L’Italia si affida nuovamente a Berlusconi. Al momento in cui era caduto il governo Prodi tutti lo prevedevano anche se il fermento e le speranze della campagna elettorale avevano allontanato questo incubo che invece si è puntualmente materializzato al momento della conta dei voti reali.
E’stata impressionante l’avanzata della Lega, che raddoppia i propri voti ovunque si sia presentata, ma che in particolare sfonda la soglia del 30% in tantissime province del Nord, affiancando e talvolta superando sia il PD che il PDL e contribuendo, in maniera sostanziale, al successo berlusconiano. La Lega nasceva 15 anni fa perché in molte province del Nord si chiedevano alcune cose: snellimento della burocrazia, miglior gestione dei flussi migratori, federalismo fiscale. Su questi punti in Italia non si è mosso niente e l’elettorato del Nord si è fatto pesantemente sentire. Un elettorato composto da imprenditori, artigiani, ma anche da tanti lavoratori dipendenti e operai, tant'è che non è da escludersi (lo diranno con maggior precisioni i politologi ed i sondaggisti) un consistente travaso di voti dai partiti della sinistra radicale dell'Unione proprio verso la Lega Nord.
L’Udc perde voti ovunque nonostante la scelta autonomista di Casini, ma si salva grazie ad alcune roccaforti sigillate dai notabili locali che raccolgono consensi nella maniera con cui li raccoglieva l'Armatore Achille Lauro nella Napoli d’altri tempi.
Scompare dal Parlamento la Sinistra Arcobaleno, che si riduce al 30% dei propri consensi e che vede solamente meno di un terzo dei propri voti “balzare” nella coalizione del PD, mentre un altro terzo si mischia con l’astensione o confluisce in altre forze. La scelta di Bertinotti di concentrare la propria campagna contro il PD non l’ha certamente aiutato. Tuttavia gli va riconosciuta la serietà di dimettersi immediatamente (scelta compiuta anche da Boselli, che ha portato l’unico simbolo socialista all’1% dei voti) perché non è molto praticata nel nostro paese in casi di questo genere.
Chiaramente sono stime e considerazioni fatte a caldo, non senza alcune valutazioni di pancia.
E poi ci siamo noi.. il Partito Democratico. Cresciamo di 2 punti alla Camera e 5 al Senato, raccogliendo circa il 34% dei consensi. Al momento in cui cadde Prodi ci attestavamo, nei sondaggi, al 25% e credo che questo possa indicare l’enormità del lavoro che abbiamo compiuto. Con la sorpresa dell’Italia dei Valori si può raggiungere quel 38% che si allinea esattamente con tutti i sondaggi delle ultime settimane. Tutto ciò rappresenta un grandissimo risultato, ma non sufficiente ad arginare l’avanzata della destra.
La delusioni per il biennio di governo dell’Unione era tanta: se si sommano le forze dell' ex Unione non si supera il 42%, mentre quella della ex CDL sfiorano il 55%. Questo dato dovrà stimolare molte riflessioni, anche perché è generalizzato su tutto il territorio nazionale. Se pensiamo a quale Italia ci restituisce il voto, verrebbe da dire “non ci resta che piangere” (citando un bellissimo film con Roberto Benigni e Massimo Troisi).
Tuttavia ora possiamo contare su un Partito riformista di centro-sinistra che rappresenta un terzo degli elettori e costituirà un gruppo unico sia alla Camera che al Senato con oltre 360 parlamentari. A loro spetterà il compito di fare opposizione, cercando di costruire nei prossimi mesi/anni il consenso necessario per far diventare il PD una forza di Governo credibile per chi in questi due mesi non si è convinto. Rimane da affrontare il tema del Nord, in cui non abbiamo sfondato perchè non abbiamo risposto credibilimente ai problemi che poneva questa parte del paese. Andrà costruito (o ricostruito) un rapporto di fiducia anche con il Sud che, nonostante Bossi, si è consegnato mani e piedi alla destra.
Per fare tutto ciò partiamo dell’entusiasmo delle piazze che hanno accolto Walter Veltroni e partiamo da quei 3 milioni e mezzo di elettori che hanno fondato il PD lo scorso ottobre e hanno costruito una grande forza riformista capace di raggiungere percentuali analoghe a quelle dei partiti omologhi in tutta Europa. Il nostro Partito si è arricchito di tante anime culturali e politiche, raccogliendo anche chi, su questo progetto, inizialmente era scettico. Non a caso importanti punti di riferimento del mondo sindacale erano nel PD (compreso Epifani, sul palco con Veltroni venerdì scorso). Quest'opera di apertura andrà proseguita nei prossimi mesi, così da rendere il PD un partito ancora più grande e plurale, così come lo sono i laburisti inglesi, i socialisti spagnoli o il socialdemocratici tedeschi.
