lunedì 3 marzo 2008

Calearo e Colaninno...

Un commento a caldo...


DA REPUBBLICA:
Calearo: "Un'occasione per l'est". L'uomo duro di Federmeccanica, quello che ha tenuto testa ai metalmeccanici e con cui dopo sette mesi ha trovato il modo di trovare un accordo, sarà quindi capolista per il Pd in Veneto. Dopo giorni di indiscrezioni, a dir la verità mai smentite, Veltroni fa l'annuncio a Pisa (dove è comparso un lenzuolo polemico: "Tu vo' fà l'americano"). E subito si scatena la Sinistra-L'Arcobaleno. "Ora così possiamo dire che in quelle liste ce ne sono due e mezzo di troppo perchè se Colaninno vale uno, Calearo vale uno e mezzo. Ma come si fa?" chiede Bertinotti. Per Manuela Palermi "con questa candidatura veltroni taglia del tutto i ponti con la sinistra".
Lui, l'industriale vicentino, la vede in modo diverso. Per due motivi: "Ho accettato perchè credo che questo sia un momento fondamentale per il futuro del nostro paese e la mia candidatura può essere un'occasione per il nordest". E poi perchè se nel Partito Democratico trovano spazio anime, culture e interessi (anche non di sinistra) come quelli di cui io sono portatore, significa che la politica italiana sta veramente cambiando". Con l'economista Ichino, quella di Calearo è la candidatura che più fa discutere la sinistra radicale.

Poche righe per commentare questa notizia. Candidare Calearo e Colaninno è giusto o è sbagliato?

La Sinistra Arcobaleno si è scagliata immediatamente contro il PD. Candidiamo i nemici, "gli oppressori", quelli che vogliono "distruggere le classe operaia".
In passato mi è capitato di criticare quello che allora era il mio Partito, i DS, perchè troppo spesso ho visto un certa reverenza nei confronti del mondo dell'impresa. Veniva mitizzato, considerato come un Olimpo in cui farsi amicizie, creare contatti. Un'intera generazione di dirigenti di sinistra si comportava così verso gli imprenditori per due ragioni, più psicologiche che politiche: una sorta di senso di colpa per il passato e una scarsa conoscenza di quel mondo.
Chi era cresciuto nelle sezioni di Partito non aveva molta dimestichezza con l'economia e con l'impresa. Poi molte cose sono cambiate: il crescente ruolo dei governi locali (in cui la sinistra era molto radicata), la fine delle barriere ideologiche, nuove generazioni di attivisti e militanti, la consapevolezza che dividere la società per classi non porta da nessuna parte. E' giusto quindi candidare imprenditori come Calearo o Colaninno? Io penso di sì, perchè questa scelta non è arrivata da sola: abbiamo curato una premessa di fondo.
Il PD propone un programma che pensa ad una società unita nell'affrontare il futuro. Il mondo del lavoro delle fabbriche, del precariato, di chi stenta ad arrivare alla fine del mese, non vive in un mondo diverso da chi guida le piccole e le grandi imprese. Qualcuno si è chiesto perchè il primo partito tra gli operai nelle ultime tornate elettorali era quello del Cavaliere? Non è forse che anche la "classe operaia" di cui parla Bertinotti si immedesimava di più nelle aspettative e nelle ambizioni dei più conservatori tra i propri datori di lavoro, che in quelle che i libri di economia politica gli suggerivano?
Numerosi sondaggi condotti dopo le elezioni del 2006 ci indicavano come Rifondazione Comunista non superi il 10% nemmeno tra gli operai. A questo si può aggiungere che nel referendum sul "procollo sul welfare" le tesi sponsorizzate dal PRC (quelle contrarie alla proposta del Governo, già sottoscritta da CGIL-CISL-UIL), non hanno superato il 20% dei voti dei lavoratori. Questi due numeri ci segnalano quanto sia "antica" una lettura che contrappone una classe contro l'altra.
Con un programma che punta a unire culture ed esperienze diverse su obiettivi comuni, OK a Calearo e Colaninno. E non c'è miglior rappresentazione di questo progetto che portare in Parlamento, con la stessa lista, operai, impiegati, lavoratori precari, ricercatori ecc.. Antonio Boccuzzi (operaio Thyssen) e Loredana Ilardi (operatrice di un call center) sono molto meno noti ai giornalisti, ma non sono meno importanti di Calearo.
Tutto bene quindi, ma ad una condizione: ciascuna di queste candidature (quando i candidati saranno diventati rappresentanti dei cittadini italiani) non dovrà sostenere il proprio interesse di parte, ma dovrà interpretare il proprio ruolo e sottoscrivere progetti comuni a coloro che sono nelle liste del suo stesso partito. Se questa cosa avverrà in maniera compiuta il PD avrà raggiunto il più grande dei suoi obiettivi e sarà davvero un Partito che nasce sulla coesione della società e non dalla frammentazione e dal conflitto.
Del resto, con le altre ricette, già molto sperimentate, non siamo andati molto lontano.
Mirko Tutino
Segretario PD di Cavriago

