mercoledì 2 aprile 2008

IL PLAYMOBIL

Ieri sera, dopo circa un mese di campagna elettorale battente, gli italiani hanno potuto assistere ad un confronto a distanza tra Walter Veltroni e Silvio Berlusconi, gli unici candidati che possono competere, con possibilità di successo, alla guida del Governo del nostro paese.

Devo ammettere che tra banchetti, iniziative politiche, riunioni ed interminabili discussioni, non ho retto anche due ore di tribuna politica. Alla stessa ora tra l’altro, c’erano una puntata di Dr.House ed una di CSI-Miami decisamente avvincenti. Mi sono concesso, quindi, solo qualche minuto di tribuna politica durante le pause pubblicitarie. Anche perché, nonostante l’estrema disponibilità alla discussione ed al confronto, non appartengo alla schiera degli elettori indecisi. Inoltre è al quanto fastidioso che, a differenza di ogni paese democratico e moderno, in Italia sembra non si possa assistere ad un solo dibattito tra i candidati alla guida del Governo.

Al mio primo contatto su Rai 2, verso le 21,30, è apparso sullo schermo di casa mia un PLAYMOBIL. Quando avevo l’età dell’asilo o delle elementari andavano molto di moda. Sono dei piccoli omini smontabili che avevano queste buffe capigliature monoblocco “sostituibili” di plastica lucida. Sono simili ai Lego e tantissimi della mia generazione erano appassionati di quei giocattoli. Non so dire se anche oggi siano così apprezzati.

Il playmobil era lo stesso che siamo abituati a vedere da 15 anni.
Era candidato alle elezioni quando andavo alle scuole elementari ed adesso, che sono dottore, è ancora candidato alla Presidenza del Consiglio. I suoi nemici sono sempre gli stessi: i comunisti marxisti che riempiono metà dell’emiciclo parlamentare e vogliono crocifiggere lui insieme all’intera borghesia italiana, Prodi e la sinistra che hanno distrutto l’Italia, le scuole, la televisione, i giornali e la magistratura che sono totalmente controllate dai suoi avversari. Il “poverino”, a suo dire, si trova quindi a combattere, da solo, contro questa onnipotente schiera di orribili nemici. Tuttavia, e questa è stata la parte che ho sentito bene, tra il 2001 ed il 2006 sembra che tutto in Italia sia andato meglio: quando il playmobil era Capo del Governo sono state aumentate le pensioni, realizzate le infrastrutture, garantita la sicurezza ecc.. ecc.. Il playmobil ha affermato, infine, che i precari non esistono e che è comprensibile la scelta di non pagare le tasse.
Finito il mini-comizio, il playmobil dichiara “avanti il prossimo, come dal dentista”. Un operatore Rai si affretta a togliere il cuscino sotto la sedia che aveva ospitato il fondoschiena del playmobil ed arriva Walter Veltroni.

A quel punto si è iniziato a parlare dell’Italia di oggi. Del precariato che affligge milioni di persone, della necessità di avere un grande università del Sud, della volontà di annientare la criminalità organizzata, di Alitalia e di tanti altri temi. Al di là delle opinioni politiche, penso che anche pochi minuti di visione del dibattito abbiano reso evidente che stiamo assistendo ad uno scontro che, come la tribuna tv di ieri sera, è in differita. Solo che invece che 50 minuti di differenza tra l’inizio dell’intervento di un candidato e quello dell’altro ci sono 15 anni di scarto. Questo aspetto è palese e sono convinto che tantissimi italiani se ne stiano rendendo conto.

Alla fine del dibattito Veltroni ha detto: “Per me vinciamo, ma vinciamo perché abbiamo un lavoro da fare e io mi fido degli italiani. Davvero: mi fido di loro. La cosa peggiore che può capitare a questo paese è di continuare così.”

Mirko Tutino

Segretario del PD di Cavriago

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