Tanti volontari si sono avvicinati e tante nuove energie hanno rafforzato i nostri Circoli, rendendo più forte il nostro progetto, che oggi ha una base di 12 milioni di voti.
A Cavriago... tutto ciò ci ha premiato. Abbiamo raggiunto il 55% dei voti, portando il raggruppamento di Veltroni a sfiorare il 60%. Cresciamo di 7 punti al Senato e di un punto alla Camera, a differenza di quanto avvenuto in quasi tutti i comuni della Val d’Enza e della provincia, dove alla Camera il PD ha ceduto voti a Di Pietro.
Questo risultato, che ci colloca tra i migliori della provincia, premia l’attività diretta fatta nel paese, condotta in queste settimane con iniziative e attività in mezzo alla gente. Credo ci sia un premio alle persone che hanno rappresentato il PD, facendo banchetti, cucinando torte o parlando con la gente al mercato e nelle strade di Cavriago.
Ora la campagna è finita e dobbiamo far crescere ulteriormente la fiducia che i cavriaghesi hanno dato al nostro progetto. Il nuovo Partito deve andare oltre i suoi primi passi e continuare sulla strada che ha intrapreso. L’attività politica nel paese, l’apertura al contributo di chi chiede uno spazio di confronto e di discussione, gli incontri tematici e con i vari settori sociali ed economici di Cavriago proseguiranno ed il nuovo Comitato di Circolo è chiamato a condurre questa sfida. La nostra attività campagna elettorale non deve essere un episodio e non lo sarà perché c’è molto lavoro da fare.
Cavriago ha premiato un grande partito che finalmente è tornato tra la gente a fare politica.
E’stata impressionante l’avanzata della Lega, che raddoppia i propri voti ovunque si sia presentata, ma che in particolare sfonda la soglia del 30% in tantissime province del Nord, affiancando e talvolta superando sia il PD che il PDL e contribuendo, in maniera sostanziale, al successo berlusconiano. La Lega nasceva 15 anni fa perché in molte province del Nord si chiedevano alcune cose: snellimento della burocrazia, miglior gestione dei flussi migratori, federalismo fiscale. Su questi punti in Italia non si è mosso niente e l’elettorato del Nord si è fatto pesantemente sentire. Un elettorato composto da imprenditori, artigiani, ma anche da tanti lavoratori dipendenti e operai, tant'è che non è da escludersi (lo diranno con maggior precisioni i politologi ed i sondaggisti) un consistente travaso di voti dai partiti della sinistra radicale dell'Unione proprio verso la Lega Nord.
L’Udc perde voti ovunque nonostante la scelta autonomista di Casini, ma si salva grazie ad alcune roccaforti sigillate dai notabili locali che raccolgono consensi nella maniera con cui li raccoglieva l'Armatore Achille Lauro nella Napoli d’altri tempi.
Scompare dal Parlamento la Sinistra Arcobaleno, che si riduce al 30% dei propri consensi e che vede solamente meno di un terzo dei propri voti “balzare” nella coalizione del PD, mentre un altro terzo si mischia con l’astensione o confluisce in altre forze. La scelta di Bertinotti di concentrare la propria campagna contro il PD non l’ha certamente aiutato. Tuttavia gli va riconosciuta la serietà di dimettersi immediatamente (scelta compiuta anche da Boselli, che ha portato l’unico simbolo socialista all’1% dei voti) perché non è molto praticata nel nostro paese in casi di questo genere.
Chiaramente sono stime e considerazioni fatte a caldo, non senza alcune valutazioni di pancia.
E poi ci siamo noi.. il Partito Democratico. Cresciamo di 2 punti alla Camera e 5 al Senato, raccogliendo circa il 34% dei consensi. Al momento in cui cadde Prodi ci attestavamo, nei sondaggi, al 25% e credo che questo possa indicare l’enormità del lavoro che abbiamo compiuto. Con la sorpresa dell’Italia dei Valori si può raggiungere quel 38% che si allinea esattamente con tutti i sondaggi delle ultime settimane. Tutto ciò rappresenta un grandissimo risultato, ma non sufficiente ad arginare l’avanzata della destra.
La delusioni per il biennio di governo dell’Unione era tanta: se si sommano le forze dell' ex Unione non si supera il 42%, mentre quella della ex CDL sfiorano il 55%. Questo dato dovrà stimolare molte riflessioni, anche perché è generalizzato su tutto il territorio nazionale. Se pensiamo a quale Italia ci restituisce il voto, verrebbe da dire “non ci resta che piangere” (citando un bellissimo film con Roberto Benigni e Massimo Troisi).
