese e che ancora oggi affiora, indelebile, nella memoria di tanti testimoni, qui con noi oggi in questa giornata di ricorrenza nazionale. Possiamo pensare che la tragedia del nazifascismo come la tragedia di tutti i totalitarismi deriva da un crollo collettivo di senso di responsabilità. Questo dovrebbe indurre ogni persona a vigilare affinché questa sorta di coscienza sociale, oggi sempre messa più a dura prova da esempi ed interessi contraddittori e irresponsabili, non sparisca nuovamente. Gli ultimi episodi, i pentoloni scoperchiati dalla magistratura su pratiche illecite all'interno dei partiti, hanno gettato benzina sul fuoco dell'antipolitica creando uno scollamento impressionante tra il mondo politico e la società civile. Proprio in un momento in cui l’economia va a rotoli, proprio in un momento in cui si chiedono immensi sacrifici ai lavoratori, ai pensionati, agli onesti imprenditori, si assiste ad una rigidità di pensiero e di reazione, da parte del mondo politico, a dir poco sconcertante. Per non parlare dei fondi destinati alla politica. Giusti a mio parere i fondi pubblici, ma esorbitanti in un momento in cui a tutti si chiede di fare dei sacrifici e ridimensionare le proprie spese. C’è veramente una brutta aria in giro e nessun partito può considerarsi al riparo in questo momento. Se non contrastiamo l’antipolitica con azioni forti, prese di posizioni decise e soprattutto serietà, quest'ondata spazzerà via tutti, Partito Democratico compreso. Il Partito Democratico, nello spirito fondativo, voleva essere un partito moderno, nuovo, al passo con i tempi. Bene, questo è il momento di dimostrare che c’è. Non si può indulgere nell'antipolitica. L’Italia non ha bisogno di una deriva demagogica. C'è bisogno di partiti amici della gente e della cultura, dinamici, moderni che offrano idee nuove a questo Paese e che si chiedano quale sarà l'Italia del 2013 e degli anni a venire, ma, soprattutto, che la mettano in cantiere. C'è bisogno di una stagione in cui i partiti si rifondano profondamente e culturalmente. C’è bisogno di aria nuova.