Pubblichiamo un estratto de "la nota del mattino" del 23 Dicembre che fa chiaramente vedere la differenza tra un uomo politico di altissima caratura, e un uomo che vive la politica come uno show, di cui lui è il protagonista.
NAPOLITANO, QUANDO LA POLITICA E’ UNA COSA SERIA.
Il presidente della Repubblica ha dato ieri una lezione di politica, intesa in senso nobile, al governo. Per mesi il governo ha giocato al muro contro muro con gli studenti, i ricercatori ed i professori che protestavano contro la legge Gelmini sull’università (per non parlare delle norme sulla scuola), gettando benzina sul fuoco. Quando il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è salito sui tetti di Architettura a Roma, dove erano i ricercatori a protestare, è stato perfino bersagliato dagli attacchi sobillati dai quotidiani vicini a Berlusconi e trattato con sufficienza e sospetto dalla grande stampa, che fin dall’inizio ha sostenuto a spada tratta e a suon di editoriali la riforma Gelmini. Ieri, giunti all’estrema provocazione di una città blindata quasi si fosse in tempo di guerra, il presidente della Repubblica ha dimostrato che chi ha la capacità di interloquire fa una buona politica. Il suo incontro con gli studenti ha di fatto riattivato il rapporto con le istituzioni delle generazioni che più stanno soffrendo la crisi e i problemi dell’Italia. Un rapporto che rischiava di essersi incrinato del tutto, con conseguenze gravi.
Il Partito Democratico si è adoperato negli ultimi giorni non solo nella battaglia parlamentare contro la legge Gelmini, ma anche per favorire un esito positivo delle manifestazioni. Tra l’altro va ricordata l’iniziativa di far incontrare presso la sede nazionale del Pd i rappresentanti dei sindacati delle forze dell’ordine ed i rappresentanti degli studenti, alla presenza del presidente del gruppo parlamentare al Senato, Anna Finocchiaro, e di Emanuele Fiano, responsabile del forum sicurezza del Pd.
QUESTA MATTINA BERLUSCONI RACCONTA UN PAESE CHE NON ESISTE E INTANTO PENSA AL SUO LEGITTIMO IMPEDIMENTO E AL VOTO, CON LA LEGA CHE INCALZA PER ANDARE A ELEZIONI A MARZO.
Oggi, a mezzogiorno, conferenza stampa di fine anno per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il discorso non sarà diverso da quello più volte ascoltato: il governo ha fatto meraviglie, il paese, pur nella crisi, sta meglio degli altri, investiremo decine di miliardi di euro, taglieremo le tasse, riformeremo la giustizia. Non importa che il decreto cosiddetto mille proroghe, varato ieri dal Consiglio dei ministri, abbia tagliato fondi (all’editoria), ridotto i finanziamenti al 5 per mille (pur avendoli formalmente rimessi), messo gli aquilani nella necessità di versare tutte insieme le tasse sospese per il terremoto e frazionato lo storico parco dello Stelvio per far contenti i due parlamentati altoatesini accorsi in sostegno della maggioranza nella votazione sulla mozione di sfiducia a Berlusconi. Prevarranno i cieli azzurri.
Dietro le quinte dello show preparato per gli italiani che guardano la tv, la realtà è e sarà un’altra cosa. Invece di preoccuparsi dei problemi del paese, il premier è di nuovo tornato a mettere in primo piano i suoi interessi. Il primo è la salvezza delle norme sul legittimo impedimento, che consentono a Berlusconi di non presentarsi davanti al tribunale che ha già condannato per corruzione gli altri coimputati del processo Mills e che l’11 gennaio saranno al centro di un giudizio di costituzionalità da parte della Corte Costituzionale. Inoltre, il premier vorrebbe restare a Palazzo Chigi finché può, nonostante sia chiaro che non è in grado di governare. Ieri il ministro Prestigiacomo si è dimessa dal Pdl, perché attaccata dalla sua stessa maggioranza alla Camera. Berlusconi, insomma, sa che così non potrà durare a lungo. E dunque sta preparando il terreno perché, nel caso in cui dovesse mollare, non vi siano più possibilità di formare un governo tecnico o di responsabilità nazionale, ma si vada subito al voto. La Lega Nord, invece, non ha proprio dubbi: vuole andare a votare e prendere i voti in crescita previsti dai sondaggi prima che il miracolo si sgonfi. Anche per questo ha chiesto di discutere ufficialmente alla Camera se il presidente Gianfranco Fini possa restare o no al suo posto.
domenica 26 dicembre 2010
La vera politica di Napolitano e i monologhi di Berlusconi
mercoledì 15 dicembre 2010
Un governo clinicamente morto
Dopo la notizia di ieri, la conferma della fiducia al governo Berlusconi, pubblichiamo un estratto del discorso di Bersani alla manifestazione di sabato 11 dicembre a Roma per dimostrare come il Pd intende contrastare una politica ormai morta.
"Come due anni fa al Circo Massimo oggi a San Giovanni presentiamo il volto di un grande Partito popolare. Siamo qui per dare un messaggio all’Italia. Un messaggio di fiducia e di cambiamento.
Ecco quello che pensiamo: pensiamo che l’Italia sia ben migliore di ciò che le capita ormai da troppo tempo. Pensiamo che non si possa più andare avanti così. Berlusconi deve andare a casa. Ci vuole un passo avanti in una direzione nuova. L’Italia deve cominciare a togliersi il berlusconismo dalle vene, deve scrollarsi di dosso un populismo personalistico, propagandistico e impotente.
L’Italia ha bisogno di una democrazia costituzionale rinnovata, di una democrazia solida e normale.
L’Italia ha bisogno di una democrazia costituzionale rinnovata, di una democrazia solida e normale, capace di funzionare e di dare qualche risposta ai problemi della gente, non a chiacchiere ma a fatti.
Dopo vittoria della destra, tutti a omaggiare i vincitori e si è diffuso pensiero unico.
Noi non siamo caduti nel pensiero unico e nella frustrazione. Nonostante le difficoltà ci siamo sempre ritenuti un Partito di Governo momentaneamente all’opposizione.
Ma noi non siamo
caduti nella frustrazione. Abbiamo visto per primi la crisi e il varco che si sarebbe creato tra la propaganda e la realtà.
Abbiamo visto per primi la crisi e il varco che necessariamente si sarebbe dovuto creare fra la predicazione propagandistica del Governo e la realtà della vita comune. Abbiamo battuto tutti i giorni quel chiodo. E quando la distanza fra parole e fatti è diventata più evidente, quando è diventato più chiaro che i problemi marcivano mentre la politica era costretta a girare attorno ai problemi diurni e notturni del Premier, allora si è aperta la crisi del centrodestra. Non c’entrano le ville. E’ per la perdita di presa del Governo sulla situazione reale che si è aperta questa crisi e che una parte della destra ha cominciato a pensare al dopo e a mettersi in movimento.
Crisi politica del centrodestra è senza rimedio. E non si risolverà con pratiche vergognose.
Pensano di cavarsela così? Facendo rifornimento con un deputato o due, dove sperano di arrivare, a Natale? Alla Befana? Per vedere se mai lasciasse nella calza qualche altro deputato? No. Non possono più andare avanti, questa è la verità e noi in ogni caso combatteremo la nostra battaglia da una posizione più avanzata.
C’è un’intera fase della storia politica italiana da oltrepassare.