Tuttavia ora possiamo contare su un Partito riformista di centro-sinistra che rappresenta un terzo degli elettori e costituirà un gruppo unico sia alla Camera che al Senato con oltre 360 parlamentari. A loro spetterà il compito di fare opposizione, cercando di costruire nei prossimi mesi/anni il consenso necessario per far diventare il PD una forza di Governo credibile per chi in questi due mesi non si è convinto. Rimane da affrontare il tema del Nord, in cui non abbiamo sfondato perchè non abbiamo risposto credibilimente ai problemi che poneva questa parte del paese. Andrà costruito (o ricostruito) un rapporto di fiducia anche con il Sud che, nonostante Bossi, si è consegnato mani e piedi alla destra.
Per fare tutto ciò partiamo dell’entusiasmo delle piazze che hanno accolto Walter Veltroni e partiamo da quei 3 milioni e mezzo di elettori che hanno fondato il PD lo scorso ottobre e hanno costruito una grande forza riformista capace di raggiungere percentuali analoghe a quelle dei partiti omologhi in tutta Europa. Il nostro Partito si è arricchito di tante anime culturali e politiche, raccogliendo anche chi, su questo progetto, inizialmente era scettico. Non a caso importanti punti di riferimento del mondo sindacale erano nel PD (compreso Epifani, sul palco con Veltroni venerdì scorso). Quest'opera di apertura andrà proseguita nei prossimi mesi, così da rendere il PD un partito ancora più grande e plurale, così come lo sono i laburisti inglesi, i socialisti spagnoli o il socialdemocratici tedeschi.
Tanti volontari si sono avvicinati e tante nuove energie hanno rafforzato i nostri Circoli, rendendo più forte il nostro progetto, che oggi ha una base di 12 milioni di voti.
A Cavriago... tutto ciò ci ha premiato. Abbiamo raggiunto il 55% dei voti, portando il raggruppamento di Veltroni a sfiorare il 60%. Cresciamo di 7 punti al Senato e di un punto alla Camera, a differenza di quanto avvenuto in quasi tutti i comuni della Val d’Enza e della provincia, dove alla Camera il PD ha ceduto voti a Di Pietro.
Questo risultato, che ci colloca tra i migliori della provincia, premia l’attività diretta fatta nel paese, condotta in queste settimane con iniziative e attività in mezzo alla gente. Credo ci sia un premio alle persone che hanno rappresentato il PD, facendo banchetti, cucinando torte o parlando con la gente al mercato e nelle strade di Cavriago.
Ora la campagna è finita e dobbiamo far crescere ulteriormente la fiducia che i cavriaghesi hanno dato al nostro progetto. Il nuovo Partito deve andare oltre i suoi primi passi e continuare sulla strada che ha intrapreso. L’attività politica nel paese, l’apertura al contributo di chi chiede uno spazio di confronto e di discussione, gli incontri tematici e con i vari settori sociali ed economici di Cavriago proseguiranno ed il nuovo Comitato di Circolo è chiamato a condurre questa sfida. La nostra attività campagna elettorale non deve essere un episodio e non lo sarà perché c’è molto lavoro da fare.
Cavriago ha premiato un grande partito che finalmente è tornato tra la gente a fare politica.
Attenzione però: il PdL si colloca quasi al 19% e la Lega raddoppia i propri voti anche a Cavriago, diventando la terza lista alla Camera e la quarta al Senato con oltre il 6% dei voti. Nonostante la scelta di premiare il PD, persino Cavriago non è immune da molti fenomeni nazionali. Perciò appare ridicolo, fuori luogo e del tutto fuori dal tempo ogni impegno nel concentrare la discussione politica del paese tutta a sinistra, perché il vero avversario culturale e politico oggi è la destra.
In quel 25% di voti (che si somma al 2% circa delle liste di estrema destra) ci sono molti nodi irrisolti e tante aspettative deluse di elettori che provenivano anche dal centro-sinistra. Anche il 13% di elettori di Cavriago che non si è recato alle urne (prima era il 10%) è un dato da non sottovalutare ed è necessario che la politica raccolga legittimazione anche tra queste persone. Tra poche settimane sarà visibile (di nuovo!) l'attività del governo di destra.. e il grillismo avrà modo di gioire dei risultati (elettorali) e del qualinquismo che ha diffuso in Italia.
Nonostante questa nerissima e burrascosa giornata di aprile, crediamo davvero che UN' ITALIA MIGLIORE SI PUO'FARE e proseguiremo il nostro lavoro dall'opposizione.
I numeri del voto ci fanno pensare che la strada è ancora lunga, ma partiamo ben attrezzati per arrivare alla meta. Intanto grazie agli oltre 3486 cittadini di Cavriago che hanno sostenuto il PD a Cavriago e agli oltre 3700 che hanno creduto in Veltroni.
Mirko Tutino
Segretario del PD di Cavriago
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