Signore consigliere, Signori consiglieri, il giuramento sulla Costituzione che il sindaco è chiamato a prestare – secondo la legge – davanti al Consiglio comunale nella seduta di insediamento non è un atto formale. Almeno non lo è per me.
Nel momento in cui si inizia il nuovo mandato amministrativo 2009 – 2014, l’impegno solenne ad osservare lealmente la legge suprema della Repubblica italiana significa molte cose.
Significa innanzitutto riconoscersi pienamente in quei valori e in quegli ideali di libertà e democrazia, uguaglianza e di solidarietà che ispirarono la Resistenza, segnarono il cammino del popolo italiano verso il riscatto dalla dittatura e costituirono l’inchiostro con il quale fu scritta la legge fondamentale degli Italiani, entrata in vigore il 1° gennaio 1948.
Più di sessant’anni fa l’Assemblea costituente - di cui fecero parte due cittadini onorari di Cavriago: Nilde Iotti e Giuseppe Dossetti - ha compiuto un’opera importante se è vero - come è vero - che ancor oggi i punti fondamentali della Costituzione mantengono la loro attualità e la nostra Carta è una delle più avanzate tra quelle dei Paesi democratici del mondo.
Come ci ha ricordato in questa sala il nostro concittadino Don Giuseppe Dossetti, che ha detto di avere imparato nella comunità di Cavriago un’apertura universale, i costituenti hanno saputo guardare lontano.
Da molto tempo, almeno vent’anni, l’organizzazione della vita pubblica non corrisponde più alle aspirazioni e alle esigenze dei cittadini e del mondo economico. Le forze politiche, tutte, non hanno saputo realizzare le riforme, anche profonde, necessarie per far si che l’Italia rimanga uno stato moderno. Bicameralismo, formazione delle leggi, numero di parlamentari, articolazione dello Stato in Regioni, Province e Comuni e attribuzione delle rispettive competenze ed altro ancora sono questioni irrisolte che pesano negativamente sull’efficienza del sistema politico e istituzionale. E di conseguenza ne soffre la vita democratica, ne soffre il mondo economico.
I riflessi negativi della mancata riforma dello Stato sulla società civile sono visibili nello scadimento della qualità della democrazia minacciata da tentazioni autoritarie e oligarchiche; sono visibili nell’emergere e nel prevalere di vecchi e nuovi corporativismi sull’interesse generale, sul bene comune.
La conseguenza è che si affermano sempre più modelli di vita sociale che esaltano l’individualismo esasperato, il mito del successo personale ad ogni costo. La convivenza civile, il rispetto degli altri, la solidarietà con chi è meno fortunato, il cosiddetto bene comune sono diventati invisibili, confinati in un limbo. Scarsa ammirazione e considerazione riscuote chi ha merito e capacità professionali; i riflettori sono per chi ostenta stili di vita di plastica, chi appare nelle cronache rosa, chi si circonda di veline.
Ritengo che la mancanze di riforme significative stia determinando, anche nelle nostre realtà, lo spostamento di molti elettori verso quelle forze politiche di centro-destra che annunciano da tempo, con roboanti squilli di tromba, riforme ed innovazioni nella vita pubblica, salvo poi non concludere nulla adducendo la pietosa motivazione di avere le mani legate.
Alle elezioni del 6 e 7 giugno scorsi del Sindaco e del Consiglio comunale si sono presentate sei liste, fatto inusuale per una realtà delle nostre dimensioni che ha determinato un frazionamento notevole del corpo elettorale. Penso che la presenza di sei liste e i risultati delle votazioni saranno motivo di profonda riflessione per le forze politiche cavriaghesi e anche per il sottoscritto.
Con l’insediamento del Consiglio comunale iniziamo un viaggio lungo cinque anni. Come maggioranza ci siamo impegnati e ci impegniamo a realizzare un programma di governo che affronta i principali problemi della nostra comunità. Non sarà facile, non soltanto perché le questioni da affrontare in una società matura ed avanzata come la nostra sono complesse, ma anche perché stiamo attraversando una crisi economica ed occupazionale molto grave, con tempi di recupero sicuramente non brevi.
Dobbiamo fare i conti con un quadro generale della legislazione sulle autonomie locali che è completamente bloccato e non corrisponde alle necessità delle comunità locali.