Ma, care democratiche e cari democratici, noi sappiamo bene che oltre la prossima settimana c’è un cammino davanti a noi e davanti all’Italia. Non si tratta solo di cambiare un Governo. C’è una fase della storia politica italiana da oltrepassare. C’è una questione di sistema da affrontare. Ormai sedici anni fa, dopo la caduta del muro e dopo tangentopoli, Berlusconi si affacciò nel vuoto e nel discredito della politica e propose una persona e un modello. Una scorciatoia personalistica contro l’inefficienza del sistema, l’oppressione dello Stato e della burocrazia, l’impotenza e le vergogne della politica. Promise più libertà e meno tasse, propagandò un modello individualista. Si scagliò contro il Palazzo e se ne fece uno tutto suo, e con le porte piuttosto girevoli, come abbiamo visto dopo! Accumulò potere politico, economico, mediatico; utilizzò le spinte antisistema della Lega fino ad occupare l’ultimo decennio, il primo del nuovo millennio, governando sette anni degli ultimi nove, costruendo un partito personale e padronale, mettendo a comando il Parlamento con una opportuna legge elettorale e concentrando nelle sue mani un potere senza precedenti nell’intera storia repubblicana.
Dopo sedici anni e quattro governi Berlusconi, possiamo tirare qualche somma: il bilancio è un disastro. Adesso la domanda è: dopo questi sedici anni e dopo quattro Governi Berlusconi, dopo un decennio dominato da lui possiamo tirare qualche somma? E lo chiedo anche agli elettori del centrodestra, possiamo tirare qualche somma o dobbiamo aspettare tutto il millennio? Se tiriamo le somme, si deve dire che il bilancio di questi anni è disastroso.
Con la destra al governo più disuguaglianze, meno consumi, meno investimenti e più evasione fiscale, più corruzione e meno prospettive per i giovani.
Il nostro Paese non è migliorato in niente. Ci siamo visibilmente allontanati dai Paesi forti dell’Europa. Abbiamo perso posizioni su posizioni in tutte le classifiche immaginabili e possibili: dalla ricchezza per abitante, al numero degli occupati, alle prospettive dei giovani, agli investimenti per la ricerca, all’andamento dei consumi, all’andamento del debito pubblico, all’aumento delle diseguaglianze, al divario nord-sud, all’evasione fiscale, al peso della burocrazia, alla diffusione di corruzione e illegalità. Potrei far notte continuando l’elenco. Un vero disastro. L’unica classifica che grazie a Berlusconi abbiamo rimontato è quella del nostro posto nelle barzellette del mondo, del nostro posto nel discredito del mondo!
riforma della scuola, dell’università, della cultura l’unica operazione che si sia vista nel mondo di riduzione dell’offerta formativa, di tagli strutturali all’intero sistema della conoscenza. Operazioni condotte con arroganza incredibile e veri e propri insulti alla verità. Cari Ministri, se i ricercatori si sono messi sui tetti non è perché siamo andati a trovarli noi, è perché ce li avete mandati voi! E a proposito di arroganza, caro Ministro, qui aspettiamo ancora di vedere i suoi voti.
Ecco, care democratiche e cari democratici, questa è la storia di un fallimento e questa è la ragione vera e profonda della crisi che si è aperta nella destra e della sensazione, oramai molto diffusa, che così non si può andare avanti.
Berlusconi si è ribaltato da solo. E adesso bisogna evitare che trascini l’Italia nel pozzo. Siamo arrivati ad una stretta politica. E che cosa fa Berlusconi davanti alla stretta? Fa la vittima. E’ davvero incredibile. Ha avuto tutto in mano, ha fatto tutto quello che voleva. Maggioranza galattica, legge elettorale ad personam, il più grande partito d’Italia inventato sul predellino di una macchina. Ha fatto tutto lui e adesso parla di ribaltone? Lui si è ribaltato, si è ribaltato lui, lasciandoci il problema che adesso non si ribalti anche l’Italia e che la sua crisi e il suo fallimento non trascinino il Paese nel pozzo. Questo è il problema! E questo problema dovremmo risolverlo oggi con una nuova campagna elettorale?
Due grandi sfide: una riforma repubblicana e un’alleanza per la crescita e il lavoro.
La prima: una Riforma Repubblicana per rafforzare la Costituzione più bella del mondo modernizzando Istituzioni e regole.
La seconda: Una alleanza per la crescita e il lavoro. Una riforma delle Istituzioni e delle regole, dunque, che parta da un principio di fondo. Come in tutte le democrazie che funzionano, una persona sola non risolve nulla. Pensare che senza la fatica delle riforme, che senza la fatica della partecipazione si possano risolvere le cose affidandosi a scorciatoie personalistiche è una illusione disastrosa.
Questo drammatico equivoco, nel nostro Paese, è andato oltre Berlusconi e si è diffuso in una mentalità. Quando dico: toccasse mai a me mai metterei il mio nome sul simbolo, intendo dire questo. Che noi non dobbiamo suscitare passione per una persona, ma per la nostra Repubblica. Se vogliamo salvarci dobbiamo riscoprire le radici della Repubblica, e darle modernità e una vitalità nuova.
Riforme dunque. Bisogna semplificare e rendere efficiente il Parlamento e la forma di Governo, ridurre il numero dei Parlamentari, fare una legge elettorale seria, fare un federalismo responsabile e congegnato per unire. Bisogna portare ogni costo della politica alla media europea, cancellare le leggi speciali e della cricca, semplificare le procedure ordinarie, mettere il cacciavite nel funzionamento di ogni settore della pubblica amministrazione a cominciare dalla giustizia per i cittadini e non per quella di uno solo. Definire le incompatibilità e i conflitti di interesse, cancellare e monopoli e posizioni dominanti a cominciare dall’informazione. Bisogna introdurre norme, a cominciare da quelle finanziarie, per snidare le illegalità e le mafie. Bisogna occuparsi dei diritti, dell’articolo 3 della nostra Costituzione, con leggi che sostengano la parità e riconoscano le differenze a cominciare dal ruolo delle donne nei ruoli di direzione, leggi che combattano l’omofobia, che garantiscano la dignità della persona nella malattia, che impediscano che il disordine dell??immigrazione ricada sulla parte più debole della nostra popolazione e che dicano finalmente a un bambino nato qui e figlio di immigrati: tu sei dei nostri, sei un italiano.
Due priorità: le nuove generazioni e il divario nord-sud.
Tutto questo e molto altro ancora vogliamo sia attraversato da due priorità, da due punti di vista prevalenti: quello della nuova generazione e quello del divario fra nord e sud del Paese. Sono questi infatti i due grandi punti di rottura, le grandi questioni nazionali che possono sbarrare la strada alle prospettive del Paese.
Se vogliamo camminare come Paese, non possiamo spezzarci in due, né nelle generazioni, né nei territori. Su tutto quel che ho detto e su altro ancora stiamo lavorando anche nei dettagli, come si conviene ad un Partito di Governo che non parla mai a vuoto e che sa concretamente che cosa vuol dire quello che dice.
Vieni via con me.
Care democratiche e cari democratici, amici e compagni,
questa piazza emozionante dice al Paese che siamo forti, che siamo pronti a combattere per le cose in cui crediamo. Siamo pronti ad affrontare politicamente le scelte immediate, già dalla prossima settimana e siamo pronti a darci il passo per un cammino di cambiamento del Paese. Il cambiamento. E’ questo il messaggio forte che viene oggi da San Giovanni.
Anch’io ho il mio sogno. Il sogno di un Partito, il Partito Democratico, che possa finalmente dire all’Italia, parafrasando una bella canzone e una grande trasmissione televisiva: Vieni via, vieni via di qui, vieni via con me. Vieni via da questi anni, da queste umiliazioni, da questa indignazione, da questa tristezza. C’è del nuovo davanti, c’è un futuro da afferrare assieme, l’Italia e noi".
