Siamo sulla stessa barca. Più di 40 anni fa un grande Presidente americano diceva che tutti gli abitanti del pianeta respirano la stessa aria, sono sotto lo stesso cielo, hanno le stesse esigenze e hanno tutti la volontà di vedere crescere serenamente i propri figli, e quindi la Terza Guerra Mondiale tra USA e URSS non si doveva fare.
Oggi la televisione avvicina città lontanissime ed accomuna miliardi di persone. Per quanto la politica americana sia sempre più “hollywoodiana” di quella del vecchio continente, è innegabile che tanti, tantissimi argomenti toccati dagli interventi della convention democratica si possono benissimo trasportare in Italia.
La paura per la crisi dei mutui, la difficoltà a garantire servizi sociali che funzionino, il rischio di non avere un sistema educativo inclusivo e, non ultimo, la politica estera unilaterale e guerrafondaia di Bush sono solo alcuni esempi. I volti che la tv ci ha fatto vedere da Denver sembravano tanto le facce che ho visto nei congressi nazionali, nelle feste dell’Unità prima e del PD dopo... in pratica siamo noi. Siamo tutti sulla stessa barca (una buona metà di chi può esprimersi col voto) a credere in un cambiamento che restituisca a questo pianeta qualche speranza in più di dare a tutti, e non solo ad alcuni, una vita migliore.
Barack Obama non ha solamente vinto le primarie, ha restituito a tantissimi democratici americani una prospettiva, un sogno in cui credere. Oggi tanti nel mondo, anche da noi, lo guardano come un punto di riferimento e credono davvero che possa rappresentare un cambiamento. Cerchiamo fuori ciò che non troviamo in casa nostra. Crediamo che questo sia ciò che dobbiamo ritrovare in Italia.
Oggi la televisione avvicina città lontanissime ed accomuna miliardi di persone. Per quanto la politica americana sia sempre più “hollywoodiana” di quella del vecchio continente, è innegabile che tanti, tantissimi argomenti toccati dagli interventi della convention democratica si possono benissimo trasportare in Italia.
La paura per la crisi dei mutui, la difficoltà a garantire servizi sociali che funzionino, il rischio di non avere un sistema educativo inclusivo e, non ultimo, la politica estera unilaterale e guerrafondaia di Bush sono solo alcuni esempi. I volti che la tv ci ha fatto vedere da Denver sembravano tanto le facce che ho visto nei congressi nazionali, nelle feste dell’Unità prima e del PD dopo... in pratica siamo noi. Siamo tutti sulla stessa barca (una buona metà di chi può esprimersi col voto) a credere in un cambiamento che restituisca a questo pianeta qualche speranza in più di dare a tutti, e non solo ad alcuni, una vita migliore.
Barack Obama non ha solamente vinto le primarie, ha restituito a tantissimi democratici americani una prospettiva, un sogno in cui credere. Oggi tanti nel mondo, anche da noi, lo guardano come un punto di riferimento e credono davvero che possa rappresentare un cambiamento. Cerchiamo fuori ciò che non troviamo in casa nostra. Crediamo che questo sia ciò che dobbiamo ritrovare in Italia.
La politica non vive solo di programmi, vive anche di grandi obiettivi, di sogni.
Qual è il nostro sogno?
I nostri elettori, la gente che fa attività a livello locale credo che lo sappia, ma serve un Obama anche a noi. Serve qualcuno che salga su un palco, ogni sera, e ci dica che anche l’Italia può cambiare e che il PD sa come cambiarla. Del resto il Partito Democratico è l’unica speranza rimasta per chi non vuole un paese sempre più iniquo. Non è pensabile affidarsi a Di Pietro, che cavalca ogni onda che gli regala popolarità senza avere nessun progetto (al di là del tema della giustizia) né tantomeno alla “sinistra alternativa”, che nonostante il risultato elettorale imponesse una rinascita, si è frammentata in rivoli e correnti, scegliendo la strada peggiore tra le tante possibili.
Qual è il nostro sogno?
I nostri elettori, la gente che fa attività a livello locale credo che lo sappia, ma serve un Obama anche a noi. Serve qualcuno che salga su un palco, ogni sera, e ci dica che anche l’Italia può cambiare e che il PD sa come cambiarla. Del resto il Partito Democratico è l’unica speranza rimasta per chi non vuole un paese sempre più iniquo. Non è pensabile affidarsi a Di Pietro, che cavalca ogni onda che gli regala popolarità senza avere nessun progetto (al di là del tema della giustizia) né tantomeno alla “sinistra alternativa”, che nonostante il risultato elettorale imponesse una rinascita, si è frammentata in rivoli e correnti, scegliendo la strada peggiore tra le tante possibili.
Stasera, come in tutte queste serate, ci saranno tanti cavriaghesi che andranno a fare servizio al ristorante Adriatico di Festa Reggio, a lavorare per il Partito. Abbiamo bisogno di sentire qualcuno che dica (non a noi, ma all’Italia tutta) perché lo facciamo. I democratici italiani, così come il socialdemocratici d'Europa o i democratici americani, un sogno ce l'hanno ed è ora che lo tirino fuori.
3 commenti:
Sono d'accordo con il voto agli immigrati regolari residenti da più di 5 anni.. finalmente il PD è tornato a dire qualcosa.. Facciamo questa battaglia anche a Cavriago!
Troppe citazioni americane per essere i discendenti del PCI.
Si sta trattando Obama come se rappresentasse la soluzione dei problemi americani ed anche italiani.
Addirittura un link per seguire la campagna elettorale americana?
Mi sembra un po' troppo.
Obama è americano e come tale farà in futuro, se necessario calpestando tutto quanto per la gloria degli USA.
Per fare meglio di Bush basta poco.
Sembra una campagna Obama Santo subito.
Sempre meglio di chi si richiama a paesi morti e sepolti.
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