Finisce l'estate, riprende il lavoro (per noi alla festa) e riprendono gli immancabili comunicati stampa contro il Sindaco della lista civica Cavriago Comune (alias Rifondazione Comunista e rotti). Questa volta il motivo è contro-replicare all'intervista che il Sindaco ha rilasciato in merito all'arresto di Walter e Giovanni Burani.
Non vogliamo contro-contro-replicare pubblicamente sulla stampa, sia perchè le valutazioni serie e rigorose che fa il Sindaco sulla Gazzetta sono più che sufficienti sia perchè non temiamo questi giudici sommari che vivisezionano dichiarazioni rilasciate mesi prima che venissero resi pubblici alcuni fatti al solo scopo di avere il proprio nome stampato in bella vista sui giornali, nella speranza di diventare famosi come certi tronisti.
Un interessante articolo comparso il 28 agosto sul Sole 24 Ore (pagina 8) illustra tutta la complessità del crollo dei Burani, illustrando le responsabilità degli interessati, delle banche, dei revisori dei conti.
Non vogliamo contro-contro-replicare pubblicamente sulla stampa, sia perchè le valutazioni serie e rigorose che fa il Sindaco sulla Gazzetta sono più che sufficienti sia perchè non temiamo questi giudici sommari che vivisezionano dichiarazioni rilasciate mesi prima che venissero resi pubblici alcuni fatti al solo scopo di avere il proprio nome stampato in bella vista sui giornali, nella speranza di diventare famosi come certi tronisti.
Un interessante articolo comparso il 28 agosto sul Sole 24 Ore (pagina 8) illustra tutta la complessità del crollo dei Burani, illustrando le responsabilità degli interessati, delle banche, dei revisori dei conti.
http://eventiquattro.ilsole24ore.com/eventi-e-altro/finanza-e-finanziamenti/notizie/2010/08/28/la-lezione-per-le-banche-dai-fallim.aspx
E leggendo l'ottimo articolo del giornalista Fabio Pavesi sul Sole 24 Ore, emerge chiaramente che se ai Burani è stato possibile muoversi in un certo modo, è perchè qualcuno ha controfirmato bilanci mascherati e perchè hanno latitato gli organismi di controllo. Ed è il nodo che affronta Vincenzo Delmonte nella sua intervista di venerdì scorso.
Di fronte ad un sistema privo di regole, di fronte a controllori che hanno taciuto sino a quando le cose non sono state evidenti a causa della crisi finanziaria, il problema sono quindi le dichiarazioni del Sindaco di Cavriago quando ancora, a febbraio, si poteva sperare che i Burani salvassero la loro azienda?
Si chiede scusa per aver detto delle cose false (e Rifondazione-Cavriago Comune in passato, pur di spararle grosse, l'ha fatto in varie occasioni), si chiede scusa per avere illuso (e pensiamo ai Burani) i propri dipendenti, i propri concittadini ed anche il proprio Sindaco.
E leggendo l'ottimo articolo del giornalista Fabio Pavesi sul Sole 24 Ore, emerge chiaramente che se ai Burani è stato possibile muoversi in un certo modo, è perchè qualcuno ha controfirmato bilanci mascherati e perchè hanno latitato gli organismi di controllo. Ed è il nodo che affronta Vincenzo Delmonte nella sua intervista di venerdì scorso.
Di fronte ad un sistema privo di regole, di fronte a controllori che hanno taciuto sino a quando le cose non sono state evidenti a causa della crisi finanziaria, il problema sono quindi le dichiarazioni del Sindaco di Cavriago quando ancora, a febbraio, si poteva sperare che i Burani salvassero la loro azienda?
Si chiede scusa per aver detto delle cose false (e Rifondazione-Cavriago Comune in passato, pur di spararle grosse, l'ha fatto in varie occasioni), si chiede scusa per avere illuso (e pensiamo ai Burani) i propri dipendenti, i propri concittadini ed anche il proprio Sindaco.
Non c'è nessuna scusa da chiedere quando si è auspicato che persone che vivono a Cavriago da sempre fossero più attente alla loro impresa e a centinaia di posti di lavoro che ai loro personali interessi. In questo senso se molti di noi hanno peccato, è stato nello sperare in questo.
Quando non si parte con l'idea che la proprietà privata (e quindi l'impresa) sia un furto, forse si può anche incappare in questo inconveniente.
Ci dispiace e ce ne scusiamo.
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