Potete trovare il discorso per intero sul sito del partito democratico: www.partitodemocratico.it
giovedì 2 dicembre 2010
Farella e Ficarelli, il ruggito del coniglio
Durante il Consiglio Comunale del 30 novembre è avvenuto un fatto straordinario. I consiglieri del gruppo sedicente di sinistra, Cavriago Comune (Prc-Sel) non hanno avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità sull’esposto alla Corte dei Conti ed hanno negato la solidarietà ai dipendenti.
Si conclude tristemente così il Consiglio Comunale, che ha visto i consiglieri suddetti in forte difficoltà di fronte alla richiesta della maggioranza di dichiarare apertamente di aver presentato alla Corte dei Conti un esposto per rendere illegittima l’Azienda Speciale, costituita dall’amministrazione per mantenere pubblici i servizi per l’infanzia: non hanno avuto il coraggio di ammettere nulla.
I due consiglieri Davide Farella e Luca Ficarelli hanno arrancato risposte stentate, farcite di virgole burocratiche, che mostravano chiaramente di non avere argomenti a sostegno delle loro incomprensibili tesi: non sono stati in grado di reggere il confronto politico.
Hanno cercato di porre l’attenzione ancora una volta sul Sindaco, criticandolo perché non ha convocato i capigruppo, ma Luca Ficarelli non ha utilizzato la norma dell'art. 8 del regolamento del CC che consente ad un capogruppo di chiedere la convocazione della conferenza dei capigruppo.
Si sono poi coperti di ridicolo quando hanno affermato che il Sindaco non gli ha trasmesso il testo dell'esposto: Ficarelli e Farella conoscono bene le norme per l'accesso agli atti e comunque l’esposto è stato scritto da loro stessi! In questo senso è stata ridicola l’accusa rivolta al Sindaco di non aver convocato i capigruppo per discutere del testo: avendo la coscienza sporca, loro per primi non hanno richiesto questa convocazione. Tutte le settimane chiedono di tutto. In questo caso non hanno chiesto nulla: evidentemente conoscevano già il contenuto!
Ancora una volta gli è stato chiesto quali sono le proposte alternative all'azienda speciale. Ancora una volta silenzio assoluto.
Diversi consiglieri di maggioranza sono intervenuti chiedendo che ammettessero pubblicamente la loro scelta, come doveroso atto politico di cariche pubbliche elette dai cittadini, ma loro non l’hanno fatto. E, cosa ancor più grave, si sono rifiutati di votare un odg di solidarietà al personale neo-assunto dell’Azienda Speciale che, proprio a seguito dell’esposto, teme per il proprio futuro.
Dalla nascita dell’Azienda Speciale sono state mantenute tutte le promesse: stabilizzati 10 insegnanti e potenziati i servizi. Per anni Rifondazione e soci hanno ingiuriato la Giunta ed ora, di fronte ai fatti, non hanno trovato di meglio che ricorrere a questi mezzi barbari per distruggere la scelta politica del Comune di mantenere le scuole pubbliche. E questo ricorso sembra non avere padri.
Che senso ha, per una lista che si dichiara di sinistra ed a parole vuole difendere la scuola pubblica, chiedere ai giudici se l’azienda speciale pubblica viola il patto di stabilità di Tremonti? Perché questa richiesta viene proprio da chi, pochi mesi fa, ha proposto di non rispettare il patto di stabilità? Perché negare la solidarietà ai dipendenti?
La Giunta e la maggioranza nel 2006 ci hanno messo la faccia ed hanno incontrato insegnanti e genitori proponendo la strada dell’azienda speciale per raggiungere un obiettivo politico: mantenere pubblici i servizi ed implementarli. Ora i consiglieri di Cavriago Comune, con un coraggio da conigli, presentano un esposto per distruggere questa scelta senza nemmeno dichiararlo pubblicamente.
venerdì 15 ottobre 2010
Predicare tanto e razzolare male
Pubblichiamo l'articolo diffuso oggi dal gruppo consiliare di maggioranza Insieme per Cavriago.
Noi crediamo che chi viene eletto, chi si è guadagnato la fiducia dei cittadini, non la possa tradire in questo modo, e che il consigliere in questione dovrebbe perdere meno tempo a fare polemiche da cortile e a diffondere informazioni false, per dedicarsi con un minimo di serietà ed impegno agli incarichi che egli stesso ha accettato.
Davide Farella assenteista in Consiglio dell’Unione
Il consigliere Davide Farella, rappresentante delle minoranze, e da loro nominato, come Consigliere per l’Unione dei Comuni della Val d’Enza, dopo aver parlato per anni di giustizia, correttezza e rispetto delle Istituzioni, è il primo che manca di rispetto alle stesse, macchiandosi del grave peccato, male del nostro Paese, dell’assenteismo.
Dall’inizio della legislatura ha partecipato solo una volta (la prima) ai Consigli dell’Unione Val d’Enza senza giustificazione e senza motivazione.
Poiché i regolamenti dell’Unione prevedono che i consiglieri siano obbligati a dare giustificazione delle assenze, e posto che dopo un definito numero di assenze non giustificate il consigliere stesso dovrebbe essere rimosso dall’incarico, non vogliamo soffermarci su questi aspetti tecnici, e lasciamo al leguleio Farella il compito di addentrarsi noiosamente in questi meandri, sperando che sappia fare i conti con la propria coscienza. Il nodo vero, per noi consiglieri di maggioranza di Cavriago, è un altro.
A noi interessa il valore di quello che facciamo e di quello che significa il nostro ruolo per i cittadini. A noi è caro il tema della rappresentanza. In quella sede infatti il Consigliere Farella rappresenta tutta la minoranza di Cavriago, che l’ha nominato, quindi ha riposto in lui la sua fiducia, come suo rappresentante. Quella stessa minoranza che chiede fortemente spazi di confronto democratico, spazi che poi, quando ci sono, come in questo caso, vengono snobbati. Ma pare che nessuno, anche chi dovrebbe essere maggiormente interessato, se ne accorga. E' possibile che i suoi rappresentati non si siano accorti, o non abbiamo voluto dare valore, al fatto che dall'inizio del mandato il loro rappresentante non ha mai preso parte ai lavori del consiglio dell'Unione, e non gliene abbiano chiesto conto prima che glielo chiedessimo noi?
Tutti sappiamo quanto è difficile riuscire ad onorare gli impegni presi, strappiamo alla nostra famiglia e alle nostre vite il tempo che dedichiamo all'attività politica ma il rispetto che meritano le istituzioni di cui abbiamo scelto di fare parte, richiederebbe, quanto meno, l'umiltà di fare un passo indietro per tempo, piuttosto che l'arroganza di snobbare queste stesse istituzioni.
L'assenteismo è una piaga del nostro sistema politico e fa male dover riscontrare che non è un problema prettamente "romano" ma coinvolge tutti i livelli della politica.
In ragione di queste riflessioni vorremmo chiedere conto a Farella di questo:
- quale motivazione lo ha spinto ad un comportamento così irrispettoso dell'istituzione democratica che rappresenta l'Unione;
- dove è finito il suo interesse quasi maniacale per l’Unione dei Comuni, da lui per anni indicato, a parole, come strumento risolutore di tutti i mali e sostitutivo dell’azienda speciale;
- quali sono le sue intenzioni per il futuro rispetto alla sua partecipazione al consiglio dell'Unione, e se non ritenga che sia il caso, anche solo per una questione di decenza, di rassegnare le sue dimissioni;
- ritiene di potersi permettere di gettare fango su rappresentanti delle istituzioni, come ha fatto recentemente con l’assessore Mirko Tutino, mentendo sulla doppia indennità, e potere mettere in atto comportamenti irresponsabili e scorretti come questo?