I patti di stabilità, l’autonomia impositiva, il federalismo fiscale, la sovrapposizione di competenze, la semplificazione dei livelli istituzionali, la burocrazia asfissiante sono questioni da anni all’ordine del giorno del Parlamento, ma non risulta il benché minimo segnale di un avvio verso soluzioni soddisfacenti. Si è iniziato il percorso per la riforma del federalismo fiscale, ma esprimo tutta la mia perplessità che nei prossimi cinque anni si possa riscontrare un qualche risultato. Spero di sbagliarmi.
Faremo del nostro meglio per realizzare gli obiettivi del programma di governo che abbiamo presentato agli elettori.
Dichiaro la mia disponibilità al confronto con i consiglieri di minoranza nel merito dei provvedimenti che questo Consiglio sarà chiamato a discutere ed approvare. La mia sarà una disponibilità piena se ci sarà la volontà comune, condivisa, di contribuire al bene comune. Non lo sarà quando si punterà alla polemica gratuita per conquistare qualche titolo sui giornali.
Con altrettanta convinzione esprimo l’intento di assicurare la massima apertura ad affrontare nuove questioni, ad indicare nuovi obiettivi da raggiungere a questo Consiglio.
C’è bisogno di un confronto aperto, costruttivo. E lo dico in particolare ai consiglieri di “Cavriago Comune”, lista civica di ispirazione di sinistra. Le elezioni si sono concluse, gli elettori si sono espressi, ogni lista ha ben chiaro il consenso ricevuto dal corpo elettorale. Da lì occorre partire. Sono molti gli ideali e i valori che ci accomunano, sicuramente più di quelli che ci dividono. E allora abbandoniamo – noi e voi - le sterili polemiche, apriamo un conforto franco, serrato sulle questioni che più ci stanno a cuore per individuare le soluzioni migliori per il bene del paese.
I fondamenti della Costituzione sono la bussola che mi guiderà nell’attività di Sindaco.
Considererò i cittadini e i residenti a Cavriago tutti uguali di fronte alla legge, allo stesso modo, senza pregiudizi, a prescindere dalle condizioni economiche, dal credo religioso, dalle convinzioni politiche, dalle nazionalità o dalle zone di origine, dal colore della pelle.
Non è nel mio stile fare favoritismi e alimentare clientele; continuerò su questa strada.
Intendo assicurare la massima trasparenza degli atti amministrativi, nel rispetto delle leggi e della privacy dei singoli cittadini. Farò di tutto per difendere i diritti di cittadinanza, ma farò presenti a tutti i cittadini quelli che sono i doveri di chi vuole vivere in una comunità.
Assicuro ai consiglieri e ai cittadini il mio impegno per far crescere questo paese, per migliorare la qualità della vita soprattutto di coloro che si trovano in situazioni di maggior disagio.
Auspico che il confronto in questo Consiglio comunale sia improntato al rispetto reciproco delle idee e delle proposte di ciascuno: è il modo migliore, credo, di riempire di contenuti veri parole come libertà e democrazia.
Vi ringrazio.
INTERVENTO DELLA CAPOGRUPPO ENRICA TESTA.
Ci sono 2 temi che come maggioranza riteniamo doveroso affrontare in questa prima occasione.
Il primo riguarda gli obiettivi di questa legislatur. Come abbiamo avuto modo di dire in varie occasioni, e partendo anche dal risultato elettorale, vorremmo sottolineare quali sono, al di là della realizzazione dei punti del programma, gli obiettivi che intendiamo porci per questi prossimi cinque anni. Riguardano in particolar modo 3 nodi fondamentali:
Partecipazione dei cittadini,
Dialogo con la minoranza,
Dialogo con i giovani.
Vogliamo porci, in particolare, l’obiettivo di far vivere in modo più partecipato il rapporto tra le giovani generazioni e l’Amministrazione. In questo senso dovrà essere fatto uno sforzo, per capire quali possono esser i canali di comunicazione più adeguati a stabilire rapporti più intensi e di fiducia con i giovani, anche attraverso l’attivazione di forme di partecipazione nuove, a misura della generazione a cui ci si riferisce. In provincia i migliori risultati sono stati ottenuti dai candidati giovani e la stessa cosa è avvenuta nel Consiglio Comunale cavriaghese, a riprova della richiesta degli elettori di investire sul rinnovamento della politica.
