Ingrid Betancourt è stata liberata dopo 6 anni e quasi 5 mesi di prigionia.
Sembrava che questo giorno non sarebbe mai arrivato, e sembrava che sarebbe stato frutto di ancora lunghe e penose trattative impossibili… E’ stato così inaspettato che ancora si stenta a crederci.
Dopo anni di mediazioni, o di tentate mediazioni, solo un blitz militare è stato in grado di liberarla. Questo purtroppo segna il passo di fronte ai tentativi di dialogo con le FARC, che anche le Betancourt nella sua campagna elettorale portò avanti, e che le costarono il rapimento. Invece il successo dell’esercito colombiano incorona la strategia di fermezza e durezza scelta dal presidente Alvaro Uribe.
Ma quello che oggi conta di più è che Ingrid è libera. Il più celebre ostaggio del mondo, come l’ha definita “Le Monde”, è stato liberato.
Una donna che ha messo la propria vita al servizio della lotta contro la corruzione, e della salvaguardia dei diritti umani, diritti di cui è stata così barbaramente privata per tanto tempo, ha finalmente potuto rivedere la sua famiglia e può ora raccontare tutto quello che ha vissuto in questo tempo infinito. Molte parole sono state spese sul periodo di detenzione. Io credo che niente potrà restituirle ciò che ha perso, e nessun racconto potrà in qualche modo anche solo minimamente avvicinarsi a quello che realmente ha vissuto. Però non si è lasciata abbattere, è una persona coraggiosa che ha sempre messo l’altro, gli altri, i suoi ideali, prima della sua stessa vita, anche a costo di dover allontanare i suoi figli da sé per non esporli al pericolo a cui lei stessa, in Colombia, durante la campagna elettorale, si esponeva.
Scriviamo della Betancourt perché nella sua vita ha lottato per ciò in cui ha creduto, perché le è costato tanto, e nonostante quello che ha passato le sue prime parole sono state anche oggi per altre persone, per gli ostaggi (più di 700) non ancora liberati e i carcerieri, per i quali ha detto di provare pena. Questo dimostra la forza e la lucidità di una persona che ha ancora tanto da dare. Speriamo che la sua esperienza terrificante non venga dimenticata, e che Ingrid non privi il mondo della sua intelligenza e della sua profondità d’animo, perché c’è ancora molto bisogno di lei.
Enrica Testa
giovedì 3 luglio 2008
"J'ai tellement rêvé de ce moment"
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