Gruppo consiliare Insieme per Cavriago
lunedì 27 settembre 2010
Un esempio di onestà politica
Riportiamo qui sotto la nota che Mirko Tutino ha scritto su Facebook, in merito alla triste vicenda diffamatoria che Davide Farella e Luca Ficarelli hanno mosso nei suoi confronti.
Credo che non ci siano parole o commenti che, meglio della nota qui sotto, possano descrivere la poca serietà e la inesistente capacità politica della compagnia teatrale Cavriago Comune.
Ai lettori (non posteri in questo caso) l'ardua sentenza.
Da una nota di Mirko Tutino:
Dopo la mia nomina come Assessore in Provincia la lista civica Cavriago Comune non ha aspettato neanche una settimana per scrivere ai giornali urlando allo scandalo perchè, a loro dire, riceveri una doppia indennità. Sostengono che sia politicamente e moralmente inopportuno il mio doppio incarico di bi-Assessore e propongono anche che mi dimetta dalla carica di Consigliere Comunale.
Innanzitutto mettiamo in chiaro un aspetto. Io penso che la finanziaria 2009 sia da interpretare in questo senso: chi è assessore sia in Comune che in Provincia, anche se per poco tempo, deve rinunciare ad una delle due indennità. Qualcuno dice che non sarei obbligato a farlo, ma siccome non riuscirei a guardarmi allo specchio, senza nemmeno pormi il problema ho chiesto nel giorno stesso della mia nomina di non ricevere più alcuna indennità in Comune. Sul tema indennità non ho altro da dire. Ad un Consigliere Comunale bastava poco per verificare, bastava sollevare il telefono e comporre il 0522-373411 e chiedere di Emanuele Pecora, responsabile dell'Ufficio Personale del Comune. Lui ha seguito tutta la pratica amministrativa e sa che cosa ho fatto.
Seconda questione: incompatibilità politica tra le due cariche. Io credo esista e per questo ho proposto al Sindaco le mie immediate dimissioni. Il Sindaco mi ha chiesto di rimanere alcuni giorni ancora per illustrare alle minoranze ed al Consiglio la variante al PSC e RUE avviata lo scorso aprile ed in corso di completamento. Il Sindaco ritiene che sia opportuno che chi ha seguito il percorso illustri la variante e, nel frattempo, lui opererà per trovarmi un sostituto. La variante ha già avuto, nel mese di agosto, il parere formale della Giunta provinciale (c'è la delibera agli atti) e pertanto, essendo stato nominato in Provincia il 17 settembre, nessuno può parlare di interferenze in Provincia per favorire Cavriago. La variante dovrebbe arrivare in Consiglio a Cavriago a ottobre e nessun atto del Comune di Cavriago in questo lasso arriverà in Provincia. In caso ci fosse stata la possibilità di trovarmi, dalla Provincia, a giudicare atti del Comune di Cavriago, non avrei esitato a lasciare subito l'incarico di assessore a Cavriago. Peraltro credo sia opportuno dire che è necessario attendere ottobre non per questioni politiche, ma per il completamento degli elaborati tecnici e grafici che accompagnano la variante.
Ad ogni modo l'impegno in Provincia è gravoso e spero di essere sostituito a Cavriago quanto prima, così che oltre al Sindaco ci sia anche un Assessore titolare della delega con piena disponibilità di tempo.
Ultima questione, il Consiglio Comunale. Preso come sono dal nuovo ruolo in Provincia non ho avuto modo di riflettere se avrò, la sera, il tempo due/tre volte al mese per continuare ad esercitare il mio incarico di Consigliere. Ne parlerò con il PD, con la prima dei non eletti e con il gruppo consigliare e poi vedremo insieme il da farsi. Non è un problema di Cavriago Comune. E comunque credo si debba ricordare che il gruppo PRC-Progetto Sociale (da cui è nata Cavriago Comune) nella passata legislatura ha avuto un gruppo consigliare monco, in quanto uno degli eletti regolarmente non era presente in Consiglio Comunale. Non c'è da stupirsi se, da 3 consiglieri, gli elettori nel 2009 hanno deciso di ridimensionare quella forza politica a soli 2 consiglieri, con tanto di guadagno del centrodestra. Nel passaggio 2004-2009, al contrario, il sottoscritto è passato da 120 a 207 preferenze personali. Forse non ho lavorato male, ma non spetta a me giudicare: siamo in democrazia.
Perchè non verificare se e come percepisca due indennità? Perchè uscire subito sulla stampa? Mettere falsità nelle orecchie dei cittadini, anche se non verificate, rientra pienamente nella delazione. Ormai è uno strumento di comunicazione politica, basti leggere Libero, il Giornale o ascoltare il TG1 di Minzolini. Si buttano lì accuse non verificate, così che intanto la gente le ascolti e si ponga tutti i dubbi del caso ("sono tutti uguali, fanno tutti schifo, sono tutti ladri") e poi il dado è tratto.. poi tocca a chi è oggetto di delazione difendersi. Lo schema Feltri-Belpietro-Minzolini da tempo ormai è utilizzato da alcune persone che si definiscono di sinistra a Cavriago. Un vero schifo.
Non so se li muova l'invidia, la speculazione politica o semplicemente se siano persone poco belle. Ad ogni modo vengo da una famiglia in cui l'onestà, l'attenzione all'uso delle risorse altrui (come quelle pubbliche) sono fondamentali. Potrò far bene o far male come politico, come amministratore, ma su questi aspetti davvero non transigo.
sabato 18 settembre 2010
COMPLIMENTI ASSESSORE!
Con orgoglio pubblichiamo anche noi la notizia della nomina di Mirko Tutino come assessore alla Pianificazione, Ambiente, Cultura e Paesaggio della Provincia di Reggio Emilia.
Mirko è una persona che con impegno e passione ha scelto di occuparsi di politica, senza scendere a compromessi, dicendo sempre quello che pensa, ed agendo in primo luogo nell'interesse dei cittadini.
E' un politico vero, una persona competente e positiva, ed è raro oggi conoscere qualcuno con tanta lungimiranza e tanta capacità di analisi, di coinvolgimento, di ragionamento.
A Cavriago ha contribuito in larghissima parte alla nascita del nuovo partito, portando con se' gli insegnamenti ricevuti da chi l'ha preceduto ed allo stesso tempo mettendoci quella ventata di nuovo e fresco necessari per fortificare le idee e lo spirito delle persone intorno a lui.
Lo ringraziamo e siamo sinceramente contenti per lui, anche se non possiamo negare che ci sia un po' di malinconia, perchè sentiremo molto la sua mancanza.
Di seguito riportiamo le parole del segretario del Partito, Maura Bardi, all'indomani della nomina.
lunedì 13 settembre 2010
PAGARE TUTTI LA GIUSTA TARIFFA RIFIUTI
Nei prossimi giorni arriverà in Consiglio Comunale un tema che da qualche mese è sulla bocca di molti cavriaghesi. Ci arriva grazie ad una mozione della minoranza di Cavriago Comune (che per una volta solleva un problema di merito), ma nei giorni scorsi anche la CGIL era intervenuta sull'argomento.
Crediamo sia utile dire alcune cose sulle lettere che ENIA-IREN ha inviato a molti cavriaghesi per il recupero della Tariffa di Igiene Ambientale.
