mercoledì 21 gennaio 2009

QUALCOSA E' CAMBIATO


“E' venuto il momento di riaffermare il nostro spirito tenace, di scegliere la nostra storia migliore, di portare avanti quel dono prezioso, l'idea nobile, passata di generazione in generazione: la promessa divina che tutti siamo uguali, tutti siamo liberi e tutti meritiamo una possibilità di perseguire la felicità in tutta la sua pienezza.”
“E così, per tutti i popoli e i governi che ci guardano oggi, dalle più grandi capitali al piccolo villaggio dove è nato mio padre: sappiate che l'America è amica di ogni nazione e di ogni uomo, donna e bambino che sia alla ricerca di un futuro di pace e dignità, e che noi siamo pronti ad aprire la strada ancora una volta.”
“Ricordiamoci che le precedenti generazioni hanno sgominato il fascismo e il comunismo non solo con i missili e i carriarmati, ma con alleanze solide e convinzioni tenaci. Hanno capito che il nostro potere da solo non può proteggerci, né ci autorizza a fare come più ci aggrada.”

“Perché noi sappiamo che il nostro retaggio "a patchwork" è una forza e non una debolezza. Noi siamo una nazione di cristiani e musulmani, ebrei e induisti e non credenti. Noi siamo formati da ciascun linguaggio e cultura disegnata in ogni angolo di questa Terra; e poiché abbiamo assaggiato l'amaro sapore della Guerra civile e della segregazione razziale e siamo emersi da quell'oscuro capitolo più forti e più uniti, noi non possiamo far altro che credere che i vecchi odi prima o poi passeranno, che le linee tribali saranno presto dissolte, che se il mondo si è rimpicciolito, la nostra comune umanità dovrà riscoprire se stessa; e che l'America deve giocare il suo ruolo nel far entrare il mondo in una nuova era di pace. Per il mondo musulmano noi indichiamo una nuova strada, basata sul reciproco interesse e sul mutuo rispetto. A quei leader in giro per il mondo che cercano di fomentare conflitti o scaricano sull'Occidente i mali delle loro società - sappiate che i vostri popoli vi giudicheranno su quello che sapete costruire, non su quello che distruggete.”

Abbiamo scelto alcuni passaggi del discorso di insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, perché pensiamo che qualcosa sia cambiato davvero. Chi ha letto la storia dell’America sa che la segregazione, le volontà imperialistiche e l’uso della forza nella politica internazionale, non rappresentano lo spirito di chi ha fondato quella nazione.
Non a caso Obama ha indicato in Abramo Lincoln il Presidente da prendere come punto di riferimento. Lincoln accettò la guerra civile pur di abbattere lo schiavismo e riportare gli Stati Uniti allo spirito di eguaglianza espresso dai padri fondatori. Non siamo americani (in questo momento ci verrebbe da dire, purtroppo), tuttavia il passaggio di potere di ieri potrà influire anche su di noi. Su chi guarda con preoccupazione alla crisi economica mondiale, su chi pensa che con la guerra non si risolva nulla e su chi chiede che le profonde disuguaglianze esistenti tra primo e terzo mondo scompaiano. In sostanza da ieri possiamo essere un po’ più ottimisti per il futuro dell’umanità.
Ogni tanto qualcosa va per il verso giusto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

voi no