Ormai tutti sanno di cosa è successo nelle scorse settimane all'interno della Lega Nord di Reggio Emilia. Un Partito che ha costruito la sua fortuna politica contro "Roma Ladrona", che a parole ha usato termini giacobini contro i corrotti e contro i politici sospettati di aver commesso affari poco leciti, si è rivelato costellato di consulenti d'oro, di potenti che distribuiscono risorse pubbliche alle associazioni amiche, di parlamentari ai quali piace usare il proprio ruolo per non rispettare le regole.. comprese quelle del codice della strada.
Bene, crediamo che si debbano dividere due questioni.
La prima riguarda Guastalla. Vincono per la prima volta in un Comune e, in un solo anno, riescono a fare emergere un modo di governare che segnala un malcostume degno di altre realtà d'Italia. Altro che politica pulita, fatta dal basso ed in mezzo alla gente. Il bello è che questa destra è la stessa che (anche a Cavriago) parla di "tagli alle consulenze" e di trasparenza.. Dategli in mano un Comune e vedrete cosa faranno. Sarebbe opportuno che questa coalizione di paciugoni lasciasse nuovamente ai guastallesi l'opportunità di scegliere da chi farsi governare ed il Sindaco, primo responsabile delle scelte della sua Giunta e del suo Vice, si dimettesse. Ricordiamoci che per molto meno Del Bono è andato a casa.
Seconda questione, ben più ampia. Con il caso Alessandri-Lusetti è emersa prepotentemente la cultura politica della Lega che disprezza le regole ed è convinta che il potere debba essere usato come qualcosa di privato. Che non tentino di additare in Lusetti la "mela marcia": le consulenze che distribuiva erano ben note a tutti. 16 anni di alleanze con Berlusconi hanno geneticamente modificato quel Partito, rendendolo esattamente uguale a quella politica che agli albori la Lega voleva combattere.
Hanno accettato che i Comuni in dissesto del sud ricevessero, alla faccia del nord, ingenti contributi per ridurre i propri debiti senza nessun cambio di rotta rispetto al malgoverno che aveva generato le voragini. Hanno sostenuto leggi che centralizzano a Roma le scelte che riguardano i servizi del territorio e che sottraggono ingenti risorse ai Comuni virtuosi. Hanno votato tutte le leggi salva-Berlusconi ed hanno condiviso norme che sembrano scritte apposta per favorire la criminalità organizzata (compresa quella che favorisce l'immigrazione clandestina). Hanno promosso gli amici ed i parenti (oltre al caso Lusetti, ricordate il trota?) ìn incarichi prestigiosi, alla faccia dei meriti e della trasparenza.
Non sono nemmeno stati capaci di fare quello che hanno promesso: l'immigrazione clandestina non è calata ed il federalismo è solo una bugia. Ecco che cosa è, ed è sempre stata, la Lega.
Nonostante tutto sino ad oggi non hanno perso un voto.
Ed ecco perchè è bene che ogni iscritto, militante o elettore del PD e del centrosinistra che conosce un elettore che ha simpatia per la Lega gli faccia fare i conti con la realtà. Riprendiamoci il nostro orgoglio e a testa alta andiamoli a cercare, facciamoli vergognare di quello che dicono e di chi hanno votato.
Siamo anche noi tra coloro che pensano che sia sbagliato dare agli elettori tutte le colpe: la forza della destra è anche frutto di cosa siamo/non siamo stati capaci di fare noi. Ma forse è stata sbagliata anche questa visione che il popolo italiano debba essere sempre assolto. Nei bar, nelle piazze la domenica mattina o nelle tavolate del sabato sera hanno dettato legge per troppo tempo. I loro argomenti sono apparsi più forti ed hanno sovrastato i nostri. La cultura dell' ESCLUSIVO (parola che oggi si sente nominare persino per descrivere i fondi delle pentole) e dell'arroganza non è diventata dominante solo al vertice (Parlamento, mass-media) ma anche alla base, completando il cerchio di questa Italia berlusconiana del secolo nuovo.
Ciò non significa essere contro gli elettori (o contro il "popolo"), ma rimprenderci la convinzione di essere riconoscibili e decisivi all'interno del pensiero collettivo di questo paese. Rileggere Gramsci? Certamente, ma non basta. Il tema che oltre a saper leggere è necessario anche saper parlare, possibilmente superando gli edotti ed interessantissimi dibattiti tra di noi.
Ciò può significare essere anche un pò meno silenziosi, un pò meno educati ed un tantino meno "istituzionali" di quello che dovremmo e vorremmo essere in un paese dominato da comportamenti e regole "civili". In tanti momenti della storia è stato necessario fare scelte di questo genere: oggi è uno di queli momenti.
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