Nel 1994 venne cambiato il regolamento per il calcolo dei metri quadri su cui calcolare la bolletta dei rifiuti. Venivano aggiunti i balconi, le soffitte ed altri spazi prima non inclusi.
Di questo cambiamento vennero informati i cavriaghesi, molti, tuttavia, in buona fede non comunicarono alcunché al Comune. Inoltre va considerato che negli scorsi decenni si dichiarava una metratura senza fare troppe verifiche.
In questi anni è aumentata gradualmente la diffusione dei cassonetti stradali di raccolta differenziata, scelta che ha aumentato i costi di raccolta (contribuendo tuttavia a portare al 69% la raccolta differenziata sul territorio comunale).
E'stata costruita una nuova Stazione Ecologica a Corte Tegge, con conseguente aumento di costi. Inoltre da alcuni mesi il Comune ed IREN stanno adeguando gli impianti e le forme gestionali delle Stazioni Ecologiche al Decreto Ronchi, norma che impone investimenti e personale specializzato in sostituzione dei volontari. Altro aumento di costi.
Sono stati potenziati i servizi di spazzamento nel paese.
Come per qualsiasi altro servizio, sono aumentati i costi di gestione (adeguamenti contrattuali del personale, norme di sicurezza sul lavoro, costo di manutenzione dei mezzi ecc..).
L'insieme di questi nuovi costi può essere coperto in 3 modi: aumentare le tariffe a tutti (compresi quelli che da oggi pagano il giusto), finanziare i maggiori costi con il bilancio comunale (retto comunque dalle tasse dei cittadini) oppure recuperare da coloro che oggi non pagano quanto dovrebbero (ribadiamo, per varie ragioni), i nuovi costi.
Il Comune ed ENIA-IREN hanno deciso di percorrere quest'ultima strada, iniziando un'operazione di riequilibrio e perequazione dei costi del servizio chiedendo un sacrificio a chi oggi ha la tariffa calcolata su meno metri del devuto. Crediamo sia un'operazione dovuta, che va nella direzione dell'equità fiscale.
giovedì 9 settembre 2010
DIRITTO DI PAROLA
UN FUMOGENO, corredato da una batteria di urla e insulti, lanciato addosso al "sindacalista traditore" Raffaele Bonanni nel tentativo (riuscito) di impedirgli di parlare alla festa del Pd di Torino. Per evitare di spendere parole troppo scontate e troppo azzimate, partiamo dalle motivazioni degli aggressori, ragazzi dei centri sociali: "Riteniamo inaccettabile invitare alla Festa del Pd un personaggio come Bonanni, che dovrebbe tutelare i diritti dei lavoratori".
Impressionante riuscire a concentrare in una sola frase, e in un solo gesto, una così deragliante prepotenza. Primo: la festa del Pd è organizzata dal Pd, che come è ovvio invita chi ritiene più opportuno. Se uno non gradisce il cast degli oratori, va da un'altra parte. Non solo per buona educazione (che comunque non farebbe schifo) ma per rispetto delle scelte e dell'autonomia altrui: e questa non è forma, è sostanza.
Oppure i centri sociali, quando organizzano le cose loro, chiedono l'approvazione del Pd o di chicchessia? Secondo. Un dibattito pubblico nel quale tutti siano d'accordo non è solo una contraddizione in termini (i dibattiti riescono utili, e interessanti, solo se tra posizioni difformi). È anche un insulto all'intelligenza, un rituale conformista, rassicurante solo per chi ha la necessità piccolo borghese di sentirsi sempre d'accordo con chi è sempre d'accordo con lui. È da deboli avere paura delle idee altrui, da forti saperle affrontare a viso aperto.
Tra sentirsi comunità (interessati alle stesse questioni) e sentirsi tribù (interessati alle stesse certezze) c'è una bella differenza: e non certo a vantaggio della tribù.Terzo. Bonanni rappresenta milioni di lavoratori iscritti al suo sindacato. Spetta a loro e solo a loro, qualora lo decidessero, dargli la patente del "traditore". Si sa che la democrazia, nel sindacato come altrove, è una controversa, faticosa approssimazione: ma la più scalcinata delle pratiche democratiche, specie se conquistata in circa un secolo e mezzo di lotte e di repressioni come la democrazia sindacale, è mille volte meglio del presuntuoso esproprio di uno spazio pubblico (e democratico) da parte di un gruppetto che si autonomina, non si sa a quale titolo, avanguardia di classe.
Di autonominati, di arroganti e di Unti ce n'è già abbastanza al governo: l'opposizione non ne sente la mancanza.Quarto. A gongolare per l'episodio torinese (che si somma alla contestazione, meno incivile ma ugualmente sgradevole, a Schifani) sono da un lato gli aggressori che possono compiacersi delle proprie gesta; dall'altro quelli della curva opposta, come il ministro Sacconi al quale non è parso vero scaricare sulle spalle del mitissimo (fin troppo) Pd la responsabilità dell'accaduto.
E' matematico, ed è un calcolo antico ormai di un paio secoli: l'estremismo è una benzina che brucia le idee e le energie (a volte anche la vita, propria e altrui) e lascia campo solo alla conservazione del potere.Nessuno è felice dell'estremismo, a parte gli estremisti, quanto i tartufi della conservazione e gli strateghi della restaurazione. Poiché l'estremismo si rinnova e si ripete, in forme diverse, di generazione in generazione, significa che quel calcolo elementare è troppo difficile da fare per i bambini iracondi che lanciano i fumogeni ai "traditori" e complicano la vita ai sindacati e agli operai che ci si riconoscono: come se non avessero già abbastanza problemi, e debolezze, e fatiche.
da http://www.repubblica.it/
8 settembre 2010
martedì 7 settembre 2010
IL MALEDETTO BISOGNO DI EROI
Ogni volta che la criminalità organizzata viene colpita con un grande arresto o che vengono scovati i fondi esteri di un boss mafioso, la notizia ci viene presentata come se fosse stato inferto un colpo mortale al più grande dei mali del nostro paese. Poi viene assassinato il Sindaco di un Comune campano impegnato nel combattere l'abusivismo, nella denuncia di chi lucra su una cattiva gestione dei rifiuti o nella valorizzazione a favore della propria comunità (e non della Camorra) del patrimonio pubblico.
E'stato assassinato perchè ha fatto ciò che qualsiasi amministratore dovrebbe fare, perchè ha svolto normalmente il suo lavoro. E'stato ucciso perchè ha tentato di restituire al termine "politica" il suo significato. Del resto uccidere Angelo Vassallo è stato semplice, come sempre è quando gli eroi sono persone normali.
Brecht scriveva "beato il paese che non ha bisogno di eroi". Nel nostro paese, purtroppo, gli eroi sono stati necessari per far emergere il potere e la pericolosità della criminalità organizzata. L'Italia ne ha avuto bisogno perchè sono le situazioni più crude e scioccanti che muovono l'opinione pubblica, che quasi sembra non rendersi conto che nel nostro paese, ancora nel 2010, esistono posti dove essere persone, o amministratori, normali significa trasformarsi in eroi.
Da amministratore, da persona impegnata in politica, sento il bisogno di andare oltre l'indignazione e la solidarietà. Credo non sia più rinviabile un impegno per superare i nostri confini territoriali e riprendere un rapporto con le comunità locali del mezzogiorno che, senza stare sotto i riflettori e quindi rischiando molto di più, hanno scelto di essere amministrate da persone oneste come Angelo Vassallo.