Giudichiamo molto positiva la scelta del Sindaco di inserire figure giovani e capaci di esprimere un forte rinnovamento nelle scelte amministrative all’interno della nuova Giunta comunale.
Ma non basta. I risultati elettorali ci hanno detto che la buona amministrazione, la gestione positiva dei servizi, la realizzazione di numerose opere pubbliche non sono più sufficienti a garantire il consenso degli elettori. E’ necessario dare risposte comprensibili ai temi sollevati con questo risultato elettorale, lavorando come Consiglio Comunale a supporto dell’Amministrazione e come interfaccia dei cittadini.
Questo è il ruolo principale che ci spetta: siamo garanti e dialoganti con i cittadini che ci hanno eletto e ci hanno dato la loro fiducia. E il nostro impegno in questi anni sarà totalmente volto ad ascoltare quelle che sono le percezioni e le richieste di questa società sempre più complessa e con bisogni sempre più diversificati.
È inoltre doveroso aprire una riflessione con la sinistra radicale, soprattutto si quei temi che la destra ha utilizzato come cavalli di battaglia. La gestione dell’immigrazione, che a Cavriago non è una criticità, come vogliono farci credere, inculcando paure false e destabilizzanti. La percentuale di persone straniere non è alta, e auspichiamo che, aumentando, il nostro paese sia in grado di esercitare una vera e propria accoglienza. Un altro falso problema è la sicurezza, anche in questo caso, per Cavriago, non esiste un reale problema in questi termini. A Cavriago per noi sicurezza significa vivibilità del territorio, quindi vivere in sicurezza con piste ciclabili, pedonali, rallentatori, ecc.. Ma questi problemi, posti nell’ottica in cui li presenta la destra, non si possono ignorare, perché sono nella percezione delle persone… e questi sono solo alcuni dei banchi di prova sui quali la gente si aspetta un miglioramento delle politiche del centrosinistra.
Su questi punti, così come sul tema della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, intendiamo dialogare con le altre forze di sinistra, chiedendo a ciascuno di presentare le proprie proposte.
La seconda riguarda il programma di questa legislatura
Siamo preoccupati per la situazione economica del paese che, in questo momento, deve essere il punto di partenza per qualsiasi proposta per la prossima legislatura. Il governo sembra ignorare la portata devastante della crisi economica.
Le grandi scelte per uscire dalla crisi spettano agli stati ed ai governi nazionali ma l’impressione che si ha è che ben presto un numero assai alto di famiglie e singole persone in difficoltà economica si rivolgeranno ai Comuni, che da sempre rappresentano l'istituzione più vicina ai cittadini per rispondere alle esigenze della popolazione. Diventerà quindi inevitabile pensare a politiche amministrative che assumano la forma di ammortizzatori sociali temporanei e che permettano di alleviare le difficoltà economiche dei cittadini che Amministreremo.
In questa logica, all’interno delle azioni amministrative di questo programma, durante questa fase di emergenza che pare si protrarrà oltre il 2009 ed almeno fino alla metà del 2010, si incrementeranno le risorse necessarie per affrontare i disagi economici delle famiglie e delle singole persone in difficoltà.
Ci rendiamo perfettamente conto che il campo di azione a livello locale è limitato ma cercheremo comunque di muoverci in questa logica secondo una politica che consideri in via prioritaria le azioni di sostegno a quei singoli e quelle famiglie colpite dalla crisi.
Ma oltre all’importante questione economica, esistono altri obiettivi che un’amministrazione deve promuovere: un governo del territorio rispettoso dell’ambiente e pensato come investimento sulle future generazioni, l’attenzione ai servizi (sociali ed educativi) come strumento per la tutela delle persone, la cultura, la formazione ed il tempo libero come mezzi per una migliore qualità della vita.
Un ultimo aspetto che ci preme sottolineare riguarda la capacità di ascoltare quella parte del paese che vive meno la vita pubblica. Molti cavriaghesi provengono da altre realtà d’Italia o del mondo oppure vivono il paese solo nel tempo libero, passando la gran parte della giornata fuori dal nostro territorio. Vogliamo superare le tradizionali forme di comunicazione per metterci in contatto anche con queste persone e raccogliere ogni contributo utile alla crescita della nostra vita pubblica.
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