martedì 29 aprile 2008

442 KM DA NOI


La capitale è lontana.. (442 km di macchina, 40 euro di eurostar), ma la sconfitta fa male, anzi, malissimo. A Roma vince la destra, con un risultato che nessuno si aspettava.
E qui sta il primo problema: perché nessuno se lo aspettava?

Il successo di Alemanno (per noi osservatori lontani), sembra essere riassumibile in tre elementi: la candidatura del centro-sinistra (Rutelli ri-candidato per la terza volta), la debolezza del programma su punti che sono sentiti dai cittadini (sicurezza, riqualificazione delle periferie), l’onda lunga delle elezioni politiche. Nicola Zingaretti ha vinto le elezioni per la Provincia di Roma e le ha vinte anche in città. Questo dato ci segnala che anche alcuni elettori di centro-sinistra hanno votato Alemanno e che un candidato più giovane come Zingaretti e innovativo può vincere anche in condizioni avverse.

Ci serva di lezione. Chi vive e fa politica in un territorio deve essere capace di percepirne le aspettative e dare risposte ai problemi delle persone, anche con l’individuazione di un candidato, di un’alleanza e di un programma adeguati. Anche per questo si devono fare sempre le primarie..

Non è vero che la gente vota sempre e solo per ideologia e tradizione, anzi, è sempre meno così.
Ed è per questa ragione che stamattina i vicentini o gli udinesi (che votano regolarmente a destra ad ogni turno elettorale) si sono svegliati con un Sindaco del PD, ed i romani con un Sindaco di destra.

Parma e Bologna ci hanno insegnato che anche in Emilia gli elettori ci possono punire. Facendo politica con le persone, raccogliendone le aspettative e facendo proposte che diano risposta ai problemi della gente, si possono ancora mantenere i livelli di consenso che ci sono dalle nostre parti... che sempre meno sono il frutto della tradizione e sempre più del buon governo.

Il risultato di Roma non cambia le carte in tavola, anzi, ci indica che è ancora più oneroso il lavoro da fare, ma sapevamo già di doverlo fare. Ora non c’è da avviare una lunga “fase di riflessione”, o i soliti dibattiti interni (sui giornali ed in TV) sul nostro futuro, c’è da proseguire una linea politica che ancora non è credibile per molti italiani, ma è l’unica che può esserlo. Rimboccarsi le maniche, radicarsi e fare tanto lavoro in mezzo alla gente, anche da noi, a 442 km da Roma.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

andate in fabbricas

Anonimo ha detto...

Io ci sono tutti i giorni. Tu?

pdcavriago ha detto...

Dal modo in cui è scritto, "andate in fabbrica" si percepisce come l'esortazione a fare qualcosa di meno qualificante. Quasi come per offendere, per dire: andate in fabbrica che non siete capaci di fare altro... capisco male? cosa c'è di dequalificato nel lavoro di fabbrica? io credo che lavorare in fabbrica sia spesso più difficile che stare seduto ad una scrivania, senz'altro più difficile che non fare niente. mia mamma ha lavorato in fabbrica tutta la vita, e se qualcuno mi chiedesse cosa penso del lavoro di mia madre, io non potrei fare altro che esserne davvero orgogliosa. Se, caro anonimo, ci vuoi spiegare il signficato della tua esortazione, te ne sarei grata, forse, spero, ho capito male.
enrica