La nostra attenzione e la nostra presenza, anche fisica, è l'unica strada per dare un significato al concetto di unità nazionale, sempre più ridimensionato da un Governo che punta a frammentare gli interessi del nostro paese facendoci credere che il problema della criminalità organizzata sia un problema di altri.
Ecco una proposta che il centrosinistra potrebbe presentare: non più fondi statali per lo sviluppo del mezzogiorno trasferitii senza controlli, ma un vero e proprio patto tra comunità locali per la diffusione di buone pratiche e di progetti per rendere più ricche le comunità delle regioni dove è forte la criminalità organizzata. Patti da stipulare con quelle amministrazioni che non hanno componenti collusi e che si devono tradurre in progetti da progettare e realizzare insieme, partendo dalle esperienze positive già realizzate.
Armiamoci della nostre buone pratiche, della passione nel rispondere ai problemi dei nostri concittadini, dello spirito di servizio e partiamo, perchè c'è ci sono amministartori e comunità locali che hanno bisogno di non rimanere soli. Perchè nella solitudine, anche se siamo nell'Europa del 2010, le persone normali possono morire.
Assessore all'ambiente del Comune di Cavriago
giovedì 2 settembre 2010
LA POLITICA FATTA PER GIOCO
Colpisce, infatti, la durezza con la quale Rifondazione dichiara "per noi mai più impegni di governo". Noi crediamo che la rinuncia, locale o nazional,e di un Partito alla competizione per il governo renda inutile l'esistenza stessa del Partito e della politica.
Davvero è possibile pensare, nel 2010, che la sola testimonianza e la mobilitazione (peraltro ben lontana dall'essere di massa) sia sufficiente a cambiare le cose? Non è forse che il governo comporta responsabilità, sacrifici ed impegni che Rifondazione non è stata e non è in grado di sostenere nei confronti dei propri elettori? Meglio considerare la politica come un Hobby, un simbolo da mettere sulle magliette o un manifestino da appendere in camera?
C'è un punto, invece, molto condivisibile nel post di Rifondazione. E cioè che "elezioni o no" sia necessario contrastare la cultura dominante in questo paese. Una cultura che noi non crediamo sia "figlia" del berlusconismo, ma madre. In questo paese sono passati per 30 anni (anche prima dell'arrivo del Berlusca) solo messaggi orientati all'individualismo, al consumo sfrenato, ad una visione ben poco solidaristica dei rapporti sociali. Il terreno ideale per l'arrembaggio della destra che, a diffenza di noi, si è dotata di sapienti e spietati intellettuali della comunicazione e del marketing. Il libro di Max Panarari in questo senso è davvero da leggere (e ci torneremo sopra in futuro) perchè descrive con lucidità ed intelligenza tutti questi aspetti.
Un aspetto che deve completare la riflessione (che l'amico Panarari non ha mai taciuto in tanti altri suoi articoli), tuttavia, è che la forza di questa destra risiede in due mali della sinistra, schiacciata tra chi ha fatto dell'antiberlusconismo una professione e propone una sinistra elitaria e fuori dal mondo, e chi ha perso l'ambizione di pensare ad una società alternativa. Se non partiamo dalla consapevolezza che anche noi, anche il modo "tafazziano" di pensare di tutto il nostro centrosinistra ", abbiamo reso più forte Berlusconi, siamo perdenti in partenza.
Il post si conclude lanciando un concorso di idee per "riparare" le bruttezze della fontana di Via Repubblica. Al di là dei pareri estetici su quest'opera, vorremmo fare una domanda.
Allora ci chiadiamo: è forse possibile che anzichè lanciare concorsi sulla fontana o riflettere, come studenti delle superiori affascinati dai testi sacri del marxismo, sul capitalismo globale, Rifondazione possa avere con il resto del centrosinistra un confronto di merito sul governo del nostro territorio e sulle sfide che abbiamo di fronte? E'pensabile che i partiti, oltre all'essere luoghi sani di mobilitazione politica, gastronomica o di intrattenimento (vedi le feste estive) diventino anche sede per riflessioni mature ed un pò meno scontate sulla nostra piccola (ma tanto, tanto importante) realtà? Non è forse quello che ci chiedono i tanti cavriaghesi che sono ancora interessati alla politica ed alla vita pubblica del nostro territorio?
lunedì 30 agosto 2010
TRONISTI DELLA POLITICA
Non vogliamo contro-contro-replicare pubblicamente sulla stampa, sia perchè le valutazioni serie e rigorose che fa il Sindaco sulla Gazzetta sono più che sufficienti sia perchè non temiamo questi giudici sommari che vivisezionano dichiarazioni rilasciate mesi prima che venissero resi pubblici alcuni fatti al solo scopo di avere il proprio nome stampato in bella vista sui giornali, nella speranza di diventare famosi come certi tronisti.
Un interessante articolo comparso il 28 agosto sul Sole 24 Ore (pagina 8) illustra tutta la complessità del crollo dei Burani, illustrando le responsabilità degli interessati, delle banche, dei revisori dei conti.
E leggendo l'ottimo articolo del giornalista Fabio Pavesi sul Sole 24 Ore, emerge chiaramente che se ai Burani è stato possibile muoversi in un certo modo, è perchè qualcuno ha controfirmato bilanci mascherati e perchè hanno latitato gli organismi di controllo. Ed è il nodo che affronta Vincenzo Delmonte nella sua intervista di venerdì scorso.
Di fronte ad un sistema privo di regole, di fronte a controllori che hanno taciuto sino a quando le cose non sono state evidenti a causa della crisi finanziaria, il problema sono quindi le dichiarazioni del Sindaco di Cavriago quando ancora, a febbraio, si poteva sperare che i Burani salvassero la loro azienda?
Si chiede scusa per aver detto delle cose false (e Rifondazione-Cavriago Comune in passato, pur di spararle grosse, l'ha fatto in varie occasioni), si chiede scusa per avere illuso (e pensiamo ai Burani) i propri dipendenti, i propri concittadini ed anche il proprio Sindaco.
giovedì 19 agosto 2010
SI RIPARTE DALL'ADRIATICO..
martedì 27 luglio 2010
VOUCHER INPS COME FORMA DI SUSSIDIO, IL PD E' DALLA PARTE DELLE PERSONE IN DIFFICOLTA'
- la prima è che la proposta dei vaucher consente di dare un sostegno economico al doppio delle persone che si sarebbero potute aiutare con le forme proposte dal sindacato (assunzione da parte di terzi delle persone in difficoltà).
- la seconda è che le risorse destinate per queste forme di sostegno si aggiungono e non si sostituiscono (come ha scritto falsamente il Responsabile di zona della CGIL) a quelle destinate ad altre forme di supporto alle famiglie colpite dalla crisi.
martedì 20 luglio 2010
UN PO' MENO SILENZIOSI.. UN PO' MENO EDUCATI.

Ormai tutti sanno di cosa è successo nelle scorse settimane all'interno della Lega Nord di Reggio Emilia. Un Partito che ha costruito la sua fortuna politica contro "Roma Ladrona", che a parole ha usato termini giacobini contro i corrotti e contro i politici sospettati di aver commesso affari poco leciti, si è rivelato costellato di consulenti d'oro, di potenti che distribuiscono risorse pubbliche alle associazioni amiche, di parlamentari ai quali piace usare il proprio ruolo per non rispettare le regole.. comprese quelle del codice della strada.
Bene, crediamo che si debbano dividere due questioni.