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Da repubblica:

La telefonista del call center. Sarà stato per l'entusiasmo e per la voglia di novità, ma molti, quasi tutti nei giorni scorsi avevano capito che Loredana Ilardi, lavoratrice part time nel call center Alicos di Palermo, 33 anni, 700 euro al mese, sarebbe stata capolista in Sicilia. Come altre sue coetenaee "scelte" da Veltroni in Lazio, in Campania, in Piemonte. E invece ieri sera è finita al nono posto di Sicilia 1. Capolista è il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni. Quella delle telefonista non è una posizione certissima. Meglio sarebbe stato, ad esempio, il sesto posto occupato invece da Daniela Cardinale, figlia dell'ex sottosegretario.

Mirko, 15° posto; Magnolfi: "No, grazie". L'operaio delle acciaierie Lucchini di Piombino occupa la quindicesima casella di Toscana-Senato. Un posto impossibile, salvo miracoli elettorali, visto che nel 2006 l'Ulivo ha "staccato" undici senatori. La candidatura di Mirko Lami era nata nelle ultime ore. Veltroni ha conosciuto l'operaio e la moglie sabato a pranzo. Avevano parlato di sicurezza sui luoghi di lavoro, di adozioni, si erano piaciuti e un altro operaio era stato scelto per lavorare al Senato. Ma la guerra dei seggi ha fatto scivolare sempre più in giù Lami. Stesso destino per Beatrice Magnolfi, il sottosegretario all'Innovazione tecnologica che ha in mano tutto il pacchetto già avviato della digitalizzazione della Pubblica amministrazione, punto del programma sia del Pd che del Pdl. Le avevano offerto il 12° posto. "Non avrei saputo giustificare una campagna elettorale da quella posizione in lista..." ha glissato l'onorevole. Che ha detto: "No, grazie". Magnolfi era alla seconda legislatura. Ma non c'era bisogno di donne competenti?

(4 marzo 2008) – Repubblica

Anonimo ha detto...

Scusate,

scrivo qui perché non ho trovato l'indirizzo di posta a cui scrivere.
Ma il sondaggio sulle candidature dove è finito ?
Ero tornato per sapere come la pensavano i compagni sulla candidatura di Calearo, ma non riesco a trovare dove è stato spostato.

pdcavriago ha detto...

Ciao Ettore;
il risultato era il seguente: 4 voti favorevoli in ogni caso, 3 favorevoli alla condizione di individuare anche candidature di lavoratori dipendenti e 18 contrari. E'rimasto online fino al giorno in cui si chiudeva, poi è stato sostituito. Tra l'altro c'erano alcuni errori formali. Il blog ha appena aperto..dobbiamo prenderci la mano. I prossimi li sposteremo più in basso ma non li toglieremo per alcuni giorni.

pdcavriago ha detto...

per Ettore: l'indirizzo di posta elettronica è: pd.cavriago@gmail.com
ciao, Enrica

Marco Antoniotti ha detto...

Come dicono gli americani "the devil is in the details". Il problema è di chi farà le leggi sulla precarietà e/o sulla sicurezza. Sarà la coppia Calearo/Colaninno o sarà Boccuzzi? Al momento il PD non dà garanzie in merito. Rifugiarsi dietro ad un fumoso "le faranno assieme" è un peccato mortale di ingenuità ed un insulto all'intelligenza. Quello che avrei voluto vedere sarebbe stato un bel dibattito in TV serio e senza rete (ovvero senza conduttori compiacenti) tra Calearo e/o Colaninno da una parte e Boccuzzi dall'altra. Non s'è fatto. Perchè?

Visto che ci siamo ecco un'altra citazione americana. La lettura del discorso di accettazione della nomination democratica di FDR nel 1936, dovrebbe far riflettere. Avere due (ma sono solo due?!?) "economic royalists" in lista non è una bella cosa.

Per finire possiamo citare Moretti: "continuiamo così, facciamoci del male".

A presto

Marco Antoniotti