La prima riguarda Guastalla. Vincono per la prima volta in un Comune e, in un solo anno, riescono a fare emergere un modo di governare che segnala un malcostume degno di altre realtà d'Italia. Altro che politica pulita, fatta dal basso ed in mezzo alla gente. Il bello è che questa destra è la stessa che (anche a Cavriago) parla di "tagli alle consulenze" e di trasparenza.. Dategli in mano un Comune e vedrete cosa faranno. Sarebbe opportuno che questa coalizione di paciugoni lasciasse nuovamente ai guastallesi l'opportunità di scegliere da chi farsi governare ed il Sindaco, primo responsabile delle scelte della sua Giunta e del suo Vice, si dimettesse. Ricordiamoci che per molto meno Del Bono è andato a casa.
Seconda questione, ben più ampia. Con il caso Alessandri-Lusetti è emersa prepotentemente la cultura politica della Lega che disprezza le regole ed è convinta che il potere debba essere usato come qualcosa di privato. Che non tentino di additare in Lusetti la "mela marcia": le consulenze che distribuiva erano ben note a tutti. 16 anni di alleanze con Berlusconi hanno geneticamente modificato quel Partito, rendendolo esattamente uguale a quella politica che agli albori la Lega voleva combattere.
Hanno accettato che i Comuni in dissesto del sud ricevessero, alla faccia del nord, ingenti contributi per ridurre i propri debiti senza nessun cambio di rotta rispetto al malgoverno che aveva generato le voragini. Hanno sostenuto leggi che centralizzano a Roma le scelte che riguardano i servizi del territorio e che sottraggono ingenti risorse ai Comuni virtuosi. Hanno votato tutte le leggi salva-Berlusconi ed hanno condiviso norme che sembrano scritte apposta per favorire la criminalità organizzata (compresa quella che favorisce l'immigrazione clandestina). Hanno promosso gli amici ed i parenti (oltre al caso Lusetti, ricordate il trota?) ìn incarichi prestigiosi, alla faccia dei meriti e della trasparenza.
Non sono nemmeno stati capaci di fare quello che hanno promesso: l'immigrazione clandestina non è calata ed il federalismo è solo una bugia. Ecco che cosa è, ed è sempre stata, la Lega.
Nonostante tutto sino ad oggi non hanno perso un voto.
Ed ecco perchè è bene che ogni iscritto, militante o elettore del PD e del centrosinistra che conosce un elettore che ha simpatia per la Lega gli faccia fare i conti con la realtà. Riprendiamoci il nostro orgoglio e a testa alta andiamoli a cercare, facciamoli vergognare di quello che dicono e di chi hanno votato.
Siamo anche noi tra coloro che pensano che sia sbagliato dare agli elettori tutte le colpe: la forza della destra è anche frutto di cosa siamo/non siamo stati capaci di fare noi. Ma forse è stata sbagliata anche questa visione che il popolo italiano debba essere sempre assolto. Nei bar, nelle piazze la domenica mattina o nelle tavolate del sabato sera hanno dettato legge per troppo tempo. I loro argomenti sono apparsi più forti ed hanno sovrastato i nostri. La cultura dell' ESCLUSIVO (parola che oggi si sente nominare persino per descrivere i fondi delle pentole) e dell'arroganza non è diventata dominante solo al vertice (Parlamento, mass-media) ma anche alla base, completando il cerchio di questa Italia berlusconiana del secolo nuovo.
Ciò non significa essere contro gli elettori (o contro il "popolo"), ma rimprenderci la convinzione di essere riconoscibili e decisivi all'interno del pensiero collettivo di questo paese. Rileggere Gramsci? Certamente, ma non basta. Il tema che oltre a saper leggere è necessario anche saper parlare, possibilmente superando gli edotti ed interessantissimi dibattiti tra di noi.
Ciò può significare essere anche un pò meno silenziosi, un pò meno educati ed un tantino meno "istituzionali" di quello che dovremmo e vorremmo essere in un paese dominato da comportamenti e regole "civili". In tanti momenti della storia è stato necessario fare scelte di questo genere: oggi è uno di queli momenti.
venerdì 9 luglio 2010
NUOVI ORGANISMI - 3 CAVRIAGHESI ELETTI
La nuova Direzione – consultabile su http://www.partitodemocratico.re.it/, insieme alla nuova Commissione di Garanzia – risponde a criteri di rappresentanza politica, territoriale, consegue la parità di genere nella sua parte elettiva e rispetta i nuovi dettami dello statuto nazionale del partito, che prescrivono un rapporto più stretto con la base del PD: il 30% dei membri, infatti, è segretario di circolo o membro di segreteria di circolo.
L’Assemblea ha poi dato mandato di procedere, su proposta del Tesoriere, all’individuazione di una nuova sede per l’Unione Provinciale e di un nuovo regolamento per il finanziamento del Partito.
Roberto Ferrari ha poi presentato il nuovo esecutivo del PD reggiano (età media 35 anni), anche se ancora in versione non definitiva – nelle prossime settimane di lavoro potranno esserci alcune ulteriori specifiche. Novità sul piano dell’organizzazione dell’esecutivo stesso: tre dipartimenti trasversali, su alcune delle aree strategiche su cui è necessario garantire maggior presidio (Enti Locali, Organizzazione, Formazione); un’area “orizzontale” che raccordi e sappia dare una voce al partito (Comunicazione); quattro aree “verticali” su temi specifici. Da segnalare, infine, la presenza in esecutivo dei capigruppo di Comune e Provincia, a testimonianza della volontà di rapporto politico diretto con le principali amministrazioni del territorio reggiano.
Segue: il nuovo Esecutivo Provinciale.
lunedì 28 giugno 2010
1° ALBUM DELLA FESTA
Grazie a tutti i volontari che negli ultimi 15 giorni hanno dato tutto quello che potevano perchè la terza Festa Democratica riuscisse per il meglio.. nonostante il maltempo.
Grazie, grazie a tutti!
giovedì 17 giugno 2010
LA FESTA RITORNA! 25-26-27 GIUGNO
lunedì 14 giugno 2010
DA CAVRIAGO A ROMA.. TUTTI IN PIAZZA.
giovedì 10 giugno 2010
LE NOSTRE SCELTE SONO STATE COMPRESE
venerdì 28 maggio 2010
CONGRESSO: A CAVRIAGO 4 DELEGATI
Roberto Ferrari 2809 - 79,9%
Mauro Ponzi 708 - 20,1%
Ponzi: 51
Al Circolo di Cavriago, a seguito di una ripartizione dei resti che ha premiato i Circoli che hanno avuto i migliori rapporti tra il numero di delegati ed i votanti, ha eletto 4 delegati (anzichè 3). Ecco i nomi:
Lista Ferrari: Mirko Tutino, Sonia Borrelli, Paolo Burani.
Lista Ponzi: Andrea Bonacini.
Il Circolo PD di Cavriago si congratula ed augura buon lavoro al nuovo Segretario Roberto Ferrari.
UN PARTITO DEMOCRATICO AL SERVIZIO DI CAVRIAGO
Non è compito di un documento per il congresso di Circolo analizzare motivi di questa situazione (della quale si discuterà abbondantemente con i candidati alla segreteria provinciale), né tantomeno può bastare un gruppo attivo e vivace a Cavriago per salvare il Partito Democratico in Italia, tuttavia è importante che partiamo da qui se vogliamo che anche questo Circolo possa dare il proprio contributo per cambiare le cose.
I dati che ho elencato ci danno la misura del grande sforzo che ancora dobbiamo fare. Uno sforzo che vuole partire dal recuperare di quello che Roberto Ferrari, nel suo documento provinciale, definisce “l’orgoglio e la passione” della militanza nel Partito Democratico.
Dobbiamo superare le diffidenze dei nostri concittadini, soprattutto quelli più giovani ed operare perché il Partito esista, viva e cresca anche a Cavriago.
Per fare tutto ciò nei prossimi quattro anni si dovrà insistere sulla strada intrapresa in questi ultimi due anni lavorando su alcuni temi che sono vitali nella vita del Partito.
Rinnovamento della classe dirigente.
La credibilità del Partito Democratico, e di conseguenza del nostro Circolo, passano anche attraverso la capacità di coinvolgere nuove sensibilità nei Direttivi e nei volontari ed attivisti del Partito. Questa condizione è richiesta come il pane dal nostro elettorato ed è un presupposto indispensabile per compiere il necessario rinnovamento anche nelle istituzioni. Se nei futuri gruppi dirigenti crescerà la componente di chi si è iscritto per la prima volta al PD è più facile che il Partito acquisisca l’identità che in questi anni ha fatto fatica ad emergere.
Il rinnovamento anagrafico è necessario, ma non è sufficiente. E’indispensabile che ogni nuova esperienza si senta a casa propria ed abbia spazio per esprimere ciò che ha da dire.
Ruolo del Partito nell’amministrazione.
Per i cavriaghesi il Partito Democratico rappresenta l’Amministrazione e per questo è fondamentale che ci sia un rapporto di fiducia e stima reciproca tra chi rappresenta il Partito nelle istituzioni ed il Circolo.
Il Circolo ha delegato alcuni dei suoi dirigenti, attivisti e militanti a rappresentarlo nelle istituzioni e con questi, nelle occasioni di incontro degli organi di Partito, ci deve essere uno scambio di opinioni e di informazioni continuo.
Maggiori sforzi devono essere fatti dal Circolo per portare a conoscenza di tutti i cittadini le varie attività e iniziative messe in campo dall’amministrazione Comunale, ad esempio, in materia di aiuti alle famiglie, in questo lungo periodo di crisi, e sostegno alla scuola.
Purtroppo infatti, anche se molte cose vengono fatte, nessuno lo sa se non all'interno del partito o del comune, invece si dovrebbe imparare dall'opposizione e fare della buona autopromozione.......fare volantinaggio, cartelloni, manifesti dove con poche parole chiare bisogna informare tutti i cittadini e quindi non solo quelli che fanno politica su cosa si è fatto e cosa invece il governo di destra, nonostante ne parli e lo prometta continuamente, non fa........gli aiuti che ad esempio a livello locale sono stati dati a sostegno del reddito non sono stati pubblicizzati e quasi nessuno lo sa, molti addirittura pensano che sia il governo centrale ad averli erogati, come tanti altri interventi fatti ma che conoscono solo gli addetti ai lavori!!.. Quindi invece di parlare di correnti e fazioni sarebbe bene parlare di cose concrete e reali che tutti i cittadini comprendono in modo da farsi apprezzare e sentire più vicini alla gente.
Di una cosa però i cittadini di Cavriago si sono accorti: in Consiglio Comunale c’è una situazione negativa, che alimenta un clima di sfiducia verso la politica: in questi anni dalla sinistra radicale sono arrivate solo polemiche sui giornali e pesanti aggressioni alla Giunta di centrosinistra. Nel 2009 questa continua politica di botta e risposta ha prodotto alle elezioni comunali il 20% in meno dei voti alle forze del centrosinistra (Cavriago Comune + Insieme per Cavriago).
A sorridere è stata la destra, che ha aumentato i propri consensi anche nella nostra realtà.
Qui faccio un appello e mi rivolgo a tutte le forze progressiste presenti a Cavriago.
Credo sia ora di finirla con questo modo di fare politica: dovremmo tutti combattere contro le scelte del Governo di destra anziché proseguire con questi inutili e violenti dibattiti sui giornali.
Iniziative pubbliche, rapporto con il paese e uso delle nuove tecnologie.
A Cavriago il PD deve vedersi ancora di più e dobbiamo raggiungere questo risultato non solamente attraverso l’attività politica, ma anche e soprattutto realizzando iniziative orientate a far incontrare le persone.
Dobbiamo tornare il piazza. Dobbiamo aprire le porte del Circolo. Dobbiamo far capire alle persone che le nostre non sono ‘segrete stanze’. Anche noi, passatemi il termine, attivisti, facciamo parte della società, abbiamo gli stessi problemi e le stesse speranze. Siamo cavriaghesi che cercano di fare qualcosa per Cavriago. Senza nessuno scopo se non quello di dare maggior lustro al nostro paese.
Il PD di Cavriago, attraverso la sua annuale festa estiva e con diverse iniziative da organizzare nel corso dell’anno, può consolidare il gruppo dei volontari e rafforzare questo legame.
Inoltre, da circa due anni il nostro Circolo ha un blog su internet e ciò ha consentito, anche grazie alla promozione dei contenuti del sito sui social network più utilizzati, la promozione sulla rete delle idee del PD di Cavriago e delle attività del Circolo.
Organizzazione e tesseramento.
Il Circolo in questi anni ha svolto numerose campagne elettorali. Dopo la costituzione del PD ci sono state le elezioni politiche, quelle amministrative ed europee e le regionali. Se non ci saranno sorprese fino al 2013 non ci saranno più elezione e dobbiamo cogliere questo periodo relativamente tranquillo per concentrarci sull’iniziativa politica e sulla crescita del Partito.
Dovrà tornare a essere più assiduo e metodico il nostro impegno per il tesseramento e dovrà esserci una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei componenti del nuovo Direttivo, in maniera tale che tutti diano il loro contributo alla buona riuscita delle attività organizzate dal Circolo. Tutto questo, naturalmente, sarà facilitato se riusciremo a dare fiducia al paese ed ai nostri simpatizzanti.
Rapporto tra Cavriago e la Federazione.
In questi anni il Circolo di Cavriago è stato rappresentato negli organismi dirigenti della Federazione con una linea che corrisponde appieno allo spirito degli iscritti e dei militanti cavriaghesi: il veloce superamento psicologico delle mozioni, delle correnti o dei gruppi precostituiti.
E proprio su questo argomento che faccio un caloroso appello ai candidati alla segreteria provinciale. Perché possano portare questo messaggio anche a chi sarà più in alto di loro.
Chiunque sarà eletto, oltre che essere il candidato di tutti, e dovrà farsi seriamente portavoce del malumore dell’elettorato, Le mozioni e le correnti hanno fatto il loro tempo. Hanno avuto il loro scopo. In un modo o nell’altro è stato raggiunto l’obbiettivo. Adesso basta.
Il Partito Democratico, se vuole essere un grande partito deve avere un solo grande cuore, orgoglioso e appassionato, e ritornare a parlare con un’unica voce. Parlare di programmi precisi. Essere deciso sulla strada da intraprendere. I compromessi ‘per non scontentare nessuno’ scontentano tutti. E continuiamo a perdere voti. Sterili discussioni e contraddittori sui ‘noi’ e ‘loro’non sono più accettati.
Il Circolo di Cavriago è unito, deve continuare ad essere così e deve essere da esempio per tante altre realtà. Del resto, solo in questo modo la voce di Cavriago sarà ascoltata in Val d’Enza e a Reggio Emilia.
Per raggiungere questi obiettivi abbiamo messo in campo un gruppo rinnovato, ma soprattutto appassionato, che ancora vuole crederci. Credere che questo partito può crescere, deve crescere e che deve mettersi al servizio del